VIENI ANDIAMO ALLA GUERRA

- Brano tratto dal romanzo E Johnny prese il fucile -



Dalton Trumbo

 


Giacere supini senza niente da fare e nessun posto dove andare era come essere su un'alta collina lontani dal rumore e dalla gente. Era come essere andati a fare campeggio da soli. Hai tanto tempo per pensare. Hai tempo per capire le cose. Cose alle quali non avresti mai pensato prima. Cose come per esempio il fatto di andare alla guerra. Sei così completamente solo sulla tua collina che i rumori e la gente non entrano nel tuo ripensare alle cose. Vedi le cose soltanto per te stesso e al di fuori di te stesso non esiste niente neanche la piú piccola cosa. Hai l'impressione che i pensieri vengano piú chiari e che le risposte siano piú sensate. E se anche non avevano senso poco importava perché tanto non avresti mai piú potuto farci niente.
Pensava eccoti qui Joe Bonham steso come un quarto di manzo appena macellato per tutto il resto della tua vita e per cosa? Ti hanno battuto una mano sulla spalla e ti hanno detto su ragazzo vieni andiamo alla guerra. E tu sei andato. Ma perché? In qualsiasi altro contratto quando compri una macchina o lavori sotto padrone hai il diritto di chiedere qual è il mio guadagno? Altrimenti compreresti macchine non buone a prezzi esorbitanti oppure sgobberesti per qualche fesso col rischio di morir di fame. Era una specie di dovere che uno aveva verso se stesso quando qualcuno gli veniva a dire figliolo fai questo o fai quello di alzarsi in piedi e rispondere mi scusi signore ma perché dovrei fare questo per chi dovrei farlo e cosa ci guadagnerò io alla fine? Ma quando arriva un tizio e ti dice su vieni con me a rischiare la tua vita forse a morire o a restar mutilato be' allora non hai piú nessun diritto. Non hai il diritto di dire né si né no o ci penso sopra. Ci sono un sacco di leggi che proteggono il denaro di un uomo anche in tempo di guerra ma non c'è un libro che dica che la vita di un uomo gli appartiene.
Naturalmente molti ragazzi si vergognavano. Alcuni dicevano andiamo a combattere per la libertà e così andarono e si fecero ammazzare senza mai pensare una volta alla libertà. E in ogni caso per quale tipo di libertà stavano combattendo? Quanta libertà? E di chi era quell'idea di libertà? Combattevano per la libertà di mangiare coni gelato gratis tutta la vita o per la libertà di derubare chiunque volessero tutte le volte che volessero o cosa altro? Quando tu dici a un uomo che non può rubare lo privi di una parte della sua libertà. Devi farlo. E comunque cosa cavolo vuoi dire libertà? È soltanto una parola come casa o tavolo. Solo che è un tipo speciale di parola. Uno dice casa e può segnare col dito una casa per indicarla. Ma quando uno dice andiamo a combattere per la libertà non ti può mostrare la libertà. Non ti può mostrare la cosa di cui sta parlando e allora come diavolo fa a dirti di andare a combattere per essa?
Nossignore chiunque sia andato a combattere nelle trincee del fronte in nome della libertà era un emerito cretino e chi ce l'ha mandato un maledetto ipocrita. La prossima volta che qualcuno veniva a raccontargli la storiella della libertà - ma quale prossima volta? Non ci sarebbe stata una prossima volta per lui. Ma al diavolo quello. Se ci fosse stata una prossima volta e qualcuno gli veniva a dire andiamo a combattere per la libertà gli avrebbe risposto caro signore io ci tengo alla mia vita. Non sono mica scemo e se metto in palio la mia vita per la libertà prima voglio sapere di che libertà state parlando e di chi è quell'idea di libertà ed esattamente quanta di quella libertà ne potremo poi godere noi. E inoltre caro signore quella libertà a lei interessa veramente tanto quanto vorrebbe che interessasse a me? E magari troppa libertà sarebbe altrettanto nociva che poca libertà e allora caro signore io penso che lei sia un gran ciarlatano e ho già deciso che mi va bene la libertà che ho qui adesso subito la libertà di camminare di vedere di sentire di parlare di mangiare e di dormire con la mia ragazza. Preferisco di gran lunga questa libertà piuttosto che combattere per un sacco di cose che noi non prenderemo e piuttosto che finire col non avere nessuna libertà del tutto. Finire morto finire per marcire sottoterra prima ancora che la mia vita sia veramente cominciata o finire come un quarto di manzo appena macellato. Caro signore la ringrazio. Combatta lei per la sua libertà. Quanto a me io me ne frego.
Perdio la gente ha sempre combattuto per la libertà. Nel 1776 l'America ha combattuto una guerra in nome della libertà. Tantissima gente ci mori. E alla fine l'America aveva forse piú libertà del Canada o dell'Australia che non avevano affatto combattuto? Forse io in questo modo non cerco di discutere ma semplicemente di porre delle domande. Se si guarda un uomo si può dire è un americano che ha combattuto per la sua libertà ha un aspetto molto diverso da un canadese che non l'ha fatto? No perdio non è diverso e questo è un fatto. Cosi forse un sacco di gente con moglie e figli mori nel 1776 mentre non era affatto necessario che morisse. Comunque ormai sono morti. Certo ma non è servito a niente. Uno può pensare che fra cento anni sarà morto e sepolto e non gliene frega niente. Ma pensare di morire domani mattina di morire per sempre di non diventare altro che polvere e concime per la terra questo si può chiamare libertà?
Stavano sempre combattendo per qualcosa i bastardi e se uno osava dire al diavolo la guerra è sempre la stessa solfa tutte le guerre sono uguali e nessuno ce ne cava niente di buono allora ti gridano in faccia che sei un vigliacco. Se non combattevano per la libertà combattevano per l'indipendenza o la democrazia o la liberazione o la dignità o l'onore o la patria o per qualsiasi altra cosa che non significa niente. La guerra si faceva per salvare la democrazia nel mondo nei piccoli paesi in tutti gli uomini. Se la guerra fosse finita in quel momento allora la democrazia nel mondo sarebbe stata salva. Ma lo era davvero? E quale tipo di democrazia? E quanta? E di chi?
C'era poi questa liberazione per la quale la povera gente si faceva sempre ammazzare. Era la liberazione da un altro paese? Era la liberazione dal lavoro o dalla malattia o dalla morte? La liberazione dalla propria suocera? Caro signore lei ci deve fare il favore di prepararci una lista di tutte queste liberazioni prima che noi partiamo per andare a farci ammazzare. Lei ci deve stilare un bel contratto scritto in chiare lettere così che noi sappiamo in anticipo perché ci facciamo ammazzare e ci dia anche una qualche forma di garanzia per essere sicuri che quando avremo finalmente vinto la sua guerra otterremo proprio quel tipo di liberazione che c'era scritto nel contratto.
Prendiamo la dignità. Tutti dicevano che l'America stava facendo una guerra per il trionfo della dignità umana. Ma quell'idea di dignità di chi era? E per chi era? Ci dica ci spieghi bene signore di che dignità si tratta. Ci dica come mai un degno uomo morto si debba sentir molto meglio di un indegno uomo vivo. Faccia un confronto con dei fatti precisi come la casa e il tavolo. Ce lo spieghi con parole che possiamo capire. E non ci parli dell'onore. L'onore di un cinese o di un inglese oppure di un negro dell'Africa o di un americano o di un messicano? Io prego tutti coloro che vogliono combattere per salvare il nostro onore di farci capire cosa diavolo sia l'onore. Stiamo forse combattendo perché l'onore americano sia salvo in tutto il mondo? Ma forse al mondo non piace l'onore americano. Forse gli abitanti delle isole dei mari dei Sud preferiscono il proprio tipo di onore.
Cristo fateci combattere per cose che possiamo vedere e sentire e toccare con mano e capire. Basta con le parole altisonanti che non significano niente come patria. La madre patria la patria terra la terra dei tuoi avi. Sempre la stessa menata. A cosa diavolo ti serve la tua madre patria quando sei morto? Se ti fai ammazzare combattendo per la madre patria è come entrare in un negozio a comprare qualcosa con gli occhi bendati. Paghi per qualcosa che non avrai mai.
E quando non riescono piú ad adescare la povera gente e a mandarla a combattere per la libertà la liberazione o la democrazia o l'indipendenza o la dignità o l'onore ci provano con le donne. Guarda quegli sporchi tedeschi dicono guarda come violentano le belle ragazze francesi e belghe. Qualcuno deve farli smettere. Perciò coraggio piccolo uomo vieni nell'esercito a salvare le belle ragazze francesi e belghe. E il piccolo uomo rimane attonito sottoscrive la sua firma e di li a poco una granata lo colpisce e la vita schizza fuori dal suo corpo ormai ridotto a una massa di carne sanguinolenta e muore. Morto per un'altra parola e tutti i fieri vecchi veterani dalla D.A.R. vengono fuori a gridar urrà sulla sua tomba fino a farsi la voce roca quest'uomo è morto per salvare le donne.
Ora è possibile che un uomo rischi di farsi ammazzare se le sue donne sono state violentate. Ma se lo fa be' per lui si tratta soltanto di tener fede a un contratto. Egli vuole semplicemente dire che stando al sentimento che prova in quel momento la sicurezza delle sue donne vale per lui piú della sua stessa vita. Ma non c'è niente di particolarmente nobile o eroico in questo. È un contratto preciso la sua vita in cambio di qualcosa che lui valuta piú degno. Non era né piú né meno che uno dei tanti contratti che un uomo può fare. Ma quando invece delle tue donne si tratta di tutte le donne del mondo allora cominci a difendere le donne in generale. Per farlo devi combattere in generale. E a questo punto stai ancora una volta combattendo soltanto per una parola.
Quando gli eserciti si mettono in marcia le bandiere sventolano e gli slogan risuonano dovunque stai in guardia piccolo uomo perché le castagne al fuoco non sono le tue ma di qualcun altro. Tu combatti solo per delle parole e non stai facendo un contratto onesto la tua vita in cambio di qualcosa di meglio. Fai il nobile ma quando ti avranno ammazzato quella cosa per cui hai tradito la tua vita non ti servirà a niente ed è molto probabile che non servirà nemmeno a qualcun altro.
Forse è male pensarla a questo modo. Ci sono un sacco di idealisti in giro che diranno siamo caduti così in basso da non avere niente di piú prezioso della vita? Esistono ancora ideali per i quali val la pena di combattere anche di morire. Se cosi non fosse saremmo peggio delle bestie selvatiche esaremmo ripiombati nella barbarie. Allora tu rispondi d'accordo restiamo pure barbari purché non ci sia la guerra. Tenetevi pure i vostri ideali purché io non debba pagarli con la mia vita. E quelli dicono ma come i principi sono piú importanti della vita. E tu ah no forse saranno piú importanti della tua vita ma non della mia. Cosa diavolo è un principio? Quando l'hai nominato è finito lì.
Di gente che muore dalla voglia di sacrificare la vita degli altri ce n'è sempre e parlano parlano a voce alta parlano sempre. Li trovi nelle chiese nelle scuole sui giornali nei tribunali al parlamento. È il loro mestiere. Fanno discorsi fantastici. La morte ma non il disonore. Questa terra santificata dal sangue. Questi uomini che morirono così gloriosamente. Non saranno morti invano. I nostri nobili morti.
Uhmmm.
Ma i morti cosa dicono?
Ne è mai tornato indietro uno uno solo dei milioni che sono stati uccisi ne è mai tornato indietro uno a dire perdio sono contento di esser morto perché la morte è sempre meglio del disonore? Hanno detto sono contento di esser morto per salvare la democrazia nel mondo? Hanno detto preferisco la morte piuttosto che perdere la libertà? Uno di loro ha mai detto mi fa piacere pensare che mi hanno fatto scoppiare le budella per l'onore del mio paese? Uno di loro ha mai detto guardatemi sono morto ma sono morto in nome della dignità il che è molto meglio che essere vivo? Uno di loro ha mai detto eccomi qua che da due anni marcisco in una tomba straniera ma è meraviglioso morire per la madrepatria? Uno di loro ha mai detto urrà sono morto per amore delle donne e sono felice non sentite come canto anche se ho la bocca piena di vermi?
Solo i morti sanno se vale la pena o no di morire per tutte quelle cose di cui la gente parla. E i morti non possono parlare. Cosí i discorsi sulla nobile morte sul sacro sangue e l'onore e altre cose del genere vengono messe sulle labbra dei morti da dei profanatori di tombe e da truffatori che non hanno alcun diritto di parlare a nome dei morti. Se un uomo dice la morte piuttosto del disonore o è un fesso o è un bugiardo perché lui non sa cosa sia la morte. Non è in grado di giudicare. Conosce soltanto la vita. Non ne sa niente della morte. Se è un fesso e crede nella morte piuttosto del disonore lasciamo pure che vada a farsi ammazzare. Ma lasciate in pace tutti i piccoli uomini che hanno già troppo da fare per dover pensare anche a combattere. E anche tutti quelli che dicono che balle son queste sulla morte è la vita che conta e viene prima della morte anche quelli lasciamoli in pace. Perché quando uno dice che non val la pena di vivere senza un ideale così grande da esser pronto a sacrificare la vita per esso vuoi dire che è matto da legare. E quelli che dicono vedrai verrà il tuo momento non si scappa dovrai combattere e morire perché questa è la tua vera vita be' anche loro sono matti da legare. Parlano a vanvera come degli sciocchi. Dicono che due più due non fa niente. Dicono che per proteggere la propria vita un uomo deve morire. Se accetti di combattere accetti di morire. Ora se muori per proteggere la tua vita non sei certo piú vivo e allora che senso ha una cosa del genere? Un uomo non dice digiunerò fino alla morte per non morir di fame. Non dice spenderò tutti i miei soldi per risparmiarli. Non dice brucerò la mia casa per impedirle di prender fuoco. Perché dunque dovrebbe desiderare di morire per il privilegio di vivere? Nei fatti della vita e della morte dovremmo avere tanto buon senso quanto ne abbiamo andando a comprare il pane.
E tutti quelli che sono morti tutti quei cinque milioni o sette milioni o dieci milioni di uomini che s'imbarcarono e morirono per salvare la democrazia nel mondo per assicurare al mondo l'esistenza di parole senza significato che cosa provarono un momento prima di morire? Che cosa provarono mentre vedevano il proprio sangue sgorgare nel fango? Che cosa provarono quando il gas entrò loro nei polmoni e cominciò a rodere tutti gli intestini? Che cosa provarono mentre giacevano a letto atterriti negli ospedali e guardavano in faccia la morte e la vedevano venire e portarseli via? Se la cosa per cui combattevano era abbastanza importante da esser pronti a morire per essa allora doveva essere anche abbastanza importante perché il loro ultimo pensiero prima di morire fosse rivolto ad essa. Era logico. La vita è terribilmente importante perciò se l'hai data via per qualcosa negli ultimi minuti che ti restano penserai con tutte le tue forze alla cosa per la quale l'hai tradita. Dunque tutti quei ragazzi sarebbero morti pensando alla democrazia e alla liberazione e alla libertà e all'onore e alla sicurezza del focolare domestico e alle strisce e alle stelle della bandiera americana?
Hai proprio ragione tu non l'hanno fatto.
Sono morti piangendo dentro di sé come neonati. Hanno dimenticato la cosa per cui combattevano per le cose per cui stavano morendo. Hanno pensato a cose che un uomo può capire. Sono morti desiderando ardentemente di vedere il viso di una persona amica. Sono morti invocando una madre un padre una moglie un bambino. Sono morti col cuore straziato dalla voglia di rivedere un'ultima volta il luogo in cui erano nati ti prego dio un'ultima volta. Sono morti gemendo e sospirando la vita. Sapevano quali erano le cose importanti. Sapevano che la vita era tutto e sono morti tra urla e singhiozzi. Sono morti con un solo unico pensiero in testa che era voglio vivere voglio vivere voglio vivere.
Lui lo sapeva bene.
Lui era la cosa piú vicina a un morto che ci fosse sulla terra.
Lui era un uomo morto con una mente che sapeva ancora pensare. Lui sapeva tutte le risposte che sapevano i morti ma loro non potevano piú pensarle. Lui poteva parlare per i morti perché era uno di loro. Lui era il primo soldato fra tutti quelli morti dall'inizio dei tempi che avesse ancora una mente con la quale pensare. Nessuno poteva avere qualcosa da ribattere. Nessuno poteva dimostrare che si sbagliava. Perché nessuno sapeva tranne lui.
Lui poteva dire a tutti quei magniloquenti figlidiputtana assetati di sangue quale fosse esattamente il loro sbaglio. Lui poteva dire caro signore non c'è niente per cui valga la pena di morire io lo so perché io sono morto. Non c'è una parola che valga la vita. Preferirei piuttosto lavorare in una miniera di carbone profonda sotto terra e non vedere mai la luce del sole e mangiare pane e acqua e lavorare venti ore al giorno. Preferirei quello piuttosto che morire. Io tradirei la democrazia per avere salva la vita. Io tradirei l'indipendenza e l'onore e la liberazione e la dignità per avere salva la vita. Io do a lei tutte queste cose e lei dà a me il potere di camminare e vedere e sentire e respirare l'aria e assaporare il cibo. Lei si prenda le parole. Mi ridia indietro la mia vita. Ormai io non chiedo nemmeno piú una vita felice. Non chiedo una vita decente o una vita onorevole o una vita libera. Io sono al di là di tutto questo. Io sono morto e perciò chiedo semplicemente la vita. Vivere. Sentire. Essere qualcosa che si muove sulla terra e che non è morto. Io so che cos'è la morte e voi che ciarlate tanto di morire per delle parole non sapete nemmeno che cosa sia la vita.
Non c'è niente di nobile nel morire. Nemmeno quando si muore per l'onore. Nemmeno quando si muore come il piú grande eroe di tutti i tempi. Nemmeno se sei così grande che il tuo nome non verrà mai piú scordato e chi è così grande? La cosa piú importante è la vostra vita o piccoli uomini. Da morti non servite a niente se non per i discorsi. Non lasciatevi piú ingannare. Non ascoltateli piú quando vengono a battervi sulla spalla e vi dicono andiamo dobbiamo combattere per la libertà o per una qualsiasi altra parola ce l'hanno sempre una parola.
Dite semplicemente mi dispiace signore ma non ho tempo per morire sono troppo occupato e poi voltatevi e scappate via a gambe levate. Se vi dicono che siete dei vigliacchi non fateci caso perché il vostro mestiere è quello di vivere e non di morire. Se parlano di morire per dei principi che sono piú importanti della vita rispondete signore lei è un bugiardo. Non c'è niente piú importante della vita. Non c'è niente di nobile nella morte. Che cosa c'è di nobile nel giacere in terra e marcire? Che cosa c'è di nobile nel non rivedere mai piú la luce del sole? Che cosa c'è di nobile nel farsi strappare via da una granata le braccia e le gambe? Che cosa c'è di nobile nell'essere un idiota? Che cosa c'è di nobile nell'essere cieco e sordo e muto? Che cosa c'è di nobile nell'essere morto? Perché quando sei morto signore è tutto finito. Non c'è piú niente da fare. Sei meno di un cane meno di un topo meno di un'ape o di una formica meno di un vermiciattolo bianco che si arrampica su un mucchio di letame. Sei morto signore e sei morto per niente.
Sei morto caro mio.
Morto.




(Brano tratto dal romanzo E Johnny prese il fucile, Bompiani editori, Milano, 1984. Traduzione di Milli Graffi.)


Dalton Trumbo

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