Underground
- Poeti
italiani -
Milano,
Colloqui di lavoro
Gabriele Favagrossa negli
ascensori mi stringevo la cravatta come un cappio assumevo con lo specchio un
tono da dottore
scivolando da
quelle stanze nelle strade anche nel cuore del giorno più ostinato,
esplodeva la notte all'improvviso
io ero le nigeriane addosso ai viali -
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margine di una città
Francesco Filia Matteo
gioca nel parcheggio e tra le auto riconosce il suo migliore amico, ma ora quel
ragazzo è morto nel lago di sangue della mente e ritorna lo slargo
dietro casa come una fitta di luce negli occhi. L'angolo, dove il dio dei
chicicchi è un venditore ambilante che recita la sua litania a questa
città più lontana e spietata, nella sera di un volto assente ...
presente dopo un collasso a fine corsa. Questa gioia sputata via al risveglio,
quando la strada è più estranea e vicina insieme, mentre una
voce che chiama è quel che resta della colpa mai commessa dal bambino.
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Ancora
Michela Monferrini Portatemi
un amore che io non ami più e andateglielo a dire (accendetegli
la luce) stanate in ogni angolo, in quella camera a colori, una diversa
me. Prendetela che sogna prendetela che urla e prendete la più
scema - quella in cima alle lenzuola - che non si vuole perdere lui che
s'addormenta. Lasciatelo
sepolto nel mare del mio odore e nascondetegli il dolore di chi lo ama
ancora. -
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latteria di via Cavairate
Valentino Ronchi La
latteria di via Calvairate siamo in tanti dopo il pranzo seduti fuori ai gradini.
Molti stanno a gruppi fra loro io parlo con Dario giovane professore in grigio
e paltò, ci avevano messo a mangiare allo stesso tavolino. "Ecco questa
è Milano. Certi posti pieni di gente e i viali, i grandi viali delle macchine.
Poi vie tranquille di piccole case basse coi giardini davanti con la salvia nei
vasi" mi dice, una giornata di sole d'inizio inverno. E si fa raccontare
ancora una volta di quel che faccio io coi libri, che li vado a ritirare nelle
cantine, nei mercati da poco, e li vendo poi agli antiquari del centro. "Che
mestiere che ti sei inventato, che mestiere." E ride e mi chiede come mai,
di tanti studi fatti, ho scelto poi di vivere così. Gli rispondo alzando
il mento, nel senso di capire lui il perché. E dietro al foglio quadrettato
del conto, segno i libri che mi ha chiesto, se li trovo, Bruno Barilli, Il viaggiatore
volante e Loria, Arturo Loria, Il cieco e la bellona. Poi, e si chiamano fra loro,
un gruppo di operai se ne va, e via via gli altri e anche noi. Lascio Dario al
suo liceo di grandi finestre "A domani, alla stessa ora" dice, mentre
veloce sale le scale. E io, borsa a tracolla, riprendo il mio giro. Certe vie,
passando, guardarle così mi sembrano quelle che ha detto Dario.
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risponderti
Katia Sebastiani Non
c' riparazione al male del mondo come quei due vitelli legati per il
muso sull'autocarro lungo la circonvallazione e intanto piove e i loro occhi,
smarriti nel traffico si attaccano qui dentro. Non
c'è riparazione a tutto questo male e stamani sono venuti a sigillare
il contatore non gira più, non gira! e penso a quella gente vicina
al buio al freddo. Per
risponderti non c'è riparazione al male e per essere coerenti dovremmo
smetterla coi punti esclamativi cancellare anche le ultime parole. Perché
i vitelli di ieri sono carne di cui mi nutro, di cui ti nutri perché
paghiamo puntuali tutte le nostre bollette e stasera avremo luce elettrica
e calore. -
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Notte
milanese
Marco Valsecchi Ho
un ricordo di foglie e blu elettrico, discorsi da marciapiede, vento estivo e
naviglio denso di notte. Ci vuole una buona dose d'amore per restarsene
a Milano d'agosto; ci vogliono quaranta gradi di sudore per giocare a pallone
con degli sconosciuti in un parcheggio e poi farsi piovere addosso la
luce al neon delle insegne. Ma non temere: ti sposerei anche in inverno per
piantarti un monolocale all'altezza del cuore e addormentarmi col rumore
del traffico e sognare il traffico.
(Poesie
tratte dall'antologia Underground - Poeti italiani, a cura di Davide Rondoni,
Collana Subway 2004-2006, Net Poesia, Il Saggiatore editrice, Milano, 2006)
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