Il malato -
Brano tratto dal romanzo "Conversazioni in Sicilia" -
Elio
Vittorini
Io ero
stato molto malato, per mesi, qualche tempo prima, e conoscevo la profondità
di esserlo, questa profonda miseria nella miseria del genere umano operaio, specie
quando uno è a letto già da venti giorni, o trenta, e ci resta,
tra quattro mura, noi e le cose di stoffa del letto, le cose di metallo della
cucina, e il legno delle seggiole, della tavola, dell'armadio. Non vi è
più altro al mondo, allora, e si guardano queste cose, i mobili, ma non
si può farne nulla, non si può fare un brodo di seggiola o di armadio.
Pure è così grande l'armadio, vi sarebbe da mangiare per un mese.
E si guardano queste cose come se fossero cose da mangiare; e forse è per
questo che i bambini diventano pericolosi e rompono, rompono... Il più
piccolo ha tutto il giorno una caviglia di seggiola in bocca e urla se la madre
cerca di togliergliela. Lei, la madre, ossia la moglie, o insomma la ragazza guarda
i libri e ogni tanto ne prende anche uno, si mette a leggerlo. Passa ore a sfogliare
e leggere. E il malato domanda: - Che leggi? La donna non sa che cosa legge,
ma un libro può essere qualunque cosa, un dizionario o una vecchia grammatica.
Dice dunque il malato: - Proprio ora vuoi farti una cultura? E la donna
ripone il libro, ma poi ritorna a guardare la loro fila, di libri, non di roba
che si mangia, di nuovo ne prende uno, e stavolta esce di casa, sta fuori un pezzo
del pomeriggio. - Quanto lo hai venduto? - domanda poi il malato. La donna
dice che lo ha venduto una e cinquanta... e il malato non è contento, non
capisce mai molto la situazione, ha la febbre imperterrita, nel letto vecchio
di giorni e di giorni, al suo fianco. Pure vorrebbe qualcosa, fuori da quel libro
che fu suo quando era un ragazzo, e si aspetta un po' di brodo, e alla fine urla
contro la moglie che invece ha comprato pane e formaggio per sé e per i
bambini. - Sparvieri, - dice dei bambini. Essi, a scuola, hanno ogni giorno
una scodella di minestra. Questa è buona iniziativa, dare ogni giorno una
scodella di minestra, nelle scuole, ai figli della gente che muore di fame. Ma
sembra che sia un aperitivo. Dopo quella cucchiaiata di minestra i ragazzi tornano
a casa coi denti fuori, e non intendono ragioni, vogliono mangiare a tutti i costi,
e sono come animali feroci, divorano le caviglie delle seggiole, vorrebbero divorare
il padre e la madre. Se un giorno trovassero il malato solo lo divorerebbero.
Sul tavolo da notte, al capezzale del malato, ci sono le medicine. I ragazzi arrivano
dalla scuola, coi denti fuori, aguzzi, con la fame aguzzata, e si avvicinano al
malato, vorrebbero mangiarselo, vengono a passi di lupo... Ma c'è la madre
in casa, e i ragazzi lasciano stare il malato, si avventano sulle medicine. -
Sparvieri, - il malato dice. E intanto l'uomo del gas ha tagliato il gas, l'uomo
della luce ha tagliato la luce, si passano le lunghe sere al buio nella stanza
del malato. Solo l'acqua non è stata tagliata; l'uomo dell'acqua viene
ogni sei mesi, così non si corre pericolo immediato che arrivi e tagli
l'acqua, e si beve, si beve, si beve acqua più che si può, cotta
in ogni modo o anche cruda. Ma c'è la padrona di casa che viene ogni
giorno, vuoi vedere il "signor malato", vuol vederlo in faccia, e quando
entra e lo vede gli dice: - Bene, signor malato, troppo lusso non pagare la
pigione e stare a letto... Mandatemi almeno vostra moglie a lavarmi i piatti. E
la moglie va dalla padrona a lavare i piatti, lavare i pavimenti, lavare i panni;
tutto in conto della pigione non pagata; e il malato resta solo in casa lunghe
ore con l'imperterrita febbre al fianco che lo batte in faccia, lo batte, lo batte,
lo percuote come approfittando della sua solitudine. Torna la moglie e il malato
le chiede se non ha portato nulla dalla padrona di casa. - Nulla, - la moglie
dice. Non porta mai nulla. - Ma perché almeno non vai a raccogliere
verdura selvatica? - egli chiede. Dice la moglie: - Dove? Va per le strade
e arriva al parco; c'è erba sui prati, c'è verde sugli alberi, è
verdura, e strappa erba, strappa fronde di abeti e pini, poi va anche ai giardini
e strappa fiori e torna con verdura a casa, foglie e fiori nascosti nel petto.
Tutto questo butta addosso al malato ed egli è un uomo tra i fiori. -
Ecco, - la moglie dice. - Verdura!
(Brano tratto dal romanzo "Conversazioni in Sicilia", Rizzoli editrice,
Milano, 1986)
Elio Vittorini
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