SILENZIO INTORNO A UN GRIDO DI GABBIANO
- EST
Tone Avenstroup
Perché sono entrata qui? Cosa ci faccio? Ho chiuso la porta? Odore di salmastro. Ho chiuso la porta? Cosa batte, cigola e martella di là?
Cardini arrugginiti e questo sordo martellio. Questo gemito. Dove sono andati gli altri? Nessun posto a sedere. Avessi un posto in cui sedermi. Il pavimento. Qui nell'angolo. Il pavimento.
Una rimessa per le barche, dico, niente di pulcioso. Avrei dovuto appendere qualcosa tra le fessure? Una tendina. Non ho imparato a proteggermi? Un ornamento. Così non sembrerebbe tutto così nudo. Giornali. Nessuno qui è nudo. Riviste illustrate.
Sei nudo? Sei uscito dalla tua pelle? Fessure. Avrebbero dovuto essere coperte. Notizie. Che non sembri tutto così nudo. Non sopporto che qualcosa sembri nudo e in realtà non lo sia. Notizie. Io perlomeno no. Non riesco a sopportarlo. In nessun caso nudo. Giornali. E tu? Sei nudo?
Cotone. Le fessure avrebbero dovuto essere coperte. Se non altro riempite. Qualcosa con cui riempire questi buchi. Cotone. Queste fessure. Pennacchio. Batuffoli in cielo e batuffoli in palude. Nelle orecchie. Alla porta. Neve. Batuffoli di neve, batuffoli di cotone, cuscini. Fiocchi grandi, bianchi. Tavoloni.
Fare il bagno? La spiaggia è distante; nessuno con cui poter fare il bagno. Grandi scogli, alghe fitte. L'acqua era poi sempre ghiacciata, anche nelle calde giornate estive, è il mare dell'Ovest, disse Mykle indietreggiando.
Largo. Piano. Fuori nel mare dell'Ovest. Nel bassofondo le sue scarpe. Le scarpe di Agnar Mykle.
Questi gemiti. Diaframma, aperture del Sund, lingue di terra. Le braccia del fiordo spingono verso terra. Scavano nei massicci rocciosi. Producono aperture.
Avessi qualcuno di cui fidarmi. Non fossi così sola. Non dovessi essere così dannatamente sola. La porta. I cardini. Saranno arruginiti. Cigolano quando si apre la porta.
Viene qualcuno? Sapore di salmastro dopo l'amore. Nella fossetta del collo, del ginocchio, della caviglia. La caviglia diventa salata durante l'amore? Sì. Se temo che sia l'ultima volta.
L'ultima volta è peggio della prima. E può essere sempre. Può essere sempre l'ultima volta. Lo era. Lo sapevo. Era l'ultima volta. La porta. I cardini.
Sottovento a nord-ovest, Borea, freddo vento da nord, Blue Norther, il vento sferzante. Qui sono al sicuro dai freddi morsi del vento catabatico. La sua furia mi risparmia.
Qui le rondini hanno i loro nidi. Possono volare. Fuori e dentro. Attraverso le fessure. Dove finisce la terra e comincia l'orizzonte. Maledizione, essere sola. Sola con te in me. Qui c'è stato qualcuno? Silenzio intorno a un grido di gabbiano.
Se nessuno canta allora c'è silenzio , dice Reiner Werner Fassbinder. Ti porto qui dentro. Come l'immagine di un talismano. Una mosca nell'ambra. Le rondini. Fuori e dentro, da e verso i loro nidi. Attraverso le fessure.
Maledizione, essere sola. Sola con te in me. Sapore di salmastro. Brividi di paura.
Mi volto verso sud, poi verso ovest, dall'altra parte, dove tramonta il sole. La mia nuca è rossa. Il tuo viso è nero. Se aspetto abbastanza, il sole sorgerà dall'altra parte. Ti devi voltare. Se aspetto abbastanza mi vedrai.
Sottovento è stata piantata una cintura intorno al monte. Ai piedi del massiccio. Harøyburet. Frassini, sorbi svedesi, sorbi degli uccellatori, betulle. La montagna è alta centocinquantasei metri. Harøyburet. Si erge sul mare.
Il più alto massiccio roccioso dietro Blåisen. Nella fessura della lingua di neve. Storefjell. Keipen. Hildrebusten. Ampia vista, vista dall'alto, terreno pietroso. Salivamo in direzione della cresta. Dalla cima e verso nord. Tra i denti della cresta. Gullmorsbreen. Tra Store e Lisje Brekkestind.
Marciavamo. Erto pendio. Sporgenza ariosa. Ad ovest attraverso la forra di Store Brekketind, si vedono Langdalen, Slogen e Isavatnet, dove nel 2003 è precipitato un elicottero. Brekketindane.
Dalla cima. Vedi. Di nuovo. Imponenti profili. Erta fredda cima. Circondata da Hesteskoen. Le fauci aperte, come quelle di un predatore zannuto. Cresta screpolata. Denti affilati e appuntiti.
Sulla cresta emerge. Gullmorsvatnet verde-rame. Un ripido sentiero si snoda. A oriente attraverso la forra. Seguo uno dei due solchi. Qui ci si dovebbe assicurare con le corde.
Le rondini volano. Fuori e dentro. Attraverso le fessure. Silenzio intorno a un grido di gabbiano. Qui c'è stato qualcuno? Tra calde cosce. Vicino alla schiena. Sottovento. Schiena del monte. Cintura sottovento. Sottovento.
à dove finisce il continente e comincia l'orizzonte. La dolce brezza del meriggio rinfranca.
Traduzione di Antonello Piana
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