SCIMMIA SUL BUE -
Brano tratto dal romanzo I cento fiori -
Feng Jicai
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Lo smalto della porcellana della "Scimmia sul bue" era liscio e trasparente
come se fosse a pittura a olio. Avevo immaginato che la scimmia sarebbe stata
bianca. Invece è uscita giallo-oro, esattamente del colore del vestito
di Dune. Lo smalto colorato si era sparso tutt'intorno al disegno e gli aveva
dato l'aspetto naturale del pelame. Una scimmietta scintillante! Quanto al bue,
pensavo che cuocendo avrebbe preso una tonalità giallo-scura uniforme;
invece alla sua uscita era bianco macchiettato di nero e la sagoma si era delineata,
affinata. Quel disegno, in cui avevo messo tutto il mio sentimento, non era più
lo stesso. Ma che bue magnifico! Il fondo, alla cottura, aveva assunto la profondità
di un blu di Sèvres e faceva risaltare la luminosità dei due animali.
Il giallo dorato e serico della scimmietta si sposava perfettamente alle tinte
del grosso bue. Tutti questi colori però erano estremamente leggeri, dolci
e delicati. Non avrei mai creduto di ottenere degli effetti cosí imprevedibili.
Quanto alle altre porcellane, tutti concordavano nel dire che erano uniche nel
loro genere. Quella su cui avevo disegnato una spirale era un successo completo.
La mescola degli smalti aveva moltiplicato i colori in un turbinio di gradazioni
sfumate. Nel guardarla, si aveva l'impressione di penetrare nel cuore del mondo.
Tutte le mie porcellane erano pervase di una notevole potenza e da una bellezza
cruda. Non saprei descrivervele meglio, perché non ne ho mai viste di simili.
Era tutto cosí imprevisto, ero quasi pazzo di felicità! Mi dicevo:
"Hua Xiayu! Hua Xiayu! Sei forse uno di quegli artisti che attingono nel
più profondo di se stessi, instancabilmente, quell'ispirazione feconda
con cui si appropriano del mondo? Ma non credi che anche il caso sia un elemento
dell'atto creatore? Non bisogna essere in grado di liberare l'arte dalla costrizione
delle regole che l'incatenano? Non pensi che il vero artista sia colui che supera
le esperienze della tradizione per produrre un'opera originale e autentica? Alla
fin fine, gli strumenti del pittore non sono la sua sola e vera schiavitù?
E oggi, improvvisamente, hai capito tutto ciò!" Ho scoperto un
mondo, un mondo infinito. Mi è tornata alla mente una frase. Una frase
di Picasso: "Tutto il mondo si dispiega di fronte a noi, impaziente che l'inventiamo,
non che lo ripetiamo". Sono rimasto, per una mezz'ora, davanti alle mie
porcellane senza dire nulla. E entrato Luo Zhanggui. Si è turbato vedendo
le mie opere. Eppure non ha fatto alcun commento. Ha preso la porcellana con la
spirale. L'ha girata e rigirata per esaminarla meglio, poi se n'è andato. La
sera stessa ci siamo sposati. Luo Zhanggui si era cambiato gli abiti da lavoro
con degli indumenti puliti. Teneva in mano un pacchetto avvolto in un tessuto
e da parecchi strati di carta vecchia. Ne ha cavato una ceramica che mi ha consegnato.
Era un vaso di un bianco immacolato adorno di foglie di loto. Da un lato le foglie
di loto si drizzavano, piegandosi leggermente su se stesse, dall'altro si inclinavano
con una curva dolce, come se un vento leggero le avesse appena sollevate. Quel
fremito dava alla ceramica una vita singolare... Era perfettamente bianca. Si
distingueva soltanto sui bordi qualche screpolatura bruna, probabilmente dovuta
all'usura. La qualità della ceramica era eccezionale, sembrava di giada.
Eppure girandola, ci si accorgeva che il fondo era formato soltanto da argilla
grossolana, rugosa. I bordi del vaso erano irregolari, a volte spessi a volte
sottili. L'insieme emanava un'impressione di vivacità e di serenità.
Capitava raramente, persino in un museo, di poter ammirare un simile oggetto.
Era uno dei capolavori che Luo Zhanggui aveva fabbricato nel corso della sua vita. Spiava
le mie reazioni per sapere se davo al suo dono il giusto valore. Sul tavolo
erano esposti i doni di nozze che, secondo il costume di quella regione, erano
tutti di porcellana. I pezzi più importanti della dote di Dune erano costituiti
da due porcellane verdi dai motivi floreali, tramandati di generazione in generazione. Ho
posato il vaso di Luo Zhanggui sul tavolo, fra gli altri oggetti, che di colpo
hanno perso il loro colore. Li eclissava con la sua eleganza. Che splendore! Luo
Zhanggui era commosso per la mia eccitazione. Mi ha detto: - Il mio cuore è
tutto con te! Tutti gli operai della fabbrica sono stati molto calorosi con
me. Mi hanno aiutato a sistemare la stanza. Per nascondere i muri scalcinati,
li avevo completamente ricoperti con disegni di paesaggi, di fiori, di nature
morte. La mia casa conteneva tutto ciò che si può trovare in questo
mondo. Il segretario Luo non è venuto quel giorno. Per declinare il
mio invito, ha addotto come pretesto una riunione in città. Neppure lo
zio e la zia di Dune sono venuti: l'unica nota triste del nostro matrimonio. Quanto
a Luo Jiaju, è arrivato con la figlia minore di Cao Jiaxi, il segretario
distrettuale del Partito. Era molto graziosa, e Luo Jiaju ovviamente aveva un'aria
vanesia. La presenza di quella giovane riequilibrava i nostri rapporti, dettaglio
non trascurabile. Dune, in preda a un'eccitazione straordinaria, mostrava le mie
opere a tutti quanti. Luo Jiaju, vedendole, ne è rimasto esterrefatto.
Per concludere il tutto, Cui Dajiao, al quale l'alcol aveva dato alla testa, ha
dichiarato: - Ehi, ragazzi, avete mai visto qualcosa di cosí bello! Luo
Zhanggui non ha detto nulla ma non aveva affatto l'aria scontenta. Il viso di
Luo Jiaju è diventato cereo e teso. A bella posta si rifiutava di guardare
le mie porcellane, come se non avessero importanza. Gli altri si sono messi
a stuzzicare Dune, e lui non ha potuto evitare di dare un'occhiata alla mia opera
mentre nessuno gli badava. Siccome ero in pensiero per lo stato dei nostri rapporti,
lo osservavo in modo particolare. Era arrivato con una borsa panciuta; di certo
aveva pensato di offrirmi una porcellana, ma non l'ha tirata fuori, alla fine
se l'è portata via. Fino al momento del congedo il suo viso è rimasto
contratto. E uscito pieno di rancore. Gli uomini non amano riconoscere il talento
altrui: è una cosa che sconvolge troppo. Ma quel giorno ero troppo felice
perché la minima ombra potesse offuscare la mia gioia. Avevo conquistato
Dune, ero riuscito nelle mie porcellane. Era la tela di fondo sulla quale finalmente
avrei costruito la mia vita. Cosa potevo chiedere di più? Non mi veniva
offerto tutto? Quella sera ero proprio l'uomo più felice del mondo.
(Brano
tratto dal romanzo I cento fiori, Edizioni E. Elle / Frontiere, Trieste,
1995.)
Feng Jicai è nato nel 1942 in Cina, dove
vive tuttora. Ha studiato all'Istituto le Belle Arti di Pechino ed è stato
pittore e professore di disegno, fino a dedicarsi alla scrittura. Da allora ha
pubblicato diversi racconti.
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