GODZILLA
Ralph Melcher
Erano più di 30 anni fa quando Godzilla camminò
per la prima volta sopra la terra immaginaria, assieme a tutti
gli altri componenti di quella combriccola giapponese: Rodan,
Ghiera e gli altri. Praticamente in tutti questi film, la città
di Tokio ebbe una parte importante come terreno di giochi di questi
mostri e così fu ripetutamente distrutta. La devastazione
continua ancora oggi nelle epopee d'animazione giapponesi dove
la distruzione di Tokio 2, 3, 4 procede in un rituale convenzionale.
Gli echi psichici dei bombardamenti a tappeto e gli attacchi nucleari
della Seconda Guerra Mondiale sono rigenerati come immagini prodotte
su scala industriale ed esportate in tutto il mondo.
I Giapponesi durante la Seconda Guerra Mondiale, furono i primi
a vedere sopraffatta e quasi distrutta l'intera loro cultura sotto
la Pioggia Nera del nostro futuro tecnologico. È l'opinione
comune che noi "vincemmo" la guerra contro il terrore
straniero. Ma, l'abbiamo vinta la guerra? Qualcuno ha vinto? Negli
anni bui della guerra, dopo la devastazione economica
causata dalla Grande Depressione, i nostri modelli furono ricostruiti
secondo i modelli dei nuovi meccanismi di distruzione e di consumismo.
Gli uomini andarono in battaglia e le donne entrarono nelle fabbriche
militari e la campagna fu svuotata da una estesa immigrazione
verso i centri urbani industriali. I sobborghi presero il posto
delle comunità rurali e degli schemi a labirinto, che assomigliavano
a dei circuiti transistorizzati, presero il posto delle pianure
ondulanti e delle colline. La sostituzione quasi totale della
natura e della cultura fu compiuta senza resistenza. I rapporti
sociali lasciarono il posto agli schemi statistici del consumismo
e la famiglia e la comunità furono assorbite da uno spettacolo
teletrasmesso che era quasi del tutto fuori dal tempo e dallo
spazio.
Da bambino un mio incubo ricorrente era d'essere intrappolato
da solo nel buio, chiuso fuori dalla mia casa mentre il mondo
era scosso dai passi rimbombanti d'un immenso gigante invisibile.
30 anni più tardi Godzilla ritorna, sovreccitato da 30
anni di progresso nella riproduzione spettacolare della realtà
attraverso gli effetti speciali, e questa volta il mostro viene
per distruggere Manhattan, il centro produttivo dell'apocalisse
post-industriale. Osservando gli spettacoli Hollywoodiani recenti,
si contempla un panorama di quasi totale distruzione. L'anno scorso
si trattava di vulcani ed alieni. L'anno prossimo saranno mostri
provenienti dagli abissi e comete che vengono dai cieli. Il messaggio
che arriva attraverso questi sogni ed incubi collettivi è
uno di memoria e di profezia. Come i Giapponesi, sentiamo il contraccolpo
ritardato di un evento così distruttivo tanto da provocare
come nostra risposta un rinnegamento collettivo profondo ed intorpidito.
Per gli Americani, nel cuore della bestia tecnologica, la devastazione
è stata quasi totale. L'illusione chiamata 'progresso'
ha ampiamente mascherato la nostra facile discesa verso Armageddon.
Anche se non siamo mai stati testimoni diretti della distruzione
nucleare, siamo come le vittime di Chernobyl e vaghiamo tra le
rovine di una cultura distrutta, persi a fissare la nostra stessa
immagine riflessa in un bicchiere torbido. Mentre procediamo,
la distruzione aumenta inevitabilmente con lo sviluppo del mondo
tecnologico in cicli di ripetizione e replicazione che, col tempo,
porteranno inevitabilmente all'obsolescenza. Spinto da una domanda
sempre più forte ed un consumismo irrazionale, il mondo
consumistico può finire solo se consumato.
La profezia, in realtà, è una funzione della memoria.
Guardiamo al passato e proiettiamo gli schemi che vediamo nel
futuro. Nell'era dello spettacolo, recitiamo le nostre profezie
e memorie in uno scenario nato negli studi di registrazione e
nei laboratori di effetti speciali. Ogni anno investiamo una parte
sempre più cospicua delle nostre risorse nel tentativo
di realizzare la perfetta riproduzione della realtà. L'immagine
che perfezioniamo è quella della distruzione del nostro
mondo. Come dei bambini violentati, siamo spinti ad esprimere
una rabbia profonda presi da una frenesia fatta di violenza progettata.
Alla fine del Millennio, la conquista più alta della cultura
popolare è stata la costruzione del disastro perfetto.
"Titanic," "Volcano," "Independence Day,"
"Terminator," "Armaggedon" e "Godzilla"
sono diventati la vera eredità di una cultura vicinissima
al suo "Giorno del Giudizio".
Ralph Melcher abita a Santa Fé, Nuovo Messico, dove è
cronista indipendente e saggista.
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