E IL LORO ESSERE MORTI LI RIEMPIE DI LUCE Kai Pohl
In questo poema quel che si dice andava detto
da tempo. Il testo viene ripreso quasi testualmente.
Nessun verso e nessun segno di interpunzione è
superfluo. Perfino il titolo dà conto dell'atmosfera
evocata. Tanta speranza e tanto coraggio risiedono
in questo poema. Il poema non conosce lavoro.
In questo poema non ricorre neppure una volta
la parola Germania, il caffè non è fumante e Goethe
non la fa da padrone. In questo poema non ci sono
mercoledì. I pensieri in questo poema sono pietre
levigate dall'acqua. Gli spettatori televisivi si danno
alle Opere Complete di Brecht. Si avverte un'aura
negativa e si diffonde la paura. Da dove nasce il sarcasmo
in questo poema? Dove risiede il senso? In questo poema
mancano sia il mittente che il destinatario. I temi comuni
non vengono menzionati. Di cosa parla questo poema?
Che funzione ha il significato, che funzione ha
la classificazione? Gli ingredienti della poesia
in questo poema corrispondono all'esposizione,
i problemi finanziari non vengono menzionati.
In questo poema Oslo viene descritta come una
città impietosa, lo specchio d'acqua splendente
è diventato l'occhio, la brina gocciola nera dal
salice, il cosiddetto teatro del mondo è sgattaiolato
via alla chetichella. In questo poema tutto è preda di
un movimento circolare, una raccolta di masserizie,
discorsi, brandelli di frasi disadorne. La negligenza
regna in questo poema, l'alienazione tecnologica
della comunicazione. In questo poema la sete
è l'istinto primordiale, la luna viene usata come
un tranquillante, la speranza ostacola il cammino
come una trappola. Che passo falso, questo poema,
che passo falso! Tutti i riferimenti in questo poema
sono malriusciti, neppure una scintilla di verità
in questo poema. Nessuna bellezza dietro il velo,
solo parole; i passi non trovano l'uscita, non ci sono
entrate né uscite. Si vede piuttosto male in questo
poema. L'aria è bluastra per gli afflati delle sensazioni:
una nebbia non agisce – l'uomo proietta! Le persone
in questo poema appaiono solo in veste dei loro rivoltanti
attributi: denti gialli, brufoli sul viso, infiammazioni
delle estremità delle palpebre, eccetera. La lingua
utilizzata in questo poema non è una lingua.
Le righe si sono confuse tra loro, toni oltremodo
contraddittori si mescolano in questo poema.
Wang Wei depone le sue abitudini mondane.
Morgenstern lavora con i neologismi, anche
Heine mostra in questo poema tutte le sue
qualità poetiche. Ci troviamo evidentemente in
quell'irreale city di Eliot, Rimbaud parodia la
forma del sonetto, Eichendorff esprime il desiderio
di evadere dalla piccola borghesia, ricorre di continuo
il nome di Shakespeare. Trakl descrive una serata
autunnale. Pasternak dipinge un turbine di neve
in una notte di capodanno. Wallace Stevens avanza
umilmente al funerale di Otis Redding e tiene chiusa
la grassa bocca. Ginsberg, sì, va bene. Ma sinceramente
c'è poco di lui in questo poema. Non assomiglia al giovane
Tow Waits, sa scrivere però come Dylan. Charlie Brown
fa anche lui la sua comparsa, apparentemente in questo
poema ha offeso il superiore di suo padre. Il poema
va ancora avanti: qualche verso piú in là il corriere
raggiunge le caverne del Veneto, i camini sono neri
e dai tetti filtrano gli spifferi, il fuoco non scalda piú.
Traduzione di Antonello Piana.
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