CRAZYLITTLETHINGCALLEDLOVE… Enrico
Martini
Il coso
stava là in soffitta. Non che mi disturbasse. Ma lui stava là, impettito,
sopra il vecchio comodino di vecchio legno nero, trasformato dal lavoro di piccoli
artisti di natura, tanto da renderlo trasparente. Il comodino stava là
e, sopra, il coso: il comodino sembrava vecchio, così, tutto tarlato, ma
il coso lo era di più. Sicuramente lo era più del comodino, ma probabilmente
lo era più vecchio di tutte le cose del solaio. Anzi no: il coso era
più vecchio del solaio e di tutta la casa. E se ne stava là, sopra
il vecchio comodino (ormai non più così vecchio
), dominando
tutto il solaio. Cioè, salendo in soffitta, era impossibile non vederlo!
E se non lo vedevi, o eri cieco, o eri soprappensiero o eri stupido: come si fa
a non notare il coso?! Comunque, anche se non lo vedevi, di sicuro lo sentivi. Beì,
lo sentivi se rimanevi abbastanza a lungo, su in solaio.Il coso ogni tanto faceva
Stlock. Non so perché facesse Stlock, ma il fatto è che, di tanto
in tanto, diciamo
ogni venti minuti, produceva quello strano rintocco. Stlock.
Ma non si muoveva. O, almeno, non sembrava! Tutte quelle palle e quei cerchi
No,
non si muovevano. Sembravano tutte in una posizione di stallo sopra quel cilindro
nero. Non si muoveva, eppure faceva Stlock. Quindi, come non sentirlo?
Magari capitavi nei venti minuti in cui non emetteva quello strano rumore
però
luccicava. Eccome se luccicava! O meglio: luccicava molto per essere un coso
vecchio! Vecchio, molto vecchio. Molto vecchio e impolverato. Rifletteva la
luce che veniva dalla finestra. "Finestra"
diciamo dal lucernario.
E anche piccolo. Molto piccolo. Ma il coso ci stava proprio sotto. Là,
sul non così vecchio comodino nero, pieno di buchi, ma forse non più
pieno di tarli. Non il coso, il comodino! I raggi del sole lo colpivano dalle
dieci del mattino fino alle tre. Però erano raggi sbiaditi. La finestra
era sporca e opacizzata dal tempo. Forse la polvere, forse qualche detergente
strano
o forse era solo molto vecchia. Come la casa. Il coso, però,
lo era di più. Eppure luccicava! Quindi, come non vederlo? Là, tutto
impettito e impolverato, sul comodino coi tre cassetti tarlati. Ma anche il
resto lo era
Era tanto bucato che sembrava dovesse cadere da un momento all'altro.
E con esso sarebbe caduto il coso. Sarebbe caduto con un gran fragore, con un
suono squillante. Non Stlock. Il metallo argentato, anche se un po' opaco
per il tempo (Cavoli! È più vecchio della casa, che è vecchia
già di per sé: come può non essere opaco?), non può
fare Stlock se cade a terra! Forse lo avrebbe potuto fare il piedistallo. O
forse anche no! Il piedistallo era tutto pieno di polvere: si capiva che era nero,
ma non di cosa fosse fatto. Se non sai di cosa è fatto, come si fa a dire
se farà Stlock se cade sul pavimento di legno? Di metallo non era di
certo. Il piedistallo, non il pavimento! Il pavimento era di legno. Vecchio,
molto vecchio. È il piedistallo che non si capiva di cos'era. Era nero.
Un cilindro nero schiacciato, di non so cosa. E teneva su il coso. Là,
sopra il comodino. Anche quello nero. Anche quello di legno. Che era di legno
questo lo si capiva. Il comodino intendo. Era nero con delle venature più
chiare. Il tempo tende a scolorire il legno
o meglio: il colore del legno.
E il comodino era mooolto vecchio. Ma, comunque, la cosa più vecchia del
solaio e forse di tutta la casa era il coso. Il piedistallo teneva su il coso.
Anzi, ne era parte integrante. Si, perché nel piedistallo c'erano due
bracci metallici piantati. Dico "piantati", perché si vedeva
che non erano fatti dello stesso materiale del piedistallo, qualunque esso fosse.
E poi erano argentati. Sì, nonostante ci fosse un dito di polvere, si vedeva
che erano argentati! Non dico d'argento, ma sicuramente di metallo. Sotto un dito
di polvere, abbastanza ossidato, ma metallo. Ho toccato anche il piedistallo.
Non era di metallo. Forse era legno. C'era troppa polvere. Quando l'ho toccato
ha fatto Stlock. Be'! Lo fa sempre. Ogni venti minuti, più o meno. Anche
se non lo tocchi. Solo che l'ha fatto anche quando l'ho toccato! E si è
mosso. Non tutto il coso: solo la parte sopra. Di solito, quando fa Stlock
non si muove. Almeno non sembra. Quella volta invece l'ho toccato, ha fatto
Stlock e si è mosso. E ha continuato a muoversi! E a fare un mare di Stlock!
Non ogni venti minuti, no: ogni volta che si muoveva! Il cerchio grande oscillava.
Su e giù. Avanti e indietro. O destra e sinistra: dipendeva da dove lo
guardavi! E faceva Stlock. Ad ogni oscillazione. Stlock. Lo faceva
anche prima. Stlock, intendo. E forse anche le oscillazioni faceva prima.
Solo che là, sopra il comodino tutto tarlato, non te ne accorgevi. Ma magari
lo faceva! E cadeva polvere. Prima ne cadeva meno. Non so. Ma ora sembrava
nevicasse. Neve grigia che cadeva sul piedistallo nero. E brillava. La polvere
brillava nella luce grigia opaca che penetrava dalla vecchia finestra. Non tanta.
La luce. Solo un fascio. Una colonna. Una colonna di luce sbiadita. Grigia. Sia
la luce che la polvere. La vedevi che faceva dei vortici. Nella luce. Anche
i cerchi del coso facevano dei vortici. Si, insomma: giravano. E facevano cadere
la polvere. Giravano dentro il cerchio più grande. Quello che faceva su
e giù. Su e giù. E Stlock. Anzi: Stlock, Stlock, Stlock. Perché
era più veloce. E giravano le palle. Del coso
Ce n'erano tre.
Di palle, dico. E giravano all'unisono con i cerchi. Di metallo. Due cerchi più
uno grande che faceva su e giù. E Stlock. La colonna di luce si spostava.
Si sposta sempre. Dalle 10 alle 3. Invece il coso prima non lo faceva! Adesso
sì. Ma prima era sempre fermo. O almeno non lo vedevi. Muoversi. Magari
si muoveva poco! Però faceva Stlock. E si muovevano anche i cerchi e
le palle. Tre. Tutti. Stlock. E si muoveva la colonna di luce. E si riflette
sul coso. Non sul piedistallo che era nero. Non si sa di cosa fosse fatto,
ma di certo non rifletteva la luce. Forse perché era poca. La luce. O
forse perché c'era la polvere. Forse troppa polvere
Non quella
che turbina. Quella che si era posata nella parte superiore del cilindro nero.
Magari se non c'era la montagnola di polvere avrebbe riflesso. La luce. Come
le palle. Facevano uno strano effetto. Cerchi e sagome sul muro. Nero. Be'!
Forse no. Solo che era tanto vecchio che non si capiva. Il solaio era nero
perché cera poca luce. C'era solo quella del lucernario. E poi era sbiadita
perché il vetro era vecchio. E sporco. E opaco. Forse non era vecchio
come il solaio, ma di sicuro lo era molto.Infatti, il solaio era tanto vecchio,
che ci trovavi cose vecchissime, mai viste. Ma proprio vecchissime. Forse più
della casa. Come il coso. Appunto. E il coso brillava. La luce lo riempiva
tutto. Sì perché c'era un momento, tra le dieci e le tre, in
cui la luce lo prendeva in pieno. E brillava. E brillavano i palloni metallici
e i cerchi (Ma non il piedistallo
). Brillavano e illuminavano il solaio.
E brillava anche il comodino. Cioè
no. Però la luce passava
attraverso i buchi e si rifletteva sulle cose, dall'altra parte. Molte non sapevo
cosa fossero. Forse perché erano scolorite. Non c'era mai stata luce.
Almeno non troppa. Perché, se il coso non si muoveva, come faceva a riflettere
la luce dappertutto? Erano rosse, blu e verdi, di tante forme. Anche di scolorite
(Non le forme
). Ma nessuna era come il coso. E nessuna faceva il rumore
del coso. Anzi: non facevano rumore. E non si muovevano nemmeno. O almeno non
sembrava. Ma anche del coso non sembrava
Ora invece si muoveva e riluceva
e faceva rumore. Speravo solo che non rompesse il comodino, tarlato com'era!
Quasi trasparente. Chissà- mi dicevo- magari, se cade, si rompe. Magari
il comodino diventa polvere. E il coso? No, quello non può diventare
polvere. Forse il coso nero. Chissà? Certo non farebbe più Stlock,
perché non potrebbe muoversi. Magari cadendo, Stlock potrebbe farlo,
perché cadendo si muove. E magari rimbalza (Stlock
Stlock
Stlock
Stlock)! In quel punto c'è così tanto spazio
.
(Stlock
Stlock
Stlock
Stlock). Ai lati della stanza no.
Il tetto si abbassa. L'avevo visto perché c'era il riflesso bianco del
coso. Be', non proprio bianco
sbiadito. Se cade magari non lo trovo più.
Non il riflesso bianco
E poi lei si arrabbia. Chissà come lo
chiama? Chissà se sa di cosa è fatto il piedistallo? E chissà
se sa perché fa Stlock? Che
cosa fai lì? Guardo
"Guardo" cosa? Là Ah!
Il coso
Sì. Fa Stlock
Me l'ha regalato tua madre. Ha
sempre fatto Stlock. Si? E di cosa è fatto? Me lo sono chiesto spesso
anch'io
Enrico
Martini detto Nebbioso è nato, vissuto e ora riposa
È
stato cantastorie, viaggiatore ed eroe, ma è principalmente ricordato per
le sue doti di bugiardo. La sua opera più celebre è attualmente
incompiuta.
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