HEGEL SULLO SCHERMO

- Un intervista a Antoine Compagnon -

Miguel Angel Villena

 



Il suo impressionante percorso fa di Antoine Compagnon (Brussels, 1950), cattedratico di Storia della Letteratura, uno degli intellettuali che più conoscono l'evoluzione del libro e della lettura. Nell'attuale bivio tra la cultura cartacea e la rivoluzione digitale, Compagnon si mostra cauto ed equidistante tra la nostalgia e l'apocalisse. "Sicuramente i giovani", commenta questo erudito che insegna in università di Parigi e di New York, "sono più abituati a leggere sullo schermo ed è ormai chiaro che le nuove tecnologie sono più utili nell'occasione di una ricerca concreta o di una lettura frammentaria. Però è ancora da dimontrarsi che uno schermo sia più comodo della carta stampata quando si tratta di un libro voluminoso. In sintesi, è difficile una lettura prolungata di Proust o di Hegel in formato elettronico. Bisogna prendere in considerazione il fatto che un libro stampato risponde a una memoria spaziale e a un paesaggio. In realtà, un libro implica in qualche modo un paesaggio, un territorio da esplorare. In questo senso, uno schermo non permette una rappresentazione spaziale del testo."

Professore del Collegio di Francia e membro dell'Alto Consiglio per l'Educazione, Compagnon, ponderato e affabile, resiste ai pronnostici facili ai quali sono molto affezionati alcuni dei suoi colleghi. "Il fatto è che ignoro", spiega, "se i libri elettronici hanno acquisito più importanza dei libri cartacei". Non incline al pessimismo, come confessa, Compagnon ricorda che la disaffezione da parte dei giovani per la lettura rappresenta uno dei più gravi problemi della nostra società. "Tuttavia", dice, "esiste oggi una magnifica letteratura per bambini e per adolescenti, e poi l'estensione dell'educazione ha fatto sì che molte più persone siano in grado di leggere Madame Bovary , per esempio. Non si è mai letto tanto come oggi, e questo non possiamo dimenticarlo".

Compagnon esprime una conoscenza didattica, frutto di molti anni di lezioni, e seguendo il filo delle sue riflessioni sulla lettura afferma: "Leggere richiede lunghi periodi di solitudine e il ritmo della lettura non ha alcun rapporto con il ritmo delle trasmissioni audioviosive, dei computer portatili, dei telefonini. Può sembrare forse strano, ma la noia stimola la lettura e molti di noi ricordano ancora quelle lunghe estati della nostra adolescenza e della gioventù quando leggevamo i grandi romanzi. Oggi sembra che sia proibito annoiarsi."

Dalla sua doppia prospettiva di professore e di autore - pubblicò diversi saggi tra cui Gli antimoderni -, Compagnon sottolinea che il futuro dei quaderni culturali e della critica è indefinito. "È provato", aggiunge, "che i suggerimenti della stampa per un libro non riescono ad aumentarne le vendite. Dall'altra parte, Internet si è trasformata nel salotto letterario del secolo XXI, dove le persone consigliano i titoli. Tuttavia questo sistema presenta un fenomeno inquietante, una volta che nella Rete ci sono posizioni dominanti e alcuni 'giudici' hanno in mano le carte più alte."


(Tratto dal giornale El País del 6 marzo 2009. Traduzione dallo Spagnolo di Julio Monteiro Martins.)






Antoine Compagnon




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