PRIMA CHE MI DIMENTICHINO


Nelson De Oliveira

 


Quando morirò, non seppellitemi né crematemi.
Non voglio allontanarmi dalla mia famiglia. Portatemi in cortile e lasciatemi lì , sdraiato , nudo sul  lastrico - cercherò di morire nella settimana più calda dell' anno.
Quando carne e sangue saranno sciolti, pulite le mie ossa con cura, acqua e sapone saranno ben accette e portatemi in salotto. Voglio restare nell' angolo dove batte il sole della mattina, accanto alla poltrona sulla quale tante volte mi sono appisolato fino a tarda notte con il giornale caduto sulle gambe.
Non lasciatemi sciolto, ammucchiato sul pavimento.
Ordinate al falegname un supporto che mi mantenga eretto, nella posizione più soave e degna possibile.Prometto di non spaventare le visite. All' inizio, solo un po'.
Troveranno strano quello scheletro in salotto, i familiari che entrano ed escono come se non ci fosse nulla di anormale nell' arredamento.
I più diffidenti non apriranno bocca.
Ma che c'è da dire mentre la padrona di casa serve il tè?
Finiranno per commentare la situazione bizzarra fuori di qui e a bassa voce.Soltanto le persone che non mi hanno conosciuto in vita, è chiaro.
Quelli che mi hanno conosciuto forse neanche se ne accorgeranno che sono morto.
Può darsi che, entrando, addirittura mi salutino.
I più vecchi, e per questo i più miopi, vorranno persino chiacchierare.
Ma, appena saranno vicini a me con quel loro vizio di passare il braccio intorno al collo degli amici, noteranno che quel gesto amico e le parole affettuose non hanno più senso.
Si faranno belle risate, sono sicuro, che altro potrebbero fare.
Chiederanno il motivo della morte, malattia o incidente? Tedio, noia, questo è ciò che voglio che rispondano.
Lui si è stancato di qua, ditelo pure senza paura né vergogna.
Anche se non è riuscito ad amare la vita, il sole, l' aria, tutte queste cose, in vita ho amato tutti voi, da morto non sarà diverso.
Un sabato sì un sabato no, se non vi disturba, lasciatemi un po' da solo con i miei amici.
So che non vi sono mai piaciuti, soprattutto gli amici di infanzia. Vecchietti un po' rozzi, senza educazione.
Ma, cercate di essere simpatiche quando loro verranno a trovarmi.
Se capita verso mezzogiorno, invitate i poveretti a pranzo non vi costa niente. Basta che non offriate ciccioli a Onofre né birra a Silvano. Fegato chi ne soffre sa com' è.
Josè Carlos Chinelo è diabetico, fate attenzione, non lo ammazzate. Tutta brava gente, potete starne certe. Dopo il pranzo, se volete, spostate il tavolino più in qua e portate il mazzo. Chiedete a Maristella di preparare anche un caffè quando io do le carte.
Se è una bella giornata, spalancate la finestra. Voglio sentire la brezza tra le costole, le mascelle e dentro il cranio.
Se piove, se fa freddo, basta un mantello sulle spalle, solo per non perdere l' abitudine. E così passerà l' estate. L' autunno. L' inverno. La primavera. E' chiaro che la prima settimana  sembrerà più lunga del resto dell' anno.
Ma capirete subito, nei primi giorni, che alcune delle mie abitudini non vi disturberanno più. Perché non me le ricorderò più. Guardare la tv a tutto volume per esempio. Quello di lasciare l' asciugamano bagnato sul letto.
Lasciare i vestiti appena tolti sul pavimento. Le unghie tagliate nel lavandino. La cenere della sigaretta sul tappeto. I fogli di giornale ovunque. La chiave di casa solo Dio sa dov' è. Il regalo di compleanno. L' agenda del telefono. Le briciole di pane. Forse a loro mancheranno queste piccolezze o forse, come me, non ne ricorderanno nemmeno. Non starò più tutto il tempo a fare rumori inopportuni, ruttando e scoreggiando. Né girerò per la casa in mutande. Per la verità, non girerò proprio. Se suonano il campanello, che risponda un altro. Me ne starò tranquillo nel mio angolino, forse dormendo tutto il giorno se nessuno mi cercherà.


(Racconto tratto dal libro "Ódio sustenido", inedito in Italia, tradotto da Julio Monteiro Martins insieme ai suoi allievi del 3° anno di Lettere dell'Università di Pisa Sara Scatena, Martina Barsanti, Laura Marletti, Gianluca Piana, Mauro La Mancusa , Massimo Inghirani).







Nelson De Oliveira
, (Guaíra, São Paulo, 1966) è uno dei più importanti giovani scrittori brasiliani della cosiddetta Geração 90. Ha vinto con le sue raccolte di racconti i premi Casa de Las Americas (Cuba) e Fundação Cultural da Bahia (Brasile).



     
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