COMPOSIZIONE D’AMORE


Paola Meneganti



Primo quadro

Dove sarà … lo chiamo e non risponde, ci sto provando da ieri e il telefono squilla a vuoto. Pensavo di aver toccato il cielo con un dito, pensavo di aver vinto la scommessa più bella della mia vita, mi piaceva da impazzire e alla fine ce l’ho fatta, una sera d’estate, classica sera calda e umida e stellata e lui che era un po’ brillo, ma così dolce, così bello, così sensuale in ogni suo particolare, persino il profumo del suo sudore mi piaceva, un po’ aspro, muschiato. Mi girava la testa ad annusarlo, a baciarlo, a sentirlo sotto le mie mani, perfino i suoi tatuaggi mi piacevano, io che non li sopporto.

Due giorni dopo è stato brutto: ci siamo incontrati al lavoro, un po’ faceva finta di non vedermi un po’ sfotteva. Le carezze sono rimaste sulle dita, i baci sulle labbra. Forse si sente in imbarazzo, ho pensato, ha un’immagine da difendere, bello e impossibile. Il classico uomo che ti fa soffrire, ho pensato, anzi, ho preconizzato. Ecco, è una delle cose per cui mi prende in giro: dice che parlo ricercato. Dice che è una posa. Io lascio perdere, e sorrido.

Allora, dopo qualche giorno mi ha chiamato, e io credevo di morire …“per non morire al primo incontro …”, quanto ascolto Maria, in questi giorni, in queste settimane, il suono purissimo della sua voce mi riempie i pensieri e mi fa compagnia. Ascolto tanta musica e leggo, devo dire grazie a mia madre che me l’ha insegnato … così posso trovare ogni tanto parole come queste, di Sepulveda: "Quando si varca l'arco di ingresso al tempio dei sogni, lì, proprio lì, c'è il mare ...".

Perché è lui il mio tempio dei sogni. Dopo qualche giorno mi ha chiamato e mi ha detto che gli sarebbe piaciuto se ci fossimo rivisti, e io credevo di morire. È successo di nuovo, e poi di nuovo. La seconda volta è arrivato con la moto, il corpo fasciato dalla tuta, lo desideravo così tanto che avrei urlato. Ho creduto di arrivare in cima ai miei sogni pensanti.

Perché è lui il mio tempio dei sogni. Pensare ad un uomo e sentirsi bloccare la gola, smaniare perché vorresti le sue braccia attorno a te, vorresti annusarlo assaggiarlo carezzarlo o, semplicemente, udire piano il suo respiro ... riascoltare nella mente, mille volte, le sue parole, costruire un mondo di significati attorno ad ognuna di loro.

Poi più niente. Non c’è stata più occasione di vederci, potrei dire. Lui è strano, mi sfugge di nuovo. Cerca sempre scuse, anche se è vero che lavora tanto. Ma in questi giorni di festa avrebbe potuto trovare un momento, no? e il telefono suona sempre a vuoto, l’avrà lasciato a casa?


Secondo quadro

Ciao, come stai, dove sei? In casa?! Ma come, oggi che è festa … io sono sul mare, sì da solo … perché i ragazzi sono andati a Cecina, ma io non ne avevo voglia, poi ho da fare più tardi. No, nessun problema, solo che proprio non ne avevo voglia. Già … scusa, chi hai visto? Chiara? Ma quando? Guarda, lasciamo perdere … perché sta male? Ah, è per colpa mia? Ma tu guarda la pazza… senti, ora ti racconto come stanno le cose, va bene? Perché non mi piace che lei metta in giro queste stupidaggini … sì, è vero, io e lei l’abbiamo fatto, tempo fa … ma ti spiego, ero ubriaco, proprio fradicio, ero ubriaco, di fuori, lei si è avvicinata e l’abbiamo fatto, ok? Però così, io non mi ricordavo quasi nulla, ero davvero di fuori. Poi sì, un altro paio di volte, ero così ubriaco che non ricordavo nulla, allora mi sono detto, dai, proviamo a vedere com’è da sobrio … sì perché è bella, vero? è una bella ragazza, niente da dire, ma è matta … certi discorsi. Quel paio di volte e stop, ho detto basta, non è il caso. E lei invece si è appiccicata, una cosa imbarazzante. Mi tocca vederla, frequentiamo la stessa gente, è un casino. Lei si avvicina e fa la scema, io non so più cosa fare. Le faccio certe parti .. ti giuro, le ho anche detto “ma cosa vuoi da me? te ne vai?”, i ragazzi ridono, ci si divertono, e lei niente, continua. No, è matta, ti dico .. così imparo a bere, come sono stato cretino … sì, vabbè, anche dopo, però è stato solo un fatto di sesso, mi spiego, ma lei cosa si aspettava? Mica le avevo fatto capire nulla di più … sì, lo so, per voi donne è diverso, ancora questa storia. Ma anche questo non è del tutto vero, sai … beh, io conosco una persona, ci esco insieme da un po’… sì, una donna, che credevi? Insomma, dura da un po’, l‘ho conosciuta per lavoro. Più grande di me, ma ha fascino, stile, è sicura, sa quel che vuole … lo sai che mi ha abbordato lei? Non mi era mai successo prima … con un SMS, una cosa pazzesca. Io lo avevo letto e non capivo, ho fatto passare un bel po’ di tempo prima di rispondere, mi sembrava chiaro quello che voleva ma, se poi mi fossi sbagliato? .insomma, ci vediamo ogni tanto, facciamo l’amore, beviamo qualcosa e tutto finisce lì, senza discorsi demenziali, senza che nessuno si appiccichi. No, lei non fa mai discorsi strani .. dai, hai capito. Voi donne … lei per esempio, ti dico la verità, non si nega a nulla, davvero, però, dopo, mentre magari io sono stanco morto e vorrei starmene disteso quieto, chiede carezze, coccole … dice che altrimenti è brutto. È l’unico momento in cui si appiccica un po’, però è piacevole, in fin dei conti. Dai, non mi trattare male, scherzo … sinceramente sì, finché dura mi va bene … mica come quella pazza…. Non ci perdere tempo, capito, tanto ti direbbe solo bugie.


Terzo quadro

Il PC lascia scorrere immagini sempre diverse, siti sempre diversi. In realtà è lei che guida il mouse, ovviamente, pigramente. Stava scrivendo una cosa concettosa e seria, ha interrotto un momento. Un momento lungo. Guarda la sua mano che si muove a destra di sé: è come se non le appartenesse, come se vivesse un’esistenza autonoma, come racconta Lord Chandos … è un suo vezzo metaforizzare e citare luoghi letterari, lo ha sempre fatto. Però, ora, oggi, è proprio così.

È una lettrice attenta e forse smodata: ama riflettere su brani e frasi, queste le scrive sulle agende e sui quaderni. Su una rivista, ieri, ne ha letta una, pare di Indro Montanelli, figurati. Una brutta frase, brutta nel senso che è cruda, nello stile un po’ da caserma che aveva Montanelli. Però l’ha colpita con l’immediatezza di una rivelazione: “l’uomo passa dall’idea al letto, la donna dal letto all’idea”.

La mano giocherella, si muove, è lontana dai suoi pensieri. Già, è andata proprio così.

Il desiderio non lo si dà. Lo si prova, violento e istantaneo oppure insinuante e radicato e avvolgente, e non si sa perché, verso un uomo, verso una donna, verso un’idea, un’intrapresa, una prospettiva … verso una figura che emerge da un pallido pomeriggio invernale, perché è così che doveva andare, quel campo di forze, quel parallelepipedo di risultanti si è incastonato lì, in quel momento.

Fare la propria scelta …

Tutte le volte pensa: è come se fosse l’ultima volta. Dovrebbe essere l’ultima volta. “Fermati, attimo!”. Si immagina nell’atto di dirlo, sorride al pensiero di occhi scuri interrogativi e un po’ disorientati. Lei lo disorienta, spesso. Come quando, agli inizi, si faceva problemi di “sconfinamento”, dice lei ora ridendo, nel rapporto fisico, finché lei gli disse chiaro e tondo che tutto quello che facevano era perché lei lo consentiva. Non c’è abituato ad una donna che parla così: “che stupidaggine ho detto”. Già.

La mano seguita a cliccare torrenti di immagini, di suoni e di parole. Una donna come lei non solo passa dal letto all’idea, ma pure costruisce una trama fitta di riferimenti poetici e narrativi. Ha anche cominciato a scrivere poesie. Le prime erano orrende, poi sono migliorate, anche in poesia è questione di esercizio.

È una storia che l’ha rimessa al mondo, dice silenziosa. Ora sta molto attenta a come si veste, a come si trucca, ai segnali del proprio corpo. Il desiderio dei suoi abbracci la fa più bella. Splendente: come lui, come il suo nome.

Ancora ricorda la prima volta che lo prese tra le braccia e sentì quel tremito lungo, strano, che lo percorre dalla spalla giù fino al petto, fino alla vita, quando si emoziona. Lo fa sempre.

La mano si muove e arriva la domanda: lui, così bello e così giovane: perché lo fa? Così giovane … posto che avesse avuto un figlio appena fuori dall’adolescenza, potrebbe essere suo figlio. Non sa se esserne fiera o vergognarsene un po’, ma questo le succede con tutto quanto è legato a questa storia.

È molto cauta e cerca sempre di non scoprirsi, perché sa di camminare come un’acrobata su un filo teso. E che potrebbe mai succedere, chiede alla mano? Che lui si neghi, che non risponda alle telefonate, agli SMS, che trovi scuse e faccia l’indifferente. Una volta ha ascoltato una telefonata, anche se cercava di non farsi sentire. Che cos’era quel tono annoiato, spazientito, lui che è semplice ma mai rozzo, mai aggressivo … perlomeno finora? Ricorda che si è chiesta se è così che succederà.

Sarebbe terribile. Sarà terribile. Un taglio, uno strappo al bisogno di lui. No, lui non lo deve assolutamente sapere. Perché la disinvoltura di donna colta e indipendente che si concede fugaci momenti di letto esuberanti deve rimanere la sua immagine, la sua maschera, la sua difesa. Tutto le è contro in una storia come questa: l’età, la condizione familiare, l’essere donna, anche. Deve stare attenta e non scoprirsi. Lui non deve sentirsi forte e potente, con lei. Non deve sapere quanto è persa. Non innamorata, persa. Gli sguardi, i pensieri e i desideri persi dietro quel nome e quel volto.

Lui le è necessario, alla mente e al corpo. È il suo desiderio che si manifesta feroce e felice, la fiera d’amore. E la gelosia, il suo nome è quello, non ne ha paura: con chi si vedrà, che cosa farà ....

Ma loro amano così? ne sono capaci? certo, alcuni, i poeti, quelli di cui poi leggi le parole immortali … ma quanti? Lei sa bene che in molte donne, apparentemente compassate e strutturate, si agita la fiera d'amore. Ma loro? Spesso non sanno neppure parlare dei sentimenti, non ne hanno il linguaggio: pensano che stoni con la virilità.

Fare la propria scelta ... un corpo di giovane sasso levigato, latte e miele, i contorni talmente netti da volerli quasi strappare, il mondo che gira in una giga, secoli che non accadeva, una comunione dei corpi ancora possibile, odori sapori e colori da conservare in uno scrigno segreto. Come se fosse sempre l’ultima volta. Perché ci sarà un’ultima volta.

Ritorno al primo quadro

Ora è occupato … mi sembra di impazzire.


Ritorno al terzo quadro

Ha provato a telefonargli, così per dargli il buon giorno, per cedere ancora, silenziosamente, alla fiera d’amore. La mano ha lasciato il mouse e digita quel numero. È occupato.



Paola Meneganti: "Di mestiere faccio la funzionaria in un'amministrazione pubblica, di passione lavoro da anni in un'associazione che si occupa di politica e cultura delle donne, scrivo - articoli, recensioni, piccoli saggi - e solo di recente ho provato a narrare. Ho un blog, http://amoscrivere.spaces.live.com, ho studiato filosofia e vivo con un uomo, una figlia splendida e due gatte".





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