NOTIZIE DEI FUNES
Julio Cortázar
Ogni tanto viene qualcuno e mi dice ma allora lei e l’incesto (o lei e il labirinto ((o lei e il concetto del doppio (((o lei e il tram come zona di passaggio ((((o lei e le gallerie coperte come idem (((((o lei e l’influsso di Raymond Russel)))))), adesso però è anche peggio perché un certo Julián Garavito della rivista “Europe” viene e scrive ma allora lei e il filo segreto che unisce i suoi racconti: io rimango hattonito, perché i miei racconti ,i sono caduti in testa alla spicciolata come noci di cocco e hanno finito per raccogliersi in tre o quattro canestri dove hanno l’aria di stare benissimo, ma adesso secondo Garavito c’è addirittura un filo segreto che li lega e questo mi turba, accidenti, perché le noci di cocco mi sono sempre sembrate frutti molto autonomi che crescono solo sulle palme e vengono giù quando ne hanno voglia.
La critica è come Zoe1 e fa quel che può, ma il fatto che adesso si dedichi al cucito con me prova che ogni realtà può portare a qualunque interpretazione. Garavito ha scritto la recensione di alcuni miei racconti pubblicati da Gallimard con il titolo Gîtes, e sebbene iniziasse protestando a ragione per la mescolanza di racconti che appartengono a libri ed epoche differenti, all’improvviso ha trovato il filo tra le noci di cocco, che lui chiama “la costante”, e questo naturalmente gli ha suscitato un’enorme allegria visto che la coerenza è qualcosa che rallegra sempre tutti chissà peché. E allora Funes, e io hattonito come ho già haccennato, perché Garavito viene e dice che questi editori francesi sono una sciagura, hanno mescolato tutti i racconti e certo, il filo si spezza; la prova è che lei nel racconto Bestiario scritto nel 1948 presentava Luis Funes vivo e poi, in Dopocena, ci ha raccontato del suo suicidio, mentre ora in questo calderone dell’edizione francese Funes si suicida a metà del libro e ricompare vivo e vegeto nell’ultimo racconto.
Trovo vertiginoso che mi si faccia notare di aver usato lo stesso personaggio in due racconti per mostrare la costante, perché anche se non è del tutto vero devo ammettere che il nome Luis Funes compare in due miei racconti e me ne accorgo adesso grazie a un critico francese che naturalmente va in cerca di costanti. Dico vertiginoso perché se ripenso al lontanissimo Bestiario ricordo che c’erano “i Funes” e uno di loro si chiamava Luis, ma nel corso degli anni non mi è mai venuto in mente di mettere insieme nome e cognome nel ricordare il personaggio di quel racconto; per me era solo Luis, come il Nene era solo il Nene e Rema era Rema. Ci voleva la recensione di Garavito per farmi scoprire che Luis, facendo parte della famiglia Funes, si chiamava Luis Funes e che molto tempo dopo, a Parigi, avrei pensato allo stesso nome per un personaggio di Dopocena; per di più, questo Luis Funes era vivo nel primo racconto e morto nel secondo, favorendo così l’ipotesi che si trattasse della stessa persona.
Cose del genere lasciano tra il perplesso e lo speranzoso; magari vero, magari il personaggio suicidatosi in Dopocena era lo stesso che soffriva per la malvagità del fratello in Bestiario, altrimenti come mai, con tanti nomi possibili, sarebbe ritornato quindici anni dopo lo stesso nome? Forse Luis Funes non si è ucciso perché il suo amico Robirosa aveva scoperto che era una spia, ma perché il ricordo di una tigre e di un fratello sbranato era più forte dell’improbabile felicità di Rema. È bello scrivere tutto questo ironicamente, ma dietro c’è il resto, ci sono le figure terribili tessite nell’ombra delle grandi Madri. E senza alcuna ironia ringrazio Julián Garavito, tessitore dalla parte della luce.
Nota: 1 – Personaggio della striscia a fumetti Arturo e Zoe pubblicata in Italia negli anni Settanta da riviste come “L’intrepido” e “Il monello”.
(Tratto dalla raccolta Ultimo round, Alet Edizioni, Padova, 2007, traduzione di Eleonora Mogavero.)
Julio Cortázar č uno dei piů grandi scrittori argentini del Ventesimo secolo.
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