DIONISIO E I TITANI
William Wall
Lí (...) accanto al tripode sacro sul quale la Pizia
si sedeva per pronunciare i suoi oracoli, si trovava uno strano oggetto
- una sorta di bara o di urna cineraria che recava un'iscrizione, "Qui
giace il corpo di Dioniso, figlio di Semele".
(Walter Pater -
Greek Essays) Semele
stava correndo troppo forte e, allo svoltare della stretta curva a un miglio dall'hotel,
la sua macchina si ando' a schiantare in una trebbiatrice a rimorchio attaccata
sul retro di un trattore. L'unico vantaggio dell'incidente fu che Semele probabilmente
non ebbe il tempo di rendersi conto di cosa stesse succedendo, a meno che il cervello
non conservi un ultimo pensiero in quel lasso di tempo in cui la bocca si apre
e si chiude per uno stimolo nervoso. Probabilmente morí sul colpo. Ad ogni
modo, il suo corpo continuó a nutrire Denis abbastanza a lungo da permettere
alla polizia di chiamare i pompieri per rimuovere la trebbiatrice e le lamiere
dell'auto che avevano intrappolato le gambe della donna e da consentire al pompiere
con la fiamma ossidrica di notare che era incinta e presumibilmente in travaglio.
Allora ventilarono Semele e per il resto lasciarono che la natura facesse il suo
corso. Fu cosí che Denis venne al mondo, un bambino dalla pelle scura nella
luce intermittente delle auto della polizia, al tenue bagliore bluastro della
fiamma ossidrica. Un inizio infausto. 'Si tratta di Semele', disse il pompiere
con la fiamma ossidrica. 'Cristo santo, era cosí bella'. Il sergente
di polizia disse 'Portatemi quel bastardo di Zoot. Probabilmente é in albergo'.
Cosí una volante sfrecció oltre la curva che Semele aveva mancato
e ritornó con Zoot, ubriaco fradicio come al solito, ma abbastanza sobrio
da capire che la sua donna gli aveva lasciato un bel problema. 'Questo é
il colmo', disse. Diede un'occhiata al bambino, poi infiló la testa nella
vettura e guardó Semele: aveva visto abbastanza per quella sera. Prese
con sé il bambino e s'incamminó nella notte. 'Questa le batte
tutte', disse il pompiere, guardando Zoot che vacillava nella luce rotante delle
sirene. Poi si voltó verso qualcun altro e aggiunse, 'Sará meglio
chiamare i servizi sociali, prima che quel bastardo di Zoot faccia del male al
bambino'. 'Lo chiameró Denis', disse Zoot, voltandosi nella penombra.
'Come mio padre'. Il pompiere e il poliziotto sogghignarono perché
tutti da quelle parti sapevano che l'identitá del padre di Zoot era un
mistero, ma cercarono di non farsi notare dall'uomo poiché, dopo tutto,
il paese era piccolo e bisognava pur sempre vivere insieme in un modo o nell'altro.
Cosí Zoot mise un po' la testa a posto, inizió a bere di meno e
a giocare a poker solo una volta alla settimana. Ogni tanto, si arrangiava con
qualche lavoretto pur continuando a rimanere disoccupato, cercando di spremere
il governo il piú possibile e beneficiando, di tanto in tanto, di qualche
piano governativo escogitato per compiacere i burocrati e spillare soldi dalle
loro tasche. I servizi sociali si intromisero nella faccenda e fecero del loro
meglio per convincere Zoot a rinunciare al bambino senza fare troppe storie.
Per prima cosa provarono a minare la sua autostima. 'Zoot', gli dissero, 'tu non
sei capace di crescere un bambino. Che cosa ne sai dei bambini? Bevi da quando
avevi, quanto? dieci, dodici anni?' 'Nove', rispose Zoot con amarezza. Un
tempo questa era una cosa di cui vantarsi, ora, senza dubbio, stava diventando
un intralcio, tuttavia non era abitudine di Zoot mentire. 'Fumi come un turco.
E per giunta senza filtro'. Zoot assunse quella sua espressione malinconica
che solitamente aveva molta presa sulle donne. L'assistente sociale era una donna.
'Ho intenzione di smettere per la Quaresima'. 'Mancano ancora sei mesi alla
Quaresima. Sei fuori tutte le sere tra un pub e l'altro. Tu e Semele non eravate
neppure sposati: saresti un cattivo esempio per il bambino'. 'Sto andando
quasi sempre in albergo ultimamente', disse Zoot nel tentativo di difendersi.
'E un'altra cosa ancora, il bambino é di colore. Come credi di poter tirare
su un bambino di colore in un posto del genere? Non passerá certo inosservato'.
'E' cosí per via di Semele', disse Zoot. 'Semele veniva dai Caraibi. Non
c'é nessuno di sangue misto da parte mia'. 'Santo cielo, non venirmi
a fare una lezione di genetica', disse la donna. 'Quello che sto cercando di dire
é che non é giusto'. Zoot intravide in ció un barlume
di luce, un'opportunitá. 'E' un'osservazione razzista', disse. 'Potrei
sporgere reclamo per una cosa del genere. Ti sbatterebbero fuori in un attimo'.
L'assistente sociale sospiró. 'Ti terró d'occhio come un falco.
Non ti libererai di me tanto facilmente'. Zoot viveva in una di quelle case
popolari che il governo aveva costruito intorno agli anni '30. Apparteneva a suo
nonno e quando questo inizió a dare fuori di matto, Zoot lo portó
all'ospizio della contea e cosí in un certo senso ereditó la casa,
a parte il fatto che formalmente rimaneva di proprietá del Comune per un
affitto irrisorio. Suo nonno, il cuo nonno aveva vissuto la carestia, aveva la
premura di coltivare varie verdure e patate in quell'acro di terra che gli avevano
dato assieme alla casa. Coltivava carote, cavoli, rape e a volte fagioli francesi,
cosi simili, durante la fioritura, ad uno schizzo di sangue lungo canne alte tre
metri. Coltivava anche patate, che peró guardava con sospetto per via delle
storie raccontategli da suo padre sulla peste nera del 1847. Ma quando Zoot si
approprió della casa, le verdure andarono in malora e marcirono e la natura
inizió a reclamare il giardino. Zoot e Semele facevano spesso l'amore laggiú
nelle notti d'estate, protetti dal resto del mondo da una foresta subtropiacale
di cavoli. All'etá di settantaquattro anni, il vecchio appiccó
fuoco ad un capanno di legno e si ustionó le gambe quando i barattorli
di vernice iniziarono ad esplodere. Si rimise presto in salute, ma inizió
a farneticare. Una volta preparó del té con un veleno per ratti,
un'altra tentó di costruire un flauto gigante con un pezzo di pluviale.
Zoot chiamó il dottore e si trovarono d'accordo sul fatto che l'uomo fosse
diventato un pericolo per se stesso e per gli altri, cosí decisero di portarlo
all'ospizio della contea e lo lasciarono lí, con indosso un pigiama a righe,
in un letto con la testata di ferro. Le ultime parole che Zoot gli sentí
dire furono, 'Non avrei mai pensato di finire in un ospizio'. Zoot ritornó
una settimana dopo per vedere come se la passava e fu accolto all'ingresso del
reparto da un'infermiera di colore che gli disse, con un curioso accento cantilenante,
che suo padre era depresso. Zoot non capí una sola parola di quello che
disse, ma era incantato dalla singolare articolazione dei seni e dei fianchi della
donna e dal rapporto tra il camice e le sue cosce. Il fatto che suo nonno se ne
fosse stato seduto per tredici minuti - stando alla sveglia sul comodino - a fissarlo
senza aprire bocca non lo aveva minimamente turbato. Prima di andarsene, la invitó
a bere qualcosa. Si trattava di Semele. Si trasferí da lui un mese dopo.
Fu un accordo conveniente dato che Semele guadagnava abbastanza da soddisfare
i bisogni alimentari di Zoot mentre egli solitamente riusciva a racimolare il
necessario per pagarsi le birre da solo. Non beveva mai superalcolici perché,
a detta sua, i liquori erano per alcolizzati. Ma Semele sapeva apprezzare un buon
amante e Zoot apparteneva a quella rara categoria di persone che trovano piacere
solo nel dare piacere agli altri. Fu il primo uomo in Irlanda che era riuscito
a darle un orgasmo e qualche tempo dopo, quando divenne pratico della cosa, raggiunse
addirittura un sorprendente totale di sette in una sola volta. 'Stai diventando
insaziabile, ragazzo', gli diceva piena di languida ammirazione. 'Il
migliore'. Zoot era lusingato dalla sua ammirazione e divenne un vero esperto
in materia. Avrebbe potuto tenere un corso sul fare l'amore se solo Bruxelles
l'avesse considerato un argomento degno di una sovvenzione statale. Ma non era
cosí. In un certo senso, dunque, indifferente alla tragedia dal momento
che Semele riceveva da lui piú di quanto egli non ricevesse da lei, Zoot
rimase pressoché impassibile alla notizia della sua morte. Per come la
vedeva lui, era Semele che aveva perso qualcosa, non lui. Tutto sommato, egli
era ancora vivo. Ma con il bambino era un'altra storia. A lungo andare
l'egoismo avrebbe finito col corrodere il fragile vincolo tra padre e figlio e
Denis sarebbe finito sulla soglia di una centrale di polizia avvolto in qualche
coperta avanzata all'esercito. Il tempo da solo sarebbe bastato a produrre un
simile cambiamento senza bisogno di nessun altro stimolo: Zoot si sarebbe semplicemente
stufato di questa situazione. Ma i servizi sociali l'avrebbero condannato ugualmente
sia che avesse abbandonato il bambino o che l'avesse tenuto con sé. L'unica
procedura corretta era quella di affidare loro la cura del bambino secondo le
modalitá previste dalla legge. Ma qui entró in gioco l'innato risentimento
di Zoot nei confronti di un ente che spesso aveva messo in discussione la sua
adeguatezza al lavoro. Quando contestarono il suo diritto a tenere con sé
il bambino, Zoot ne rivendicó la paternitá. Quando gli dissero che
non sapeva come badare ad un bambino, si iscrisse ad un corso per genitori. Quando
gli dissero che la casa non era adatta per viverci (per dirne una, mancavano i
vetri in due delle finestre da quella sera in cui Zoot aveva dato della troia
nera a Semele), organizzó una colletta comunale per ristrutturarla e ingaggió
un'impresa edile per mettere su una doccia, sostituire tutte le finestre di legno
con infissi anodizzati e doppi vetri e per costruire una veranda davanti alla
porta d'ingresso cosí da evitare le correnti d'aria. Imparó a modulare
dolcemente la voce, a cambiare pannolini e a fare tutti quei versi e le vocine
che si usano con i bambini. Non dormiva mai per una notte intera e si rammaricava
con le altre donne per non avere le tette, cosa che gli avrebbe reso tutto piú
facile. Pur di sconfiggere il sistema, divenne un buon genitore. Un curioso
effetto collaterale fu che si legó al bambino. Per ben tre anni i servizi
sociali non mollarono la presa e durante tutto quel tempo, mentre Denis diventava
pian piano un ragazzino, Zoot riuscí a trasformare la lotta in un gioco.
'Stanno arrivando le SS', gridava e iniziava a camminare a passo d'oca per tutta
la stanza, col braccio rigido disteso in avanti a formare un angolo con il resto
del corpo. A volte si disegnava un paio di baffetti finti sul viso e conciato
in quel modo ricordava molto Charlie Chaplin nella parte di Adenoid Hynkler nel
film Il Grande Dittatore: Zoot, infatti, era di corporatura molto piccola
e aveva le spalle strette come risultato di quasi una vita intera passata a nutrirsi
dal collo di una bottiglia. Tuttavia, grazie alle birre, aveva una bella pancia
rotonda che Semele trovava irresistibile. Man mano che cresceva, Denis iniziava
ad amare sempre piú questo gioco e a richiederlo in continuazione, soprattutto
prima di andare a letto, e cosí Zoot ci costruí sopra un'intera
mitologia. Gli raccontó della donna nera delle SS che rapiva i bambini
per poi mangiarli, della strega delle SS che trasformava i bambini in schiavi,
dell'ispettore delle SS che chiudeva i pub e radunava in branco tutti i padri
che bevevano fuori orario, delle truppe d'assalto delle SS che arrivavano nelle
notti di vento sbattendo porte e finestre e mugolando lungo i comignoli. Eppure,
malgrado queste storie, Zoot instillava in Denis un forte senso di sicurezza.
'Guarda cos'ha fatto papá', gli diceva. 'Ha messo i doppi vetri infrangibili.
Le truppe d'assalto non possono romperli'. Gli raccontava grosse bugie su battaglie
contro le SS e una storia vera su come se l'era svignata oltre il muro sul retro
del pub Muck's quella volta che avevano organizzato una retata nel locale un'ora
dopo l'orario di chiusura. Cosí Denis crebbe felice e spontaneo fino all'etá
di tre anni, quando Zoot commise un errore madornale che il corso per genitori
avrebbe potuto scongiurare se non fosse per il fatto che le persone che organizzano
corsi del genere solitamente hanno una scarsa nozione di storia. Zoot decise
di festeggiare il compleanno di Denis in grande stile e, dal momento che tre anni
sono un'etá considerevole, pensó che fosse ora di chiamare una baby-sitter.
Da padre scrupoloso quale era, inizió a guardarsi intorno in cerca di una
persona adatta a questo lavoro. Simon e Anna Tynan erano suoi cugini quindi ritenne
di conoscerli abbastanza bene, sebbene non avesse mai parlato con loro eccetto
quella volta al funerale di suo padre quando dissero, 'le mie condoglianze',e
Zoot rispose 'molte grazie'. I Tynan erano piú alti di Zoot e si assomigliavano
come due gocce d'acqua - stessi visi pallidi e smunti e occhi sbarrati - a tal
punto che la gente credeva che fossero gemelli e non semplicemente fratello e
sorella. Avevano all'incirca la stessa etá di Zoot e non avevano mai lavorato
neppure un giorno in vita loro. Tuttavia, avevano avuto modo di osservare come
i genitori si comportassero con i propri figli e quando Zoot li chiamó
dall'albergo si sfregarono le mani per la gioia e iniziarono a mettere su un repertorio
da intrattenitori. Comprarono un paio di burattini, uno specchio per bambole e
un sonaglio. Arrivarono con dieci minuti d'anticipo e stettero a guardare Zoot
con un certo interesse mentre si radeva nel lavello della cucina. Quando Zoot
disse loro che sarebbe ritornato per orario di chiusura gli risposero 'fá
con calma, tranquillo'. Per tutto il tragitto fino all'hotel Zoot pensó
che fossero i baby-sitter perfetti. Poi pensó ad una pinta di Murphy's.
Ritornó a casa ubriaco fradicio alle due del mattino dopo essersene stato
fino a quel momento nella hall riservata ai clienti in compagnia del portiere
di notte/proprietario. Trovó i servizi sociali che lo attendevano, i Tynans
uno accanto all'altra sul divano e Danis addormentato sulle loro gambe con in
mano il sonaglio e un burattino. Fu uno shock per il suo sistema a tal punto che
sentí il bisogno di voltarsi di nuovo e vomitare tra le erbacce della coltivazione
di cavolo. Ma vomitare non lo aiutó a chiarirsi le idee e fu probabilmente
per questo motivo che morse l'assistente sociale e tentó di strangolare
Simon Tynan. Anna Tynan, peró, riuscí a fermarlo e pronunciando
qualche formula misteriosa si allontanarono portando Denis con loro. L'ultima
ad uscire fu l'assistente sociale, che gli lanció un'occhiata fulminante
e disse: 'Faremo richiesta per un'ordinanza d'affidamento. Ti avevo avvertito'.
Fu cosí che attraverso un contorto processo legale Zoot fu sconfitto dal
sistema e dovette rinunciare a Denis. Seguirono numerose udienze in tribunale
nel corso delle quali i servizi sociali dimostrarono di avere prove di vecchia
data nonché ricche e svariate fonti di informazioni, a tal punto che Zoot
rimase sbalordito dalla quantitá di cose che aveva fatto nella sua breve
vita. In una di queste occasioni in cui era piú di buon umore, se ne uscí
dicendo che non si era mai reso conto di essere un tale casinista. Per tutta
la durata del processo Denis fu dato in affidamento e la scelta sembró
ricadere naturalmente sui Tynans. Ottennero il bambino senza troppi sforzi grazie
ai burattini e al sonaglio, dal momento che Zoot non gli aveva mai comprato nessun
tipo di giocattolo. La gente diceva che era un peccato che se ne stessero sempre
per conto loro, i Tynans, e che non avessero trovato qualcuno con cui sposarsi,
poiché erano cosí delle brave persone e non era normale che un fratello
e una sorella vivessero insieme in tale armonia. Le madri del vicinato venivano
a dare consigli su come badare al bambino e si vociferava che Anna avesse intenzione
di frequentare lo stesso corso per genitori che aveva seguito Zoot anni prima.
Anche i servizi sociali sembravano soddisfatti dell'accordo, cosí che fu
per tutti uno shock tremendo quando Simon e Anna cucinarono Denis e furono talmente
folli da offrire ai vicini una sorta di pasticcio di carne e patate che conteneva
un inequivocabile pene marroncino, per quanto i vicini cercarono di farlo passare
per una salsiccia. Quando la polizia li arrestó, l'unica parte di Denis
che era rimasta, oltre al pene, era il suo cuore, tutto ghiacciato e bianco nel
surgelatore. La scientifica li esaminó entrambi e furono presentati al
processo come prove. In seguito il pene fu gettato via per sbaglio, ma il cuore
fu conservato con cura. Zoot si trovava in albergo il giorno in cui riportarono
il cuore e quando vide la scatola nelle mani del sergente capí subito di
cosa si trattava. 'Non dirmi che mi toccherá pagare l'intera quota per
questo', disse. 'E' solo un cuore'. Ma la parrocchia si rifiutó di vendergli
una bara di quindici centrimetri e cosí fu costretto a rivolgersi ai servizi
sociali per poter seppellire Denis. I Tynans furono condannati all'ergastolo.
(Traduzione
di Serena Polverino.)
William Wall, pluripremiato autore di narrativa, poesia e racconti per
l'infanzia, e' nato a Cork nel 1955, ma e' cresciuto nel villaggio costiero di
Whitegate, il cui paesaggio ha influenzato l'ambientazione di molte delle sue
opere. Dopo essersi laureato in Filosofia e Letteratura Inglese nel 1977 presso
la University College Cork, ha insegnato per alcuni anni presso una scuola superiore
a Cork, prima di dedicarsi alla scrittura a tempo pieno. Attualmente e' sposato
e ha due figli. Nel 2005, il suo quarto romanzo, This Is The Country,
e' stato candidato al Man Booker Prize 2005 nonche' all'Irish Book Awards e Young
Mind Prize. Nel 2004, ha vinto lo Sean O'Faolain Short Story Award e nel 2003
e' stato candidato al Raymond Carver Prize. La sua bibliografia include quattro
romanzi - This Is The Country (2005), The Map of Tenderness (2003),
Minding Children (2001) e Alice Falling (2000) - e due raccolte
di poesie - Mathematics & Other Poems (1997), vincitore del Patrick
Kavanagh Award e del Listowel Writers' Week Collection Prize, e Fahrenheit
Says Nothing To Me (2004). E' inoltre autore di una trilogia per l'infanzia:
The Powder Monkey - A 1798 Story (1996); The Slave Coast (1997); e The Cove
of Cork (1998).
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