LASCIATE CHE MUOIA LA MORTE DEL GIOVANE


Roger McGough





Lasciate che muoia la morte del giovane
non una morte pulita & tra lenzuola
candide morte d’acquasanta
non una morte da ultime parole famose
serena che si spegne nell’affanno

Quando avró 73 anni
& saró costantemente di buon tumore
mi falci all’alba 
un’auto sportiva rosso fiamma
mentre ritorno a casa
da una festa durata tutta la notte

O quando avró 91 anni
& con la chioma d’argento
seduto saró su una sedia da barbiere
possano i gangster d’una banda rivale
irrompere coi mitra spianati
& farmi barba e capelli

O quando avró 104 anni
& bandito saró dalla Caverna
possa la mia amante sorprendermi
a letto con sua figlia
& temendo suo figlio
farmi a pezzi
&  gettarli via tutti tranne uno

Lasciate che muoia la morte del giovane
non una morte in punta di piedi senza peccato 
che mi consumi come cera di candela
morte da tende tirate sorretta dagli angeli
la bella morte del ‘caro estinto’.



(Traduzione di Erminia Passannanti)

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In lingua originale:



Let me die a youngman's death

Let me die a youngman's death
not a clean and inbetween
the sheets holywater death
not a famous-last-words
peaceful out of breath death.

When I'm 73
and in constant good tumour
May I be mown down at dawn
by a bright red sports car
on my way home
from an allnight party

Or when I'm 91
with silver hair
and sitting in a barber's chair
my rival gangsters
with hamfisted tommyguns burst in
and give me a short back and insides

Or when I'm 104
and banned from the Cavern
may my mistress
catching me in bed with her daughter
and fearing for her son
cut me up into little pieces
and throw away every piece but one

Let me die a youngman's death
not a free from sin tiptoe in
candle wax and waning death
not a curtains drawn by angels borne
'what a nice way to go' death.




 



Roger McGough è uno dei più famosi poeti britannici. Musicista, autore di libri per bambini, sceneggiatore, quando contaminazione sta diventando un termine in voga, lui quella strada l’ha già percorsa tutta.
Di McGough “The Times” ha scritto che se non fosse nato un’intera generazione sarebbe probabilmente rimasta orfana.
Insieme con John Gorman e Mike McCartney degli Scaffold scrive i testi delle popolari “Lily The Pink” e “Thank You Very Much” e salta a bordo dello Yellow Submarine con una rapida e turbolenta collaborazione con i Beatles.
Gli esordi di McGough avvengono nella vibrante Liverpool dei primi anni Sessanta, dove i talenti musicali, letterari, artistici si inseguono e contaminano a vicenda.
Dopo il successo dell’antologia The Mersey Sound (Penguin, 1967), scritta con Adrian Henri e Brian Patten, un milione di copie vendute e definitiva consacrazione per i tre poeti pop di Liverpool, Roger McGough non ha mai smesso di incantare bambini e adulti. Nel 2003, la sua opera completa esce nei Collected Poems (Penguin): il ritratto di una vita attraverso il prisma della poesia.
Con un impianto analogo, Eclissi Quotidiane (Edizioni Medusa) la nuova raccolta italiana di poesie di McGough, curata da Franco Nasi, ripercorre la vita del poeta pop più amato in Gran Bretagna, attraverso una accurata selezione delle sue liriche più fulminanti.
Autore di popolarissimi volumi per bambini McGough è considerato il Rodari della poesia inglese. Fra le sue opere Lucky, Bad Bad Cats (tradotta in italiano da Einaudi Ragazzi) e The Bee’s Knees (Puffin).
All’incontro parteciperà anche il poeta Valerio Magrelli, insegnante di Lingua e Letteratura Francese all’Università di Pisa, che dirige per Einaudi la serie trilingue della Collana Scrittori Tradotti da Scrittori. Magrelli collabora alle pagine culturali de Il Messaggero, L’Unità e di Diario, è autore di note traduzioni di Mallarmé, Valery, Jarry, Char e Ponge. La sua prima raccolta di versi Ora serrata retinae lo ha segnalato come una delle voci più originali e raffinate della poesia italiana contemporanea. Vincitore con Nature e venature del Premio Viareggio nel 1987, esordisce nella narrativa  con Nel condominio di Carne ( Einaudi).









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