ZONE FRANCHE Giuseppe
Budetta
Da cinquantacinquenne le frasi in lettere cubitali sul giornale lo avevano allarmato
accendendo aree nervose dell'amigdala, dell'ippocampo e contattando le corticali
pre frontali ed altre d'indeterminata funzionalità. Il quotidiano riportava
in prima pagina la cronaca del giorno prima:
LA
RIVOLTA DI MILANO E LE REAZIONI IN CINA. SERVE EQUILIBRIO. SPERIAMO IN UNO
SPIRITO DI EQUITA E GIUSTIZIA. LA TREGUA DI CHINATOWN, MA LA PROTESTA CONTINUERA. SESSO,
CLANDESTINI E MERCI CONTRAFFATTE, COSI LA TRIADE GESTISCE TRAFFICI E DENARO ALL'INTERNO
DI ZONE FRANCHE.
Ci sono zone franche ovunque. Zone dove la Legge non arriva perché ci sono
i capizona - camorristi, mafiosi, 'ndranghetisti e similari. Poi ci sono le zone
franche cinesi, islamiche, dell'est europeo con regolamenti autoctoni. In
pochi rispettano la legge dello Stato oppure ne sono costretti perché facilmente
soggetti ai controlli dell'ufficio delle tasse, del datore di lavoro e in casa
dalla moglie. A pensarci bene anche in casa ci sono aree franche con esclusivo
accesso in pantofole e mai con scarpe. C'è poi il guardaroba e i comodini
riservati all'oggettistica della coniuge oltre alla scarpiera tant'è che
ne ha comprato una per le proprie scarpe. E poi col telefonino della coniuge come
la mettiamo? Oppure con la borsetta, i conti della spesa e la cucina? Gli utensili
in cucina chi li ordina e censisce? Campi riservati dove solo lei ci mette liberamente
il naso. E i lunghi enigmatici mutismi che la prendono all'improvviso senza un
reale perché? Non sono questi silenzi coniugali zone di pensiero franco?
Estrapolando, ci sono le categorie iper protette con spiccata autonomia gestionale
come quelle dei prof. universitari, dei notai e dei bancari. Si sentiva libero
solo in bicicletta. Con la bici faceva campagnole percorrenze assaporando l'aria
primaverile ricca di umori, con la faccia ai venticelli e l'illusione che nessuno
lo controllasse. Lasciava la bici in una forra e s'inoltrava per il bosco osservando
ampi declivi erbosi, valloni pieni di siepi e tra i rami sconosciuti uccelli.
Anche lì una volta come se una voce spuntata da chissà dove a dirgli:
"Questo non è il posto cui appartieni."
Quelli delle zone franche fanno soldi a palate e vivono in un altro mondo con
regole inusitate, interdette ai comuni mortali. Quelli delle zone franche fanno
affari e contattano i politici. Egli invece è invisibile come una particella
sub atomica il cui percorso si evidenzia tramite particolari esperimenti negli
acceleratori del CERN. Se trasgredisce, la sua esistenza si rende visibile ai
controllori che lo rilevano e lo colpiscono. Deve vivere correttamente. Non esistono
alternative. Può illudersi di essere libero solo in bicicletta su una strada
di campagna o nel bosco facendo però anche lì attenzione a rispettare
i divieti anti inquinamento, le norme della stradale e forestale.
Dove lo Stato è assente come nei Quartieri spagnoli tutto è
consentito, anche il delitto vista l'alta incidenza di killer impuniti a Napoli.
Nelle zone franche non si lotta per arrivare a fine mese senza debiti. Da comuni
cittadini meglio è non ammalarsi: subentrerebbero spese suppletive come
i ticket per le visite mediche, le medicine e la degenza ospedaliera. Non giocare
al lotto grosse cifre, non fumare, sperare che la moglie non si ammali, non abbia
problemi ginecologici o di climaterio visto che l'età avanza, non prendere
contravvenzioni e accordarsi senza dover ricorre agli avvocati. L'esistenza in
chi non è in zona franca deve passare inosservata come la sua che vive
al di sotto della soglia della visibilità e al di sopra appena di quella
di povertà. Non disturbare chi manovra grosse somme, ha imponenti rendite
finanziarie e vive da nababbo. Quelli stanno in zone franche in tutti i sensi,
le uniche con accesso ai mass media dove ci sono sempre le stesse facce, i medesimi
soggetti come in una cricca. Le loro immagini diffuse in mille modi e pose: da
vestiti, semi vestiti o nudi, con o senza accompagnatrice; con cravatte e scarpe
firmate o spigliati in apparente rivolta all'imperante conformismo. Rotocalchi,
riviste di gossip, quotidiani, o le tivvù private fanno a gara nel riportare
le notizie dei VIP, i nuovi dei. Anche la tivvù statale non scherza nell'evidenziare
le stesse facce ad ogni ora. Reality show, reality finction, gli E.R., gli show
calcio, la soap opera: zone franche con inamovibili personaggi. Olimpi irraggiungibili
dove l'aria è celestina e priva dello smog che alligna in suburra. Di là
l'Olimpo, di qua l'Ade. Perché in politica non è lo stesso?
Ricordò una frase letta chissà dove: la politica italiana così
cupa ed ingarbugliata, così tragica ed indecifrabile
anche lì
le zone franche. Gli ebbe detto un religioso in soccorso ai suoi angosciosi
dilemmi: "Perché il Padre eterno è forse libero? Deve fare
solo il Bene. Uno che deve fare solo il Bene lo definisci libero? Uno che deve
sempre aborrire il Male che comunque esiste, è libero? Poi è risaputo:
nell'aldilà ci sono zone franche, vedi l'Inferno." "Allora
è una necessità generale. Neanche dopo
dopo la morte se ne
può fare a meno." Così è. Da un po' questa
frase girovagò nelle sue circonvoluzioni cerebrali fuoriuscendogli spontanea
nei pensieri: così è. Oppure la variante: così
deve andare. Più osservava il mondo brulicante e più ripeteva
tra sé e sé: così è. Anche nel cervello c'erano
zone franche: pensieri bui, sogni strani, speranze che la logica cosciente a stento
riesce a troncare, tensioni irrazionali, afflati, fantasie erotiche, frasi ermetiche.
Oppure se toccava il corno che la moglie solerte gli aveva cucito sotto giacca.
O l'amuleto dietro porta di casa. Erano tutte zone franche al di fuori della comune
logica. Zone aliene. Andare avanti schivando accidenti interni ed esterni.
Evitare zone franche dentro e fuori. Così è.
Giuseppe
Costantino Budetta è nato in Bellosguardo (SA) il 16/4/1950, diplomato
presso il liceo classico A. Genovesi di Napoli e laureato con lode in Veterinaria.
Ha due specializzazioni in immunoistochimica ed in alimentazione degli animali
domestici. Ha pubblicato oltre sessanta lavori scientifici alcuni dei quali su
importanti riviste inglesi, francesi ed americane. E' professore associato presso
la Facoltà di Agraria di Palermo. Firenze University Press sta per
stampare un suo libro di anatomia comparata e di fisiologia sulla circolazione
sanguigna encefalica. Ha scritto n° 10 romanzi, un centinaio di racconti
ed un migliaio di poesie. Ha stampato presso l'editore AR (Salerno) collegato
ad una casa editrice di Udine diretta dalla signora Anna K Valerio, il romanzo
"Vento di terra" presentato al salone del Libro di Torino (4-8) maggio
2006. Ha pubblicato presso L'editore Andrighetti di Cento - Ferrara una raccolta
di venti racconti. La casa editrice 'La Carmelina" ha stampato il giallo
"Giallo Fiordaliso" e la casa editrice "Fabula" in Roma gli
ha pubblicato i romanzi: DOPPIA VENERE DI MILO e MAGNA GRAECIA. La rivista
scientifica Psychologia ha pubblicato alcuni dei suoi saggi come "Scienza
e Conoscenza".
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