COME STANNO LE RAGAZZE

Racconto: Farmacia S. Matteo


Luigi Cristiano

 

La farmacia all’angolo porta il nome di mio padre che ora è a seicento metri da qui su un letto d’ospedale, a pochi minuti da un altro intervento. Si tratta di aspettare un’ora, forse meno, poi lo riporteranno in camera con una cicatrice in più, con qualche problema in più, di quelli che saltano fuori dopo e che non ti aspetti; ma che capisci da dove vengono, che potevi anche prevedere. Io sono fuori da lì, non serve che rimanga, sarei d’impiccio e basta. Conosco fin troppo bene il finto profumo di cure e pulito che si respira nelle corsie, mi basta il naso per distinguere la paura e l’indifferenza, tutti gli odori dell’attesa.
Dicevo che la farmacia all’angolo porta il nome di mio padre, e c’è un cielo limpido di aria mossa dal vento freddo e dalla luce; basta voltare le spalle al sole per avere il viso gelato e un calore insopportabile arrampicato sulla schiena. Ci sono pochissimi negozi, un bar, una lavanderia, tre agenzie immobiliari e poi case e ancora case, finestre chiuse e tetti vecchi; come non ci abitasse nessuno in questa zona, o ci si nascondesse dentro.
L’edicola che cerco è ancora lontana, al prossimo incrocio a sinistra, me lo ha detto un vecchio che mi veniva incontro con una stampella, ma la ha indicata con la mano libera e poi mi ha superato avviandosi verso la clinica. Aveva un viso calmo e scuro, e due occhi piccolissimi e chiari, luminosi come pozze d’acqua affogate nella pietra.
Ho fatto qualche passo sentendomi il suo sguardo addosso e mi sono voltato a guardarlo; lui era lì fermo ad aspettarmi. Sembrava (o forse era uno scherzo della luce), che scuotesse la testa come se stessi andando dalla parte sbagliata, come se la strada che stavo percorrendo non portasse da nessuna parte. Io ho fatto un cenno con la mano e lui si è girato zoppicando per poi muoversi, incerto equilibrio, verso la clinica.
Allora mi sono accorto che dalle vie laterali e dai portoni chiusi uscivano anziani soli e in coppia, con fagotti di carte fra le mani e un sorriso indeciso sotto le ciglia aggrottate. Tutti mi venivano incontro, tutti andavano da dove stavo venendo. Anche le macchine sbucate dagli incroci giravano a sinistra o destra ma la strada che avevano deciso di fare era sempre la stessa, e le facce di quelli che guidavano, distorte dai riflessi sul parabrezza, sembravano sorprese nell’incrociare un viso giovane, e non spalle curve e passi lenti.
Io non capivo. Non capivo da che parte fosse la vita, se continuando per quella strada l’avrei incontrata o me ne stessi lasciando indietro una parte. Nessuno, nessuno camminava nella mia direzione. Possibile che stessi sbagliando, che non fosse il caso, il momento giusto di percorrere quella via? Possibile che il mio stupido mondo non potesse estendersi più in là di quel benedetto incrocio, che l’edicola fosse irraggiungibile, che i giornali, le riviste, i fogli che ormai intravedevo muoversi in lontananza, fossero solo carta bianca e straccia che non avrebbe aggiunto una sola risposta a questi stupidi giorni? Possibile che tutti avessero capito, che tutti sapessero che stavo scappando da quella cosa, da quell’ennesimo piccolissimo addio all’idea che avevo di mio padre, persino la farmacia mi stava ricordando il motivo per cui ero lì.
Non ho raggiunto l’edicola, non importava più, non importava niente. Ho voltato le spalle al sole, e di fretta ho raggiunto chi mi precedeva.

 


(Tratto dalla raccolta Come stanno le ragazze, Il Foglio, Piombino, 2003)


Luigi Cristiano, nasce a Milano il 9 maggio 1959. Ha scritto canzoni da ragazzo. Autore di "Remote", un sito simulazione della sua memoria e di come ricorda: www.pegacity.it/libreria/remote Ideatore e realizzatore di www.voices.it un posto dove lettura e scrittura si incontrano su web. Voices.it riceve lo special award " Personal Projects " al Bardi web Award 2001. Voices riceve 5 stellette dalla rivista di settore Inter.net come sito letterario, in una recensione curata da Antonio Spadaro. Alcuni suoi racconti sono pubblicati da Prospektiva Letteraria, Il Foglio Letterario e in vari siti e portali internet. Il Premio IdeaDonna 2001, indetto dal Comune di Asciano, con tema " Il tempo delle donne " sceglie per la raccolta e la pubblicazione un suo racconto "Maddalena". Il suo scritto "Il giorno che hanno ammazzato l'America" compare sulla guida di scrittura creativa del portale SuperEva e su Gas-O-Line con un commento critico di Lorenzo Guzzetti.




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