LO SCONFITTO

Felipe Benětez Reyes

 




So che porto le mie truppe alla morte.

Cadono le torri in fiamme e fuggono i cavalli
feriti, zoppicanti, strisciano cadaveri
di vecchi mercenari.

Sento il clacson
di un'auto che mi chiama
e il rumore di chiavi alla mia porta.
Tra la bruma spessa e le sanguinanti armature
l'esercito delle nere corazze
avanza e so che è tardi:
arde nel cielo gelato una bandiera
di tenebre, bottino della gloria.

E' caduto il mio ultimo cavalire
e per strada si sentono trascinare tubi d'irrigazione,
e trascinandosi l'acqua, come questo sangue
innocente che scorre davanti ai miei piedi.

Luccica una spada superba che minaccia la regina,
vagando in questo campo di solitudine e morte,
in questa stanza piena di fumo.

Non ho potuto salvare il Re mio signore.
Come altre volte, aspettiamo
quella voce indistinta
che annuncia la nostra morte.
Abbiamo perso
questa abitudinaria partita a scacchi.

(Traduzione di Alessandro Ghignoli.)



Felipe Benětez Reyes č nato a Rota (Cŕdiz) nel 1960. Poeta, romanziere, saggista č stato direttore delle riviste letterarie "Fin de Siglo", "El Libro Andaluz" e "Renacimiento", e collabora attualmente con varie testate giornalistiche. Il testo pubblicato č tratto dalla raccolta Simmetria e altre poesie (Edizioni Via del Vento, Pistoia 2004).


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