CRONOS Giuseppe
Budetta
Fui
bambino, fanciulla, siepe, uccello e muto pesce sotto il mare. Empedocle
Di Agrigento CRONOS
custodisce la mia ombra, l'essenza con cui emergere per tornare in vita. La
garanzia attesta: CRONOS vince la morte . Secondo esperti del settore,
il super computer CRONOS assembla i dati elargitigli dal soggetto in vita dando
forma ad un'anima reale da traslare in un nuovo corpo privato di coscienza. Mi
spiego. Lasceremo nella memoria di CRONOS i ricordi. Noi siamo i nostri ricordi
e quindi la nostra identità starà nel computer copia esatta di quella
che alberga nel corpo. Quando moriremo o poco prima, CRONOS sarà connesso
all'encefalo di un ventenne umano in coma stazionario. Il collegamento servirà
a trasferire tutti i nostri ricordi alla corteccia cerebrale del ventenne. Alla
fine dell'operazione, neurochirurghi e neuro psichiatri sveglieranno il ventenne
col cervello carico delle sensazioni, ricordi e affetti della nostra passata vita.
Il corpo è nella bara a decomporsi, ma il nostro passato germoglia nella
testa del ventenne. Però, non siamo ancora noi. Illustri scienziati hanno
infatti appurato che il ventenne resuscitato ha tutti i nostri ricordi, ma non
la nostra identità. LA
NARRAZIONE NON E' LA REALTA ' Qui
interviene la grande scoperta che rende immortali. Appena morti, appositi chirurghi
ci asporteranno parti strategiche della corteccia cere br ale e dell'ippocampo:
zone collegate al senso del sé, all'autocoscienza ed alla memoria a lungo
ed a br eve termine da inserire nel ventenne. In tutto uno o due millimetri cubici
di tessuto nervoso pronto a innestarsi con le vivine trasferendo la nostra identità.
Saremo
resuscitati con giovane corpo e pronti ad affrontare la nuova vita che durerà
– tranne incidenti di percorso – quasi un secolo. Nella nuova vita ci si potrà
sposare, avere altri figli e lavorare. L'esperienza pregressa fatta col vecchio
corpo aiuterà il novello individuo nell'inserimento lavorativo e nel mondo
delle professioni. Tabelle di valutazione conferiranno punteggi per l'assunzione
in attività produttive oppure crediti spendibili per saltare gli anni nei
corsi di laurea e di specializzazione. Il
ventenne che tramite CRONOS accoglierà la nostra identità – è
bene precisarlo - proviene da una cellula del nostro corpo stimolata a riprodursi.
La cellula per partenogenesi – coltivata in speciali incubatoi dopo nove mesi
e dieci giorni - genererà un individuo simile a quello di provenienza.
A richiesta ci saranno piccole variazioni: la maggiore statura stimolata da ormoni,
l'apparato muscolare possente tramite anabolizzanti e la lucentezza della pelle
priva di rughe fino a tarda età. Il patrimonio genetico però dell'individuo
in incubatoio sarà del donatore. Accortezza indispensabile per permettere
i minuscoli trapianti di corteccia cerebrale e di ippocampo di cui è ho
fatto cenno. Lo
Stato farà fronte ai costi di traslazione devolvendo risorse dalle pensioni
ed emolumenti di fine rapporto. Il vecchio che ritornerà ventenne sarà
inserito nel ciclo lavorativo proprio di uno giovane e non avrà diritto
alla pensione maturata nel precedente corpo. Lo Stato non ostacola gl'innesti
su ventenni generati per partenogenesi, risparmiando sulle quote pensionistiche.
Quelli con pensioni basse non saranno in grado di fa fronte ai costi di traslazione
tramite CRONOS e moriranno per davvero. Gli altri sorvoleranno in un nuovi corpi.
Chi vorrà continuare il ciclo vitale ad infinitum potrà
farlo purché ne abbia i mezzi economici. Si potrà tornare ventenni
a volontà: quando il vigore del corpo comincia a declinare oppure pochi
istanti prima dell'ultimo respiro. Come atleta di skilift , si vola sulle
onde della vita senz'annegare. Dicono
che i troppi ricordi accumulati ogni volta che si torna ventenni, alla fine uccidano
davvero. Dicono che le aree cerebrali preposte ai ricordi ed al concetto del sé,
alla fine scoppieranno e si diventi pazzi. Gli scienziati più accreditati
invece dicono che il cervello faccia una cernita dei ricordi e i più remoti,
nebulosi e meno importanti siano cancellati. Secondo altri, nei vari cicli vitali
si perde la propria identità e ci si aliena in un individuo diverso da
quello di partenza. Supposizioni. Quisquiglie. Pinzillacchere. Dicono
che CRONOS rafforzi il potere delle caste messo in pericolo dalla morte corporale.
I capi delle grandi famiglie detentrici del potere economico e politico non farebbero
testamento evitando la morte grazie a CRONOS. Dicono che si arriverà al
controllo delle nascite perché molti non moriranno più. Si costruiranno
grandi astronavi dove immettere la popolazione eccedente come avvenne in Inghilterra
coi Puritani e le sette dei padri Pellegrini al tempo della colonizzazione del
Nord America. Le astronavi trasporterebbero gente verso pianeti compatibili. I
teologi sono convinti che sia meglio morire al termine del ciclo naturale. Chi
aborre la morte non è degno dell' altro Regno: l'eternità
– attributo divino - sarebbe già nostra senza il bisogno di CRONOS. Dicono
che CRONOS aborra la vera anima. CRONOS, un espediente di Satana che userebbe
la tecnica per la nostra perdizione. Altri dicono che non è possibile impadronirsi
dell'anima perché se la nostra anima fosse conoscibile, occorrerebbe una
seconda anima per conoscere la prima e una terza per conoscere la seconda. Secondo
altri attraverso CRONOS si trasmette un simulacro di coscienza. Si crea una vertiginosa
gerarchia di soggetti, somma di altrettante coscienze individuali. Eccelsi
filosofi invece ammirano CRONOS in grado di farci galleggiare nel futuro. Attraverso
CRONOS apprenderemo l'uso felice della eternità. Riavremo tutti gli istanti
della nostra vita e li combineremo a nostro piacimento. Comprai
CRONOS un mese fa. E' il quinto della serie. Tengo in soffitta gli altri computer
con obsolete stampanti e mouse. Se vivrò in nuovi cicli vitali, allestirò
un museo con tutti i computer posseduti. Anche CRONOS un giorno sarà sostituito
da computer più potenti ed intelligenti in grado di evitare la traslazione
delle coscienze individuali in nuovi corpi umani avendo a disposizione corpi di
materiale indelebile. Una
trentina di anni fa, pensavo che computer si scrivesse compiuter . Pensavo
- nella mia ignoranza - che il termine derivasse dal verbo compiere ,
una forma di participio passato fuori moda: compiuter da compiuto . Nacqui
in un paese sugli Appennini campani e le parole inglesi per me sono geneticamente
poco comprensibili; altrettanto la trasposizione in scrittura. Capivo l'importanza
di utilizzare questo portento della tecnologia moderna, ma nel profondo diffidai.
Comprai
CRONOS un mese fa in un negozio in Via dei Ponti Rossi, a Napoli. Mi accompagnò
una amica esperta di elettronica. Da solo sprovveduto come sono, mi avrebbero
fatto fesso rifilandomi un prodotto scadente, a prezzo esorbitante. Al momento
dell'acquisto feci parlare lei. Il venditore spazientito chiese chi di noi due
fosse l'acquirente. La mia amica rispose che ero io. Il commerciante perentorio
disse che dovevo parlare solo io; poi accettò il compromesso. L'amica mi
avrebbe suggerito solo i particolari tecnici del computer da acquistare. Pagai
e compilai due moduli, uno per il rimborso dell'acquisto da scaricare sugli emolumenti
della futura pensione e l'altro era la garanzia. L'amica mi aiutò a montarlo
in casa. Spostai una scansia piena di libri; appesi un quadro sulla parete attigua
e di fronte alla finestra il tavolo su cui porre CRONOS da usare tutti i giorni,
indelebile bisogno. CRONOS
è il prolungamento del mio cervello: la banca dati che mi proteggerà
dalla morte corporale. Tutta la Terra ne parla. CRONOS è la vera rivoluzione.
CRONOS preserva l'anima proiettandola a volontà in nuovi corpi, all'infinito.
Non
c'è bisogno di microfono. Si preme il bottone alla cinghia dell'orologio
al polso e si parla. CRONOS all'interno delle nostre case ascolta – ha il programma
per recepire filtrandola, solo la nostra voce – e registra gli avvenimenti che
ritiene utili per la sopravvivenza. CRONOS seleziona i dati e cancella ciò
che non serve. A sera in poltrona gli parlo del passato come a persona amica.
Parlo come chi è in analisi e recupera perduti ricordi. Più dati
gli do e più sono certo di essere io quando la coscienza mi sarà
traslata nel corpo del ventenne sosia. Comincio
a non temere la morte e le frustrazioni si attenuano nella certezza di rifarmi
nelle successive vite, aiutato dall'esperienza pregressa. A volte ci rifletto
sopra, non tanto su CRONOS, ma su cosa sia mai la coscienza individuale. Filosofi
e neuro scienziati lo fanno meglio di me arrovellandosi sui concetti di mente,
di autocoscienza e cose analoghe. Però ci penso lo stesso, sforzandomi
di trovare anch'io approdi razionali. Così evito l'apprensione che mi prende
se penso a quando avrò dismesso questo vecchio corpo per entrare nell'omologo
ventenne. Dico
che la coscienza sia la risultante della disposizione spaziale di cellule nervose
di determinate aree corticali e ippocampali. Per la precisione, sarebbe la distanza,
la disposizione spaziale tridimensionale e le connessioni di alcune cellule nervose
a determinare il senso del sé. Non basta. Importanti sarebbero anche la
disposizione e funzioni di alcune proteine all'interno di queste stesse cellule.
Poche migliaia di cellule e alcuni tipi di proteine incorporate nel loro citoplasma
sarebbero il nucleo dell'io, mentre la periferia della galassia sarebbe
formata dagli altri organi ed apparati del nostro corpo o del ventenne sosia che
tramite CRONOS accoglierebbe la nostra identità. Il nucleo sarebbe insostituibile
così come i nostri ricordi. Per analogia la coscienza individuale sarebbe
come il conto in banca di ciascuno sintetizzabile nella successione di pochi numeri
razionali. Tanto è. La cosa bella è che la base – o l'essenza -
del funzionamento di queste cellule e proteine sarebbe data da fenomeni elettrici.
Lo stimolo nervoso è infatti di natura elettrica e le proprietà
funzionali di queste proteine strategiche dipendono dalla loro disposizione spaziale
e carica elettrica. Lo stesso vale per CRONOS che consuma energia elettrica. Ma
cosa è la forza elettrica? I cosmologi concordano nel dire che è
una delle forze fondamentali dell'universo. Sto
in fibrillazione quando arriva il tecnico per le visite periodiche. Può
capitare che CRONOS s'inceppi, abbia il virus e distrugga i dati. Ipotesi che
stando alla statistiche sono remote. Comunque i danni sono risarciti dalla garanzia.
CRONOS è la mia luce. Le previsioni di molti si sono avverate: la Scienza
un giorno avrebbe sconfitto la morte corporale. ETERNI
TRAMITE CRONOS. L'umanità
divisa in due categorie: i possessori di CRONOS e i senza. Gli eterni ed i mortali
transeunti. Non c'è scelta: CRONOS o il regresso. L'ETERNITA
E' IN CYBER SPAZIO. CRONOS
è il dio ancestrale, il vorace Titano figlio di URANO. CRONOS che divora
le storie narrategli. Si nutre mangiando voxel. CRONOS ascolta, assimila, succhia
il senso delle frasi, le spolpa da anfratti temporali e dai segreti del subconscio,
le metabolizza e assimila. Sputa via con metallico rumore le parti residuali,
le parole prive ormai di senso, le frasi ridondanti, i fatti inutili, le incongruenze
e sentimentalismi futili.
Giuseppe
Costantino Budetta è
nato in Bellosguardo (SA) il 16/4/1950, diplomato presso il liceo classico A.
Genovesi di Napoli e laureato con lode in Veterinaria. Ha due specializzazioni
in immunoistochimica ed in alimentazione degli animali domestici. Ha pubblicato
oltre sessanta lavori scientifici alcuni dei quali su importanti riviste inglesi,
francesi ed americane. E' professore associato presso la Facoltà di Agraria
di Palermo. Firenze University Press sta per stampare un suo libro di anatomia
comparata e di fisiologia sulla circolazione sanguigna encefalica. Ha scritto
n. 11 romanzi, un centinaio di racconti ed un migliaio di poesie. Ha stampato
presso l'editore AR (Salerno) collegato ad una casa editrice di Udine diretta
dalla signora Anna K Valerio, il romanzo "Vento di terra" presentato
al salone del Libro di Torino (4-8) maggio 2006. Ha pubblicato presso L'editore
Andrighetti di Cento - Ferrara una raccolta di venti racconti. La casa editrice
'La Carmelina" ha stampato il giallo "Giallo Fiordaliso" e la casa
editrice "Fabula" in Roma gli ha pubblicato i romanzi: Doppia Venere
Di Milo, Magna Graecia e Skia.
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