Marco Marengo

Scrivere è rubare la luce alle stelle, o stronzate simili…

Mi sveglio con uno scatto. È prima mattina, lo capisco dai cinguettii provenienti dal parco.

In corridoio la fioca luce di una lampada dimenticata accesa si scontra con i primi raggi del sole nuovo.

Sete.

Come spesso accade cerco a tentoni la bottiglia a fianco del letto. La impugno e la porto verso la luce tenue. Una macchietta, un qualcosa di scuro vi galleggia. Sembra muoversi… un brivido ed occhi sgranati nel notare, avvicinandomi, che un miniscolo me stesso arranca con incerte bracciate in quel mare in bottiglia. Io lo guardo, lui (me) non mi nota; è troppo impegnato a non annegare. I miei gesti hanno creato per lui burrasca.

Non so che fare. Mi rilasso con la solita frase –è tutto un sogno-.

Fuori la luce gradualmente aumenta. Tutto si fa più reale.

Sete.

Lavori alle tubazioni hanno tolto l'acqua al condominio. È così da ieri. Vestirmi, uscire ed andare alla ricerca di un bar aperto.

Sete! Nell'osservare il piccolo me stesso. Finita la burrasca (la bottiglia è poggiata sul comodino) si rilassa facendo “il morto”. Chissà cosa pensa, galleggiando a faccia in su, nel guardare il tappo da sotto.

Un lampo di genio mi suggerisce il da farsi –chi è nella bottiglia è una parte di me- penso nel deglutire saliva densa. Vorrei cercare una lente per osservarlo meglio, ma preferisco non approfondire.

Con un gesto secco apro la bottiglia e bevo abbondantemente. Sento raschiare in gola –forse si è aggrappato all'ugola- penso, tossendo.

Un altro viaggio è iniziato –c'è chi la chiama introspezione- ridacchiando mi riaddormento.

Da dentro parte la vendetta…

Il piccolo me stesso inizia, dentro di me, un viaggio che (per quel che ne so) ha fatto un miliardo di altre volte. Non so dove andrà a sistemarsi. Non so se si vendicherà e come lo farà… forse sganciando mazzette agli addetti ai lavori farà in modo che il colesterolo mi schizzi alle stelle!

         

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