POESIE
Luís Vega Leitão
DOMENICA
Oggi
è domenica? No e sì.
Perché sia un giorno vissuto
immergo le mani dentro me stesso
e traggo le domeniche che ho avuto
SENTO
IL GIRO DI UNA CHIAVE
Sento
il giro di una chiave
e un scivolare di mani da tutte le ombre.
Brucio in gelo, completamente nudo:
Che
morte mi aspetta a quest'ora della notte?
In questo silenzio crudo?
MATTINA
-
Buongiorno. Mi dice il secondino.
Io non lo ascolto... Guardo soltanto
il grande mazzo di chiavi
partorendo una risata da dentro la divisa.
Insopportabile
vomito d'ironia.
Buongiorno? Perché "buongiorno"?
Senti,
signor secondino,
(in fondo la mia bocca ruggiva)
qua dentro è notte, nessuno ci vive,
butta questo "buongiorno" là fuori
perché è là fuori che è giorno!
INTERROGATORIO
-
Parla! Il Dolore gli grida (impuro
suo grido bianco si arrampica dal suolo)
- Mai! Voglio frantumarmi nel corpo duro
come le statue di pietra.
UNA BICICLETA DISEGNATA NELLA CELLA
Su
questa parete che mi veste
dalla testa ai piedi, intera,
grazie, compagna,
per i viaggi che mi hai dato.
Qui,
dove il giorno nasce male,
non mi ha mai stancato
il percorso lasciato
dalla matita proibita...
Benedetta
la mano che ti ha creata!
Gli
occhi montati sul tuo sellino
ho pedalato, attraversato
e ho viaggiato
molto oltre me stesso.
PRIGIONIERO
Il
prigioniero è una nave
legata al molo. Nodi d'esilio
con la ruggine di notti senza fine
e reti di ferro.
Dallo
scafo che un vento nero castiga
è caduta la vernice, il proprio nome.
Ma il mare è in lui
e non c'è forza che lo domi.
(Traduzione di Julio Monteiro Martins)
In Lingua Originale:
DOMINGO
Hoje
é domingo? Não e sim,
Para ser dia que se vive
mergulho as mãos em mim
e tiro os domingos que tive
OUÇO A VOLTA DE UMA CHAVE
Ouço
a volta de uma chave
e um deslizar de mãos por todas as sombras.
Ardo em gelo, inteiramente nu:
Que
morte me espera nesta hora da noite?
Neste silêncio cru?
MANHÃ
-
Bom dia. Diz-me um guarda.
Eu não ouço
apenas olho
das chaves o grande molho
parindo um riso na farda.
Vômito
insuportável de ironia.
Bom dia, porquê bom dia?
Olhe,
senhor guarda,
(no fundo a minha boca rugia)
aqui é noite, ninguém mora,
deite esse bom dia lá fora
porque lá fora é que é dia!
INTERROGATÓRIO
-
Fala! A Dor lhe grita (impuro
seu grito branco que di rastos medra)
- Nunca! Quero quebrar de corpo duro
como as estátuas de pedra.
A
UMA BICICLETA DESENHADA NA CELA
Nesta
parede que me veste
da cabeça aos pés, inteira,
bem hajas, companheira,
as viagens que me deste.
Aqui,
onde o dia é mal nascido,
jamais me cansou
o rumo que deixou
o lápis proibido
Bem
haja a mão que te criou!
Olhos
montados no teu selim
pedalei, atravessei
e viajei
para além de mim.
PRISIONEIRO
O
prisioneiro é como navio
preso ao cais. Amarras de desterro
com ferrugem de noites a fio
e redes de ferro.
Do
casco que um vento negro impele
caiu-lhe a pintura, o próprio nome.
Mas o mar está dentro dele
e não há força que o dome.
Luís
Veiga Leitão (1912 - 1987), poeta portoghese di Oporto,
ha scritto in uno stile neorealista intriso di rabbia e di lirismo.
Prigioniero politico per parecchi anni durante la dittatura di
Salazar, su quell'esperienza ha pubblicato negli anni '50 un libro
che è diventato un classico della moderna poesia lusitana:
A Noite de Pedra (La notte di pietra). Esiliato in Brasile,
ha pubblicato, nel 1976, il suo O Livro de Andar e Ver
(Il libro del camminare e del vedere). Tra le sue opere più
conosciute: O Livro da Paixão (Il libro della passione),
Latitude (Latitudine) e Rosto por dentro (Il viso
dal di dentro).
Le poesie selezionate per questa edizione della Rivista Sagarana
- tutte ancora inedite in italiano - sono tra quelle che Leitão,
a cui nel carcere avevano proibito di usare penna e carta, ha
ripetuto a voce alta ogni mattina, per non dimenticarne una sola
parola, fino al giorno della sua liberazione.
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