CONSIGLI AI GIOVANI SCRITTORI
( – tre brani tratti dal saggio– )

 

Charles Baudelaire

 


Della stroncatura

La stroncatura dev’essere praticata soltanto contro gli scherani dell’errore. Se siete forti, attaccare un uomo forte vuol dire perdervi; foste pure dissenzienti su qualche punto, egli sarà comunque dei vostri in certe occasioni.
Ci sono due metodi di stroncatura: per linea curva e per linea retta, che è la via più breve.
Si troveranno esempi a sufficienza di linea curva negli articoli di J. Janin1. La linea curva diverte il pubblico, ma non lo istruisce.
Al momento la linea retta è praticata con successo da qualche giornalista inglese; a Parigi è caduta in disuso: lo stesso Granier de Cassagnac2 mi sembra che l’abbia dimenticata. Essa consiste nel dire: “Il signor X... è un disonesto, e per di più un imbecille; è quel che dimostrerò”, e nel dimostrarlo! Primo, secundo, tertio, ecc. Raccomando questo metodo a tutti quelli che hanno la fede della ragione e un pugno solido.
Una stroncatura mancata è un incidente deplorevole, è una freccia che vi si rivolta contro, o che perlomeno vi scuoia la mano partendo, una pallottola il cui rimbalzo può ammazzarvi.

Del lavoro giornaliero e dell’ispirazione

L’orgia non è più la sorella dell’ispirazione: abbiamo cancellato questa parentela adultera. L’infiacchimento rapido e la debolezza di alcune nature belle testimoniano abbastanza contro questo odioso pregiudizio.
Un nutrimento molto sostanzioso, ma regolare, è la sola cosa necessaria agli scrittori fecondi. L’ispirazione è indubbiamente la sorella del lavoro giornaliero. Questi due contrari non si escludono più di tutti i contrari che costituiscono la natura. L’ispirazione obbedisce, come la fame, come la digestione, come il sonno. Senza dubbio c’è nello spirito una specie di meccanica celeste, di cui non bisogna vergognarsi, ma trarne il più fiero vantaggio, come i medici della meccanica del corpo. Se si vuol vivere in una contemplazione ostinata dell’opera di domani, il lavoro giornaliero servirà l’ispirazione, come una scrittura leggibile serve a schiarire il pensiero, e come il pensiero calmo e potente serve a scrivere leggibilmente; perché il tempo delle brutte scritture è finito.

Delle amanti

Se voglio rispettare la legge dei contrasti, che governa l’ordine morale e l’ordine fisico, sono obbligato a schierare nella categoria delle donne pericolose per gli uomini di lettere la “donna onesta”, l’aspirante letterata e l’attrice; la “donna onesta”, perché appartiene necessariamente a due uomini ed è un pascolo mediocre per l’animo dispotico di un poeta; l’aspirante letterata perché è un uomo mancato; l’attrice perché ha un’infarinatura di letteratura e parla in gergo, in breve perché non è una donna nel vero senso della parola, essendo per lei il pubblico una cosa più preziosa dell’amore.
Ve lo immaginate un poeta innamorato della sua donna e costretto a vederla recitare un ruolo maschile? Direi che dovrebbe dar fuoco al teatro.
Ve lo immaginate obbligato a scrivere una parte per la sua donna che non ha talento?
E quest’altro che suda per restituire in epigrammi al pubblico del proscenio i dolori che quel pubblico gli ha inflitto attraverso l’essere più caro, quell’essere che gli orientali chiudevano a tripla mandata prima che venissero a studiare a Parigi? È perché tutti i veri letterati hanno in certi momenti orrore della letteratura che non ammetto per loro – anime libere e fiere, spiriti stanchi che hanno sempre bisogno di riposarsi nel loro settimo giorno – che due categorie di donne possibili: le puttane o le stupide, l’amore o la carne lessa.
Fratelli, c’è bisogno di spiegarne le ragioni?


NOTE:
1 – Jules Janin (1804-1874). Giornalista e scrittore. Vent’anni dopo questi Consigli, Baudelaire avrebbe progettato una lunga lettera a lui diretta.

2 – Bernard-Adolphe Granier de Cassagnac (1806-1880). Uomo politico e giornalista. Polemico sostenitore di una politica conservatrice sulle pagine del Globe e dell’Époque, si schierò con napoleone III dopo il colpo di Stato, difendendo in generale il bonapartismo e l’assolutismo.


(Tre brani tratti dal saggio Consigli ai giovani scrittori, Besa editrice, Nardò, 2003, a cura di Giuseppe Di Costanzo)


Charles Baudelaire

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