TRE POESIE
Lidia Amalia Palazzolo
Il
mio sesso
è magico
e lancia enigmatiche
preghiere
Fui
concepita
nell' infinito
rituale
di notte
senza respiro
Il mio corpo
è il luogo
delle
eterne risposte
ardendo
in fuoco sacro
in attesa
ancora
di uomini
dell' età dorata
e fallo universale
Il mio sesso
è magico
confuso
aspettante
Un territorio
per ritardare
la morte.
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Alzai una scala
per raggiungere
il tuo cuore
padre
ma quando approdai
in cima
te n' eri già andato
Costruii impalcature
tesi dei lacci
imparai tutti i
mestieri
e tutti i tuoi nomi
ma sempre
arrivai tardi
ai nostri
incontri.
Mi avvicina
la morte
quel racconto
indecifrabile
dell' azzardo
come se dio
all' improvviso
si fosse
ricordato
di me.
Una
biografia, tratta dal catalogo del Gioco degli
Specchi: "Sarà poeta? Dio non lo voglia...". Con la frase di
un amico in attesa della nascita del figlio, così si
presenta Lidia
Amalia Palazzolo, nata a Buenos Aires,
da 15 anni in Italia, e residente da tempo a Coredo, in Val
di Non. Poeta per destino, antropologa per sopravvivere, girando
il mondo. Ha pubblicato in numerose riviste ed
antologie. Scrivere è per
lei un modo di dare nome alle cose, così come
il poeta è "uno
smemorato che nomina ogni volta perché ogni
volta dimentica. E forse il destino finale dei
poeti è proprio il silenzio". Ma lasciamo parlare
le sue poesie, a volte aspre, sempre intense,
che ci raccontano di una vita a cavallo tra due
continenti, delle persone che vi ruotano attorno, dei suoni,
degli odori, dei colori del suo mondo multiforme
di scrittrice transumante" .
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