L'ALBERO SPOGLIO DELL'AUTUNNO
Anahid Baklu
L'albero spoglio dell'autunno
già s'annerisce.
Ho strappato la punta delle lancette
che scimmiottano le ore della mia morte
dalle ombre livide inclinate.
E la pianta eretta nella sua crescita incerta
somiglia alle nostre mani.
Vieni, io costantemente ti chiamo,
e la mia luna scioglie il ghiaccio della solitudine.
Mio cuore, cinque piume di luce salite in alto.
Ah, mio cuore, tu così soffice
compagno di giochi della luna
con le ali chiare e oscure
della luna ritardi l'ingresso.
E la luce tremante, nel tempo
del mio sonno, guarda la mia veglia.
Io ho diversi amori gioiosi
che non controllo.
E' stato nella lotteria del sole
che ho perduto la nuvola dell'amore,
sono così le nostre mani di rugiada.
Tu resta, che non manchi la tua ombra dalla mia
testa di girasole
Anahid Baklu è nata nel nord dell'Iran nel 1965. Nel 1986 ha pubblicato il lavoro teatrale Taghfire Sarneveshtast (Era colpa del destino). In Iran i suoi testi poetici sono stati pubblicati su varie riviste, e di lei ha scritto il famoso critico Reza Baraheni in Tara Dar Mes (Oro nel reame, 1989). Nel 1992, con Kamiar Shahpur, ha tradotto in persiano Cesare Pavese. Ha pubblicato la raccolta poetica Asre caffé (Il pomeriggio del caffé, 1990).
Vive tra Roma e Dubai, e in Italia ha recitato le sue poesie nel corso di manifestazioni al Palazzo delle Esposizioni e al Caffé Notegen (Roma 1992) ed è stata pubblicata nel Quaderno Mediorientale II della collana "Cittadini della Poesia" (Loggia de'Lanzi 2000).
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