POESIA DELL'AMORE INEVITABILE
Jorge Debravo
Tu arrivasti alla mia anima quando era dimenticata:
le porte divelte, le sedie nel canale,
le tende cadute, il letto sradicato,
la tristezza curata come un vaso di fiori.
Con le tue piccole mani di donna laboriosa
ponesti tutte le cose in fila:
lo sguardo al suo posto, al suo posto la rosa,
al suo posto la vita, al suo posto la stuoia.
Lavasti le pareti con uno straccio bagnato
nella tua chiara allegria, nella tua fresca dolcezza,
collocasti la radio nel luogo appropriato
e pulisti la stanza di sangue e spazzatura.
Ordinasti tutti i libri dispersi
e stendesti il letto nel tuo enorme sguardo,
accendesti le povere lampade spente
e lucidasti i pavimenti di legno consumato.
Fosti d'un tratto enorme, ampia, potente, forte:
sudasti grandi fatiche lavando arnesi vecchi.
Apprendesti che nella mia anima d' avanzo era la morte
e la tirasti all' orto con pezzi di specchio.
In lingua originale
:
POEMA DE AMOR INEVITABLE
Jorge Debravo
Tù llegaste a mi alma cuando estaba olvidada:
las puertas desprendidas, las sillas en reguero,
las cortinas caìdas, la cama descuajada,
la tristeza cuidada lo mismo que un florero.
Con tus manos pequeñas de mujer trabajosa
fuiste ponendo todas las cosas en hilera:
la mirada en su sitio, en su sitio la rosa
en su sitio la vida, en su sitio la estera.
Lavaste las paredes con un trapo mojado
en tu clara alegrìa, en tu fresca ternura,
colocaste la radio en el sitio apropriado
y limpiaste la alcoba de sangre y basura.
Acomodaste todos los libros dispersados
y tendiste la cama en tu enorme mirada
encendiste los pobres bombillos apagados
y enceraste sus pisos de madera gastadas.
Fuiste de pronto enorme, ancha, potente, fuerte:
sudaste altas fatigas lavando trastos viejos.
Supiste que en mi alma de sobra era la muerte
y la tiraste al huerto con pedazos de espejos.
(Introduzione e traduzione di Tomaso Pieragnolo.)
Jorge Debravo, nacque a Guayabo de Turrialba, in Costa Rica, il 31 gennaio 1938 e morì a San Josè, la capitale, nel 1967, a soli 29 anni, a causa di un incidente stradale; un autista ubriaco a bordo di una jeep lo investì mentre viaggiava sulla sua moto. La morte fu istantanea. Debravo nacque in una famiglia molto povera: il padre e la madre erano campesinos e lui il maggiore e unico maschio di cinque figli. Fin da piccolo aiutò i genitori nel lavoro dei campi, alzandosi alle tre del mattino e lavorando spesso fino alle due del pomeriggio. Non essendoci scuola nel suo villaggio, Jorge frequentò saltuariamente quella più vicina nel paese di Santa Cruz, a quattro ore di cammino da casa, fino a che la maestra non conseguì per lui una borsa di studio che gli permise di terminare le primarie a Turrialba e di isciversi al liceo. A Turrialba, ospite della nonna paterna, pubblicò i suoi primi versi nel giornale locale; a causa delle forti ristrettezze economiche, decise però di abbandonare gli studi al terzo anno di liceo per impiegarsi presso il Seguro Social. A ventuno anni, nel 1959, conobbe Margarita, la donna che fu compagna della sua vita e che sposò dopo poche settimane. Dello stesso anno la pubblicazione del primo libro di versi "Milagro abierto" attraverso il "Circulo de poetas Turrialbeño", di cui facevano parte altri poeti di spicco come Laureano Albàn e Marcos Aguilar. Attraverso il "Circulo de poetas" approfondì la conoscenza dei suoi autori preferiti, Vallejo, Neruda, Becker, Withman, Dario, Hernàndez e la Bibbia , leggendo con insaziabile sete moltissimi testi letterari, quasi a colmare il ritardo culturale in cui si era trovato a vivere e la sua crescente inquietudine. Uomo dolce con tormenti improvvisi e profondi, trovò una delle sue maggiori fonti di ispirazione nel rapporto con la moglie Margarita di cui fu molto innamorato e alla quale dedicò i versi migliori della sua produzione. L'esperienza lavorativa gli permise inoltre di conoscere da vicino le miserie e le contraddizioni del suo paese, che spesso divennero l'assillo e il movente di un filone molto prolifico della sua poesia. Pur nelle grandi difficoltà quotidiane, Debravo ripose un costante impegno nella produzione e nell'apprendimento, sacrificando spesso il riposo notturno, stimolato da uno smisurato desiderio di conoscenza e dalla speranza di superare in qualche modo la limitazione culturale dell'epoca e della propria condizione in particolare, che gli facevano percepire la vita come deriva, senza risorse, nè aiuto. Riuscì a terminare il liceo frequentando corsi serali; l'anno della morte, il 1967, fu l'anno in cui avrebbe dovuto iniziare l'università. Una morte precoce e tragica, di cui appaiono numerose premonizioni nella sua poesia.
Nell'opera di Debravo si percepiscono il timore e il rispetto di fronte al mistero poetico che egli sente come motivo esistenziale e vive in modo intuitivo, cercando il massimo contatto con il mondo reale e quotidiano. I suoi versi sono privi di istanze ermetiche e surreali, anche quando l'influenza della natura poderosa del suo paese evoca in lui immagini di grande forza emotiva e quasi oniriche nel loro realismo; predilige così quel cammino artistico sentito come mezzo di conoscenza che cerca di fondere l'obbiettività e la soggettività, il realismo e il romanticismo, il limite umano e il suo superamento. Uno sforzo che Jorge intraprende e sviluppa nell'arco di tutta la sua esistenza, nella cui vasta materia sente la necessità di immergersi per onorare un dovere imprescindibile; e questo stimolo interiore, incessante e modellante, è strumento insostituibile per il poeta. La poesia di Debravo è sempre legata alla sua vita, perchè cerca i temi d'ispirazione nella realtà che lo circonda; la famiglia, la natura, lo spettro vicino o lontano di qualunque ingiustizia, in una dialettica sempre antropocentrica. E il popolo, che conduce le sue battaglie più dure contro le difficoltà del vivere, l'abbandono e l'isolamento, come espressione in carne ed ossa della concretezza terrena. Nelle opere più mature, Jorge approda a una poetica che vuole essere espressione dell'animo umano, intima e viscerale, capace al tempo stesso di afferrare gli oggetti e i simboli del quotidiano con totale devozione, poetica in cui la vita e la morte, la solitudine e l'assenza (o un' immanente presenza) abitano un mondo doloroso e duro ma mai vinto; in questo mondo tumultuoso, per mezzo della poesia, la fratellanza tra gli esseri, l'amore e il senso di una giustizia da ricreare che tutto trascenda, pur non riscattandola nell'immediato, rendono comunque un'ampia materia erede del disincanto biblico e dell'amara ma lirica sapienza india, che tenta di recuperare il senso dell'esistenza e del ruolo del popolo latinoamericano nel mondo. Il valore intrinseco e prezioso della sua poesia, a distanza di trent'anni dalla morte, si riscontra ancor oggi nel successo che i suoi libri continuano ad avere soprattutto tra i giovani, facendo di Debravo uno dei pochi poeti costaricensi che si vendono e si leggono, figlio continuo della sua terra e della discendenza meticcia, portatore nella sua opera di tutto il peso delle aspettative, delle disillusioni, degli incanti ancestrali e dei timori storico-religiosi del continente latinoamericano.
(Fonte parziale: Editorial Costa Rica)
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