Necrologio ritardato per Heiner Müller
Peter Brasch
Caro Heiner,
adesso giaci nella fredda terra del Dorethenstädtischer. Non lontano da Brecht, il che è naturale, ma anche non lontano dall'inventore della colonna per affissi pubblicitari, su cui oggi, se ne fossi capace, disegnerei volentieri il Tuo viso.
Il corteo funebre si è ormai disperso e ognuno è tornato alle sue attività quotidiane.
La sera mi sono guardato le cerimonie in televisione. Ieri avevo un appuntamento dal dentista e dal mio lettore. Vale a dire, Ti ho reso onore facendo i miei comodi. Dal dentista mi venne alla mente il Tuo aneddoto sul Bronx. Ti aggiravi in una strada buia con la Tua dentatura di plastica piena di nicchie, allorché Ti venne incontro un grosso individuo di colore evidentemente intenzionato ad alleggerirti del portafogli. Un qualche istinto deve averti mosso ad aprire la bocca. Il malavitoso vide la Tua dentatura, fece mostra a sua volta della propria altrettanto malridotta, sogghignò e Ti lasciò in pace. Tu commentasti l'aneddoto con la frase: "Fu cosí che la sanità della DDR mi salvò la vita a New York". Da ieri ho addosso la mia prima dentiera provvisoria occidentale.
Il secondo appuntamento l'avevo dal mio editore, il cui capo-lettore è originario delle Tue parti. Mi raccontò l'aneddoto del sarto di Frankenberg, presso il quale avevi dovuto farti cucire controvoglia un abito scuro per gli esami di maturità. Tuo padre aveva disposto cosí.
Quando l'abito fu pronto, Ti saresti seduto su una sedia della sartoria e avresti detto: non mi muovo di qui finché l'abito non sarà talmente sdrucito da non potersi piú indossare.
Questo e altro ancora verrà d'ora in poi interpretato e classificato in tutte le maniere. Mi sono tenuto fuori da questo trambusto funebre e Ti ho portato dentro il mio corpo, nella mia testa denti compresi, per tutto il giorno.
Da oggi ho nuovi denti e un contratto editoriale per un libro in cui Tu giochi un ruolo. Ho due storie Tue da raccontare che mi scaldano il cuore. Per me giocherai sempre un ruolo. Con l'accento sulla parola "giocare".
In me non hai lasciato alcun vuoto
ma per sempre mi mancherai e molto.
Salutami laggiú tutti quelli che conosciamo e che entrambi amiamo,
Tuo Peter
(1996)
(Traduzione di Antonello Piana)
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