COSA E' IL PARADISO?
Carla Carlesi
Improvvisamente,
non so per quale motivo, ho avuto l'intuizione di quello che sarà
il Paradiso.
Non un giardino fiorito pieno di piante e ruscelli, né
un luogo magico dove oziare all'infinito: niente di tutto questo.
Il Paradiso, ne sono sicura, è un luogo dove ti alzi solo
quando hai dormito quanto vuoi e dove il suono delle sveglie assomiglia
alla musica barocca.
Lassù il bagno è sempre libero, non ci sono figli
che, come sonnambuli, vi entrano ed escono. E' lindo, pulito come
quando l'hai lasciato la sera prima e gli indumenti sporchi sono
tutti nel porta biancheria; non trovi calzini appesi perfino sul
lampadario.
Mentre fai la doccia non squilla mai il telefono e nessuno suona
alla porta solo per chiederti se vuoi acquistare dei cerotti che
poi risultano essere senza colla adesiva.
In Paradiso la polvere non esiste e sono abolite le faccende domestiche.
Il cibo si prepara da solo e non è mai né troppo
salato né troppo insipido: tutta la famiglia ha un unico
gusto e perciò non devi preparare cinque primi e cinque
secondi diversi.
Non esistono calzini killer che, s'insinuano maligni nella lavatrice
dove hai preparato il bucato da lavare a novanta gradi, facendoti
rinnovare tutta la biancheria che da bianca, appunto, diventa,
secondo i casi, verdolina, rosa o azzurra.
Di conseguenza non devi temere la domanda fatidica di figli o
marito che chiedono tranquilli e fiduciosi: "Dov'è
finita la mia maglietta bianca?" E tu con aria ebete "al
solito posto", rispondi, "ma ora è di un altro
colore".
Quando esci trovi l'auto parcheggiata davanti casa tua, perché
Lassù non si deve combattere all'arma bianca per conquistare
un parcheggio, specialmente quando piove.
Le strade sono libere, il traffico non esiste e nessuno ti fa
sobbalzare con il suo clacson quando, ferma ad un semaforo, appena
scatta il verde, ritardi un millesimo di secondo la partenza.
Non esistono le cunette "scoraggia velocità"
che prendi sempre senza rallentare e che ti fanno mordere la lingua
dal sussulto che provocano all'auto.
Anche al supermarket trovi subito un parcheggio, senza dover maledire
il furbastro che entra dal lato vietato e s'infila nell'unico
posto libero, senza che te n'accorga.
Il carrello che scegli ha le rotelle a posto e non ti ferisci
piedi e caviglie nel tentativo inutile di farlo rigare diritto.
Mentre fai la spesa poi, nessuno ti strappa di mano quello che
avevi scelto con tanta cura. Ciò che ti serve non è
mai sull'ultimo scaffale in alto, dove il tuo metro e mezzo di
altezza non arriva, così che quando cerchi di acchiapparlo
non resti quasi nuda dalla vita in su, né rischi di far
cadere scatole e scatolette.
Poi, miracolo inaspettato, le cassiere parlano: qualche volta
sorridono e ti danno perfino gentilmente delle indicazioni se
chiedi di un prodotto, senza fissare un punto lontano che solo
loro vedono e che in genere si trova all'altezza del tuo stomaco,
lo perfora e va oltre, facendoti temere di essere diventata invisibile.
La cassa scelta è la più veloce e non capiti mai
in quella in cui si blocca la carta di credito, o la cassiera
non sa come sostituire il rotolo finito.
Anche i tuoi figli parlano e quando vai a riprenderli a scuola
ti raccontano cosa hanno fatto e se è successo qualcosa
d'inconsueto lo vieni a sapere da loro, e non quando ti chiamano
i maestri o i professori. I loro voti sono sempre buoni e nessuno
ti sussurra la tragica verità: "Suo figlio potrebbe
fare molto di più, ma non si applica e non studia".
Quando poi torni a casa il marito è di buon umore perché
in ufficio è andato tutto bene e non va diritto in bagno
per non udire le tue chiacchiere.
D'altra parte anche tu non gli indichi il prezzo di tutto quello
che il pover'uomo mangia, tipo: "Buona questa carne, vero?
Ma sai quanto costa? Trentamila lire il chilo". Oppure "Senti
che bontà questa frutta, però pensa che l'ho pagata
ottomila lire" e via di seguito. Tanto che, dopo un poco,
t'implora di finirla con il listino prezzi e, se mai, di presentargli
il conto alla fine del pranzo, per non mandargli di traverso ogni
boccone.
Altro miracolo! Quando la tavola è apparecchiata il pranzo
è servito e i componenti della famiglia sono seduti, il
telefono tace, nessuno deve andare in bagno, la TV è spenta
e tutti parlano di cose piacevoli.
Potrei andare avanti per ore, però mi accorgo che alla
fin fine tutta questa perfezione mi dà come un senso di
sgomento e di vuoto. Una vita intera senza niente di cui lamentarmi?
Sarà poi divertente? Per questo forse, in un remoto angolino
del mio cervello si fa strada uno strano desiderio:
Quasi, quasi faccio un pensierino per il Purgatorio!
Carla Carlesi: abito
a Prato, città che ho imparato ad amare fin dall'infanzia.
Seguo tutte le arti, specialmente la musica e da quando ho lasciato
il lavoro per la pensione gioco a fare la scrittrice, non so con
quali risultati. Ho vinto diversi premi in concorsi di poesia, e
spero di non peccare di presunzione o mancanza di rispetto verso
il Manzoni, augurandomi di avere almeno quattro lettori.
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