SARI ORABI (HAMAS)



L'intervista si è tenuta il 22 Agosto 2006 a Ramallah. Sari Orabi è caporedattore di Al Islah Forum, l'organo ufficiale di Hamas, attualmente un settimanale, ma con la prospettiva di diventare quotidiano.

Domanda: Cosa è cambiato da quando Hamas ha vinto le elezioni?

Risposta: Quando ci furono le elezioni ero in galera...

D. Perché era in galera?

R. Per appartenenza ad Hamas - in Israele ciò è vietato per legge.

D. Come era la situazione dopo il voto?

R. Prima delle elezioni quasi tutti i seguaci di Hamas sono stati perseguitati e rinchiusi in galera. I leader politici erano quasi tutti in galera. Tutti quelli che lavoravano per i media di Hamas venivano arrestati, cosí come tutti coloro che erano attivi per Hamas durante la campagna elettorale e questa situazione dura a tutt'oggi. Tutti gli arrestati non facevano parte di un movimento militare, ma agivano nel sociale e nel mondo della cultura. Hamas ha cercato di raggiungere due obiettivi per le elezioni: in primo luogo, il fatto di venire sostenuti come movimento di resistenza da parte di tutta la società. In secondo luogo, vogliamo dimostrare che questa occupazione è immorale, perché agisce contro tutta la società palestinese, non solo contro le azioni militari. Sebbene la campagna israeliana sia stata massiccia, abbiamo sempre creduto che queste misure non avrebbero danneggiato Hamas e il suo risultato elettorale, poiché la popolazione sostiene coloro che si battono contro l'occupazione immorale. Prevedevamo di vincere le elezioni, ma non con una simile maggioranza. Siamo lieti di aver vinto, ma non ci interessava tanto vincere, quanto smascherare le menzogne degli israeliani e di una parte dell'occidente - noi siamo terroristi e cosí via. Il voto ha dimostrato che il popolo è dalla nostra parte e che noi non siamo terroristi.

D. Cosa pensa della lotta armata come forma di resistenza?

R. Abbiamo sperato che il conflitto tra noi e gli israeliani potesse essere appianato senza ferire o uccidere anche solo una persona. Ma sin dall'inizio gli israeliani non hanno fatto alcuna concessione ai palestinesi. Anche all'epoca in cui alcuni palestinesi avevano stipulato un accordo di pace con gli israeliani, Israele non ha rispettato quegli accordi. Ha perfino rioccupato alcuni territori già concessi all'Autorità Autonoma. Cosí hanno cominciato a lavorare contro Jassir Arafat, che aveva stipulato con loro gli accordi. Hanno sempre lavorato per la loro sicurezza, a discapito della nostra. Sempre senza concederci nulla.

D. Come vede gli sviluppi prossimi e il futuro? Sembra che Hamas non riesca affatto a lavorare. Si può vedere da questo stesso ufficio, in cui nessuno lavora...

R. Noi viviamo qui con le persone, con tutta la società. Ovunque nelle scuole, nelle moschee, nelle università e nei mercati. Anche se lei vede un ufficio vuoto, noi lavoriamo nella società. La pressione degli israeliani non ci indebolisce. Siamo addirittura piú forti. Solo poco tempo fa ci sono state elezioni alla Camera degli Ingegneri e all'UNRWA (United Nation Relief and Work Agency) e in entrambe ha vinto Hamas, raggiungendo ottimi risultati. Questo dimostra che la pressione degli israeliani su Hamas la rende forte, piú di quanto si aspettassero. Siamo dell'opinione che se la pressione israeliana continua - non solo su Hamas, ma su tutta la società - si arriverà a un'esplosione in tutta la regione, non solamente qui.

D. Quale sarebbe per Hamas la perfetta soluzione del conflitto israelo-palestinese? Due stati o uno stato?

R. Hamas ha presentato alla comunità nazionale una proposta politica pragmatica. Noi in quanto palestinesi costruiamo uno stato sui territori del 1967, i profughi tornano indietro e tutti i prigionieri vengono liberati e restituiti. Riceviamo poi piena sovranità sul nostro paese. Parlo del mare, dell'aria e dei confini. I palestinesi devono essere gli unici a gestire questi spazi. Senza colonie e con la possibilità di disporre esclusivamente delle nostre frontiere. Questa sarebbe una cosa da discutere con gli israeliani per i prossimi dieci anni, sulla cui base si può firmare un armistizio.

D. Quindi due stati, Israele e Palestina?

R. Sì, Israele e Palestina. Questa posizione non nega però che in futuro i territori del 1948 siano dei palestinesi. Noi diciamo che per un lasso di alcuni anni tutte le attività militari vengono sospese, ma affermiamo il nostro diritto a questa terra, vittima di un'occupazione. Gli israeliani sono sulla nostra terra e la occupano. Come mai il mondo intero fa pressione sulla Palestina, mentre nel parlamento israeliano, la Knesset, siedono partiti che chiedono di cacciare tutti i palestinesi dalla Palestina? Parlamentari che si esprimono per il "transfer", anche dei palestinesi che vivono in Israele. Perché non sentiamo nessuno parlare di questa gente? Perché nessuno li definisce terroristi? Noi sentiamo solo questa definizione quando si parla di Hamas. Tutti sanno che questa è un'occupazione. L'occidente fa una differenza immorale tra la parte israeliana e quella palestinese, soprattutto per quanto riguarda Hamas.

D. Quale partito israeliano chiede il "transfer"?

R. Ze'evi, per esempio, era ministro sotto Ariel Sharon. Ora è morto, ma quando era ministro sosteneva il "transfer" dei palestinesi. Altrettanto fa Libermann, che è ancora in parlamento. Il partito Mevdal. Non credono che i palestinesi dovrebbero vivere nei territori palestinesi. Anche nei partiti maggiori si trovano esponenti che sostengono il "transfer". Perfino nel Likud ci sono persone che non credono che abbiamo il diritto a uno stato. Hanno stipulato degli accordi con noi, ma non riconoscono tutti i nostri diritti. Anche in questi accordi non hanno mai riconosciuto la costituzione di uno stato palestinese compiuto. Hanno solo fatto concessioni sui diritti dell'OLP.

D. Qual'è la posizione di Hamas verso i gruppi come la Jihad islamica o verso i partiti della sinistra?

R. Hamas è aperta al dialogo con tutte le parti sociali palestinesi. Dato che Hamas le considera democraticamente, hanno il diritto di lavorare. Hamas è in buoni rapporti con tutti questi partiti.

D. Vuole mandare un messaggio particolare ai lettori di questo articolo?

R. Ho due messaggi. Pima delle elezioni acuni esponenti del parlamento europeo e dell'Unione Europea ci hanno promesso il loro sostegno nel caso che partecipassimo alle elezioni dell'autorità autonoma. Questo vale per molti paesi. La cosa strana dopo le elezioni è stata che tutte queste persone non hanno fatto niente per sostenere la democrazia in cui tanto credono. Hamas è arrivata democraticamente alla testa dell'autorità autonoma palestinese. Non ci siamo stupiti della reazione israeliana, visto che si tratta dell'occupante, ma abbiamo trovato curiosa la reazione europea. Noi crediamo che questa sia una grossa contraddizione e che gli europei dovrebbero reagire altrimenti di fronte al fatto compiuto.
Il secondo messaggio consiste nella richiesta di ascoltare sempre entrambe le parti, dato che sappiamo che il governo e l'occupazione israeliani sono sostenuti dalla maggior parte dei governi in Europa e negli Usa. Comprendiamo che voi possiate forse ignorare la verità. Vi siamo molto grati per aver voluto ascoltare qualcuno che non appartiene alla parte israeliana, bensí a quella comunemente considerata come terrorista. Chiediamo a tutti i giornalisti e a tutte le associazioni di venire qui per sentire da entrambe le parti quello che succede.




Traduzione di Antonello Piana.




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