CONTI & MARCHESI

Simona Genovali



Mi presento così: Anna Rossi. Un nome e un cognome banalissimi, tant'è che quando chiedo a mia madre "mamma perché con un cognome banale come Rossi, mi hai messo un nome altrettanto banale come Anna ? Non lo so…", penso io, "ci voleva un nome più importante con un cognome così, tipo Lucrezia, Ludovica…", lei risponde sempre nel solito modo: "perché così si chiamava tua nonna" Si lo so, così si chiamava mia nonna…meno male…se si chiamava Gertrude forse era peggio ! Pensate un po': Gertrude Rossi. Non avrei mai avuto il coraggio di presentarmi ad anima viva e poi a scuola…chissà…mi avrebbero preso in giro anche le lavagne! Tutto sommato non mi è andata poi così male. Me la sono cavata con la banalità. Fanculo. Ma parliamo anche del mio papà: Mario Rossi. Vi rendete conto: Mario Rossi, e per di più, impiegato comunale da oltre vent' anni ! Quanti Mario Rossi ci saranno in Italia e nel mondo ? Mamma, sembriamo la classica famiglia da statistica o da tema di scuola elementare…Se il signor Mario Rossi compra 3 mele…O peggio ancora una famiglia da pubblicità: il classico signor Rossi (Mario), sfigato, che gli si rompe la lavatrice: "ma signor Rossi lei lo usa l'anticalcare ?" E te mamma ? Camilla Chizzarri…in Rossi. Due "Z" che a pronunciarle ci vuole prima una bella inspirazione e poi giù dritti fino alla fine del cognome. Che poi per far capire quello…Si, Chizzarri, con la "C" e due "Z". Esatto signora delle poste che ci deve dare la posta…e questa ti guarda con la faccia stupita…sempre nel dubbio di avere capito male, fino a quando non trova la lettera destinata a te, dove ovviamente il cognome è sbagliato…o manca una Z o manca una R. "Ah..ecco perché….", esclama la postina: "il cognome è scritto male!" E questo serve a sollevare la sua povera coscienza, visto che forse aveva iniziato a pensare di aver sbagliato davvero lavoro. Ma ti rendi conto mamma che il tuo nome è uguale a quello della principessa che sta con Carlo d'Inghilterra ?…ma non la bellissima Lady D….quell'altra…quella con tutti i cappellini strani…che spende centinaia di sterline al mese per il parrucchiere e poi ha sempre la solita pettinatura. Una tragedia. Se non altro mia sorella se l'è cavata abbastanza bene: Barbara Rossi. Si perché sono nata prima io e il nome della povera nonnina l'avete dato a me, altrimenti se nascevo maschio…la sfiga toccava a lei. E poi si dice che uno nasce con la camicia. Per forza.
Così un giorno, colta dalla più profonda disperazione, dopo l'ennesima delusione d'amore, ho deciso di "fantasmizzarmi", di rendermi il più possibile invisibile al mondo, di sparire insomma...complice la mia stessa banalità. Non volevo più essere cercata, se mai qualcuno lo avesse fatto, ma soprattutto non volevo più essere trovata. Anna Rossi, la banale "number one in the world" è finalmente scomparsa. E un bel giorno invece, per l'esattezza una sera, alla famigerata ora dell'aperitivo, mentre ero ormai già diventata un fantasma di serie "A", di quelli che non trovi nemmeno se chiami i Ghostbusters al completo..ho avuto anch'io la famosa botta di culo...ed ho conosciuto un marchese! Si un nobile, quelli con tanto di blasone attaccato sulla porta della sala da pranzo, il mitico anello di famiglia tramandato di generazione in generazione e le foto degli avi e dei trisavoli appese sulla cappa del camino, ovviamente nella cornice in stile Luigi XIV. Insomma, conosco questo tipo, che era venuto a prendere l'aperitivo con i suoi amici "vips" per festeggiare il suo compleanno. E il giorno del suo compleanno, il regalo l'ha fatto lui a me. Mi ha regalato un anello. Non quello di famiglia, ovviamente, ma un anello di argento, una fede turca per l'esattezza, di quelle tutte intrecciate che ti si srotolano lungo il dito e per levarle e per metterle ci vuole la laurea in ingegneria meccanica. Come minimo. L'anello era attaccato al suo portachiavi blasonato e quando si è avvicinato al bancone del bar per prendere il suo Negroni vips, con la variante del Punt e Mes al posto del Martini rosso…del resto si sa, signori si nasce…Io ho esclamato: "Carino!". Che era un "carino" riferito più a lui che al suo anello. Si è voltato verso di me, sorriso di circostanza e mi ha offerto da bere. "Per me un Americano, grazie". Io povera e banale plebea Anna Rossi, fantasmizzata, che prendo il "Americano", senza nessuna variante. E così mi sono seduta al suo tavolo. E sono riuscita a parlare con i suoi amici senza sentirmi in imbarazzo, anzi a dire la verità mi sono anche divertita. Sarà stato il Negroni, l'Americano o forse il Punt e Mes, cosa certa che dopo un'ora avevo la fede turca al dito, proprio all'anulare della mano sinistra, al dito del fidanzamento. E quando mi ha messo l'anello, ho provato un'emozione grandissima, e credo anche di aver esibito il migliore dei sorrisi che avessi mai fatto negli ultimi sei mesi. L'anello me l'ha dato così, all'improvviso, nel bel mezzo dell'ennesimo aperitivo. Ha preso la mia mano e zac…mi ha infilato la fede. Con la promessa di restituirgliela l'indomani a cena. A cena, io Anna Rossi e il marchese. Roba da non crederci. E poi sono pure riuscita a strappare l'invito del suo amico, un Conte, con la mia amica Chiara che ci aveva preparato quei buonissimi aperitivi. E così appuntamento alle otto l'indomani in Piazza Mazzini, io, Chiara, il Conte e il Marchese. A cena, neanche a dirlo, catalana di scampi, vino francese, ostriche e prelibatezze varie di cui non ricordo il nome, ma il sapore si! Cena e basta ovviamente, senza dopocena plebeo, di quelli che fanno i cascamorti e ti portano a casa per farti vedere la collezione di farfalle. Ma il marchese una casa ce l'aveva ed era anche una bella casa, sul viale a mare a Lido di Camaiore. Appartamento con vista sul litorale, due bagni, cucina, sala da pranzo, salone per le feste…Ma a casa sua non ci sono stata quella sera, ci sono andata qualche giorno più tardi, sempre a cena, stavolta da sola, senza amica e conte al seguito, e sempre con il suo anello al dito. Ha cucinato lui e pure bene. Pesce e vino e divano ad angolo, di quelli che prendono una parete e mezzo, con tutti i cuscini colorati e la coperta di lana merino comprata a Parigi nella settimana della moda. Ora io Anna Rossi, non è che avessi poi una così grande cultura di lana merino e di Parigi, visto che quando ci sono stata era perché tornavo da Londra in treno con la mia amica Luisa e abbiamo fatto un "tour de force" più che un "tour de france": tre giorni di qui e tre giorni di la, nei famosi Bed & Breakfast. Comunque sono riuscita a cavarmela bene anche in quella situazione, stretta tra nobili braccia blasonate. Sarà stato forse perché il divano era davvero comodo e la coperta veramente soffice, ma quello che abbiamo fatto nel salone delle feste è stato proprio "beautiful". Anche la candela, quando si è spenta, si è spenta bene, delicata, precisa, pari, senza sbavature di cera o puzzo di bruciato. Poi un giorno mi ha portato fuori per il week end, nel senso che abbiamo cambiato città e siamo andati a dormire in un hotel fantastico, che secondo me a un albergo così dovrebbero cambiargli nome e chiamarlo "Hotel Fantastico". Davanti al mare. E la camera, bellissima, con vista sulla spiaggia. Un hotel di quelli antichi che solo a vederlo ti fa venire in mente il principe azzurro che scende dalle scale e ti viene a prendere per riportarti la scarpetta di cristallo. Aperitivo in terrazza e cena al ristorante all'ultimo piano, lume di candela, champagne…Solo che c'è stato un piccolo problema…nel senso che io era un mese circa che dormivo male e poco, e fumavo non so quante sigarette, perché il mio ormai ex-fidanzato Carlo, se n'era andato così un giorno, di punto in bianco, dicendomi che non era pronto. Pronto per cosa non lo so, ma lui non lo era. Così quando siamo saliti in camera, ho fatto la doccia nel fantasmagorico bagno di marmo rosa, con dei bellissimi cavalli bianchi disegnati sulle mattonelle, gli asciugamani soffici e il bagnoschiuma profumato di vaniglia, e poi come mi sono appoggiata sul mega-letto a baldacchino, mi sono addormentata. Ecco che la mia banalità si era di nuovo affacciata alla mia consapevolezza e così io Anna Rossi, principessa per una notte, avevo fatto proprio una bella figura di merda. Ma il marchese non si è scoraggiato. Ha continuato a portarmi a cena fuori anche nei giorni successivi e anzi ha capito la mia situazione e mi ha anche lasciato l'anello. Quello che ha capito meno è stato quando l'ho chiamato e gli ho detto che Carlo ci voleva riprovare e io pure, così gli ho riportato l'anello, che nel togliermelo si è completamento sciolto e i sei cerchietti d'argento si sono improvvisamente slegati e la fede turca è diventata peggio del raccordo anulare di Roma. In effetti non l'ho capito nemmeno io perché ho fatto così, visto che poi io e Carlo ci siamo rilasciati un'altra volta, perché aveva provato e aveva avuto la conferma che proprio "pronto" non lo era ancora. Nel frattempo la mia amica Chiara ha continuato e continua tutt'oggi ad uscire con il Conte, mentre invece il mio Marchese si è fidanzato con una nobil donna della sua terra d'origine. E nell' hotel fantastico davanti alla spiaggia ora ci porta lei. Il marchese non l' ho più sentito e nemmeno Carlo, mentre la mia amica Chiara e il conte li vedo e li sento ancora, anche se ad essere sincera adesso gli aperitivi e le ostriche non hanno più il solito sapore ed io ho di nuovo voglia di scomparire.



Simona Genovali ha 31 anni, vive e lavora in Versilia, da sempre appassionata di scrittura ha partecipato e vinto diversi concorsi letterari. Adora leggere e viaggiare, il suo motto è, come diceva Emilio Salgari "scrivere è viaggiare senza la seccatura dei bagagli".




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