IL
PROCESSO SACHSENHAUSEN
Il 23 ottobre 1947 quindici ex membri del personale di Sachsenhausen furono messi
sotto processo di fronte a un tribunale militare sovietico. Tra gli imputati figuravano
Anton Kaindl, comandante del campo, e il Kapo Paul Sakowski. Quasi tutti i condannati
ebbero come pena il carcere a vita con lavori forzati. Quelle che seguono sono
alcune loro agghiaccianti deposizioni.
Deposizione
di August Höhn (SCHNABEL, Il disonore dell'uomo cit., pp. 82-84] Pubblico
Ministero: Quanti detenuti sono stati uccisi in totale nel campo di Sachsenhausen
per suo ordine personale? Höhn: Personalmente ho ucciso 300 persone circa. P.
M.: Quanti detenuti sono stati gasati per suo ordine? Höhn: 172. P.
M.: E quanti sono stati impiccati da lei? Höhn: Circa 40. P. M.: Conferma
la dichiarazione fatta durante l'inchiesta preliminare, secondo cui dall'autunno
1943 all'aprile 1945 sono state annientate 33.000 persone? Höhn: Sì,
33.000 persone circa. P. M.: Quanti sono morti in seguito alle cattive condizioni
di vita? Höhn: Nel periodo da me indicato, 6000 circa. P. M.: E da
chi sono partite le direttive per l'annientamento in massa dei detenuti? Höhn:
Dal mio superiore diretto, l'accusato Kaindl. P. M.: E. a quale scopo sono
stati effettuati gli stermini in massa? Höhn: Per realizzare la politica
secondo cui tutti gli uomini di origine slava dovevano essere sterminati. P.
M.: Quali tipi di punizioni ha applicato? Höhn: Per ordine del comandante
ho applicato tutti i tipi di punizioni che erano in uso nel campo. P. M.: Di
che punizioni sì trattava? Höhn: In primo luogo punizione d'arresto,
poi pena del bastone da 5 a 25 colpi, invio nella compagnia dì disciplina,
bastonature pubbliche e trasferimenti nel Schuhäuferkommando (Kommando "corridori"). P.
M.: Ha bastonato dei detenuti anche personalmente? Höhn: Personalmente
ho bastonato dei detenuti durante gli interrogatori. P. M.: Che cosa sa dell'impiccagione
del detenuto Widmann nella primavera del 1943? Höhn: Widmann fu il primo
detenuto che dovetti impiccare pubblicamente nel campo. All'atto dell'impiccagione
la corda si ruppe e io uccisi l'uomo che giaceva a terra ancora vivo. P. M.:
Con che cosa cominciò la sua attività nel campo di Sachsenhausen?
Höhn: La mia attività cominciò con l'esecuzione di 10 operai
dell'Est ordinatami dall'Obersturmführer Kolte. P. M : Ammette di aver
effettuato poco dopo la fucilazione di un gruppo di 7 uomini? Höhn: Sì. P.
M.: Da chi furono uccisi questi 7 uomini? Höhn: Tutti e sette furono uccisi
da me personalmente. (...) Höhn:
Ho udito personalmente da Pauli, comandante del campo di Neuengamme, che due grandi
navi con detenuti erano state affondare in mare. P. M.: Dunque esisteva già
un metodo di annientamento per cui i detenuti venivano affogati in mare? Höhn:
Sì, esisteva. P. M.: E se questo intento criminale nei confronti dei
detenuti di Sachsenhausen non fu realizzato, ciò accadde indipendentemente
dalla volontà della direzione del campo? Höhn: Sì, i 45.000
detenuti superstiti del nostro campo non furono affogati, non perché la
direzione dei campo non lo volesse, ma perché la rapida avanzata dell'Armata
Rossa ce lo impedì. Deposizione
di Gustav Sorge [SCHNABEL, Il disonore dell'uomo cit., pp. 84-87] Pubblico
Ministero: Lei è conosciuto col soprannome di "Gustavo di Ferro"?
Sorge: Sì, i detenuti mi chiamavano "Gustavo di Ferro". P.
M.: Nell'inchiesta preliminare lei disse che tutti gli appartenenti alle SS nel
campo erano, più o meno, delle bestie. È vero? Sorge: Sì,
è esatto, erano tutte bestie. P. M.: In che consisteva la loro bestialità? Sorge:
Nel maltrattare i detenuti, picchiarli con tutti gli oggetti duri possibili, effettuare
punizioni crudeli, sotterrare persone vive, aizzare cani contro di esse ecc. P.
M.: È in grado di ricordare il caso dello studioso della Bibbia sotterrato
nell'autunno 1938? Sorge: Sì, uno studioso della Bibbia fu sotterrato
vivo fino al collo. Si scavò una fossa ed egli dovette scendervi stando
in piedi; la fossa fu poi riempita di terra fino al collo. P. M.: E a quali
maltrattamenti Fu poi sottoposto? Sorge: Gli altri detenuti dovettero fare
i loro bisogni sulla sua testa. P. M.: Per ordine di chi? Sorge: Per ordine
mio. Presidente del Tribunale: Accadeva spesso che dei religiosi venissero
sotterrati vivi? Sorge: Secondo un'informazione che mi fu data dallo Standartenfùhrer
Lichtenberger, questo mezzo fu esperimentato spesso nel campo di Sachsenhausen.
Pres. Trib.: Nel volume 111, pag. 147, lei ha detto che nell'anno 1938 si
sono avuti 30 o 40 di questi casi. Corrisponde? Sorge: Sì, è
esatto, si trattava di un'azione generale contro la Chiesa. Pres. Trib.: Si
trattava di religiosi tedeschi? Sorge: Sì. P. M.: Ricorda che per
ordine suo un giovane di sedici anni fu sepolto vivo nella neve? Sorge: Sì,
capitava. P. M.: Che cosa ne fu del giovane? Sorge: Mori. P. M.: Sono
esatte le sue deposizioni, secondo cui ogni giorno bastonava dei detenuti? Sorge:
Sì, sono esatte. P. M.: Se una persona tossiva, lei la bastonava? Sorge:
Sì, se un uomo tossiva o mostrava una faccia scortese lo bastonavo. P.
M.: E se era allegro e mostrava una faccia cortese, lo bastonava lo stesso? Sorge:
Anche allora trovavo una ragione per bastonarlo. P. M.: Dunque lei bastonava
la gente quando aveva la faccia scontenta, quando non era allegra, e anche quando
lo era? Sorge: Sì, non ero mai imbarazzato nel trovare un motivo per
bastonare. P. M.: Che cosa sa su un colloquio dell'agosto 1941, in cui fu discusso
l'annientamento di prigionieri di guerra russi? Sorge: Nell'agosto 1941 il
generale delle Waffen-SS Eicke, allora comandante della divisione Totenkopf, giunse
al campo e tenne un rapporto al quale presero parte i singoli Lagerführer. P.
M.: Di che cosa si discusse in particolare? Fu lei a chiedere se doveva includere
negli elenchi di lavoro i prigionieri di guerra sovietici che venivano tradotti
nel campo? Sorge: Dopo l'arrivo del primo trasporto chiesi al mio superiore
Suvendt se dovevo includere i prigionieri negli elenchi di lavoro. Mi fu risposto
di no e fu data disposizione dì annientare quella gente. P. M.: Quanti
uomini erano? Sorge: Circa 6000 col primo trasporto. E M.: E furono effettivamente
annientati i prigionieri di guerra sovietici giunti nel campo? Sorge: Sì.
Tutti i prigionieri di guerra russi giunti al campo nei mesi dall'agosto fino
all'ottobre 1941, tranne 1000 uomini, furono annientati e bruciati. P. M.:
Annientati e bruciati? Dove? Sorge: In una baracca appositamente costruita
nei pressi del crematorio nel cortile industriale. P. M.: E che ne fu dei 1000
prigionieri di guerra che rimasero in vita? Sorge: Quattrocento morirono di
fame nell'aprile 1942. P. M.: E i rimanenti 600? Sorge: Erano magri come
scheletri. P. M.: Dunque, alla fine, i prigionieri di guerra russi perirono
tutti? Sorge: Sì, possiamo parlare di un annientamento totale. P
M.: Accusato Sorge, ha preso parte all'uccisione di olandesi? Sorge: Sì,
vi ho preso parte. P. M.: Quante persone furono uccise? Sorge: Secondo il
mio calcolo, 130 circa. P. M.: Quando fu? Sorge: Accadde nelle prime ore
del 1° maggio 1942. P. M.: Conferma lei, accusato Sorge, di aver preso
parte, dal dicembre 1941 al maggio 1942, alla fucilazione di russi, polacchi,
francesi, olandesi e appartenenti ad altre nazioni? Sorge: Sì, ciò
corrisponde ai fatti. P. M.: Conferma la deposizione da lei fatta nell'inchiesta
preliminare, secondo cui nell'anno 1942 lei, accusato Sorge, trasportò
su un autocarro 50-60 ammalati gravi, buttandoli a un certo momento dalla macchina?
In conseguenza di ciò morirono 20 persone? Sorge: Posso confermare la
deposizione. Ho veramente fatto questo. Il numero dei morti non lo conosco. P.
M.: Accusato Sorge, ricordi le deposizioni del testimone Liesegang. Egli dichiarò
che i capiblocco Ficker e Schubert erano noti per la loro crudeltà e maltrattavano
i detenuti in modo particolarmente grave. Conferma questa deposizione? Sorge:
Sì, la confermo. P. M.: Conosce Ficker e Schubert? Sorge: Sì,
li conosco perché durante il mio periodo di servizio erano alle mie dipendenze
come capi rapporto (Rapportführer). P. M.: E cosa ne dice del fatto che
Ficker e Schubert sì distinguessero per particolare crudeltà? Sorge:
È vero che maltrattavano i detenuti e si distinguevano per la loro crudeltà,
ma mai quanto me! Avv. difensore: Alla domanda del Pubblico Ministero lei ha
risposto di aver avuto il soprannome di "Gustavo di Ferro". Era fiero
di questo soprannome oppure se ne vergognava? Sorge: No, naturalmente, ero
fiero di questo soprannome. Avv. dif.: Perché ne era fiero? A causa
sua godeva forse di certi privilegi presso i suoi superiori? Sorge: Sì,
nelle promozioni ero sempre preferito. Avv. dif.: Ho quindi compreso bene?
Lei è stato sempre preferito e ha avuto tutte le distinzioni elencate dal
Pubblico Ministero, soltanto perché era crudele, anzi, estremamente crudele? Sorge:
Sì, ciò corrisponde ai fatti. Deposizione
di Kurt Eccarius [SCHNABEL, Il disonore dell'uomo cit., pp. 87-88] Pubblico
Ministero: Che tipi di punizioni c'erano nel fabbricato celle? Eccarius: C'erano
tutte le punizioni in uso nel campo: bastonature sul cavalletto, sospensione al
palo, varie pene d'arresto, esecuzioni capitali. P. M.: Spieghi al Tribunale
le singole punizioni. Eccarius: Due volte la settimana, il martedì e
il venerdì, era giorno di giudizio. I detenuti che si erano resi colpevoli
di qualche cosa venivano bastonati o appesi al palo. Nel caso di pena del bastone
venivano legati al cavalletto ed erano percossi fino a 25 volte con una verga
di nocciolo. P. M.: Qualche volta i colpi non erano più di 25? Eccarius:
No. P. M.: Non accadeva che i detenuti dovessero contare i colpi anche loro
e, nel caso si fossero sbagliati, dovessero ricominciare da capo? Eccarius:
Era l'uso, lo ammetto. P. M.: Allora dunque un detenuto prendeva più
di 25 colpi? Eccarius: In questi casi, sì. P. M.: In che cosa consisteva
la sospensione al palo? Eccarius: Si legavano le braccia sulla schiena e poi
la persona veniva appesa a un palo che precedentemente aveva dovuto conficcare
in terra; così le braccia si slogavano. P. M.: Per quanto tempo i detenuti
rimanevano appesi in questo modo? Eccarius: In genere mezz'ora. Per ottenere
delle confessioni, fino a due ore. P. M.: Quali erano le pene d'arresto? Eccarius:
Arresto normale fino a 28 giorni in cella chiara e con vitto normale. Arresto
medio fino a 42 giorni e cibo caldo soltanto ogni terzo giorno. Arresto di rigore
in cella oscura, durante il quale di giorno il detenuto non poteva né sdraiarsi,
né sedersi. P. M.: Esistevano altri maltrattamenti? Eccarius: Non
erano imposti dal regolamento del campo. P. M.: Ma non ne venivano inflitti
altri? Eccarius: Si trattava di iniziative dei capiblocco: picchiavano e calpestavano
i detenuti, li bagnavano con acqua fredda, d'inverno lì facevano correre
di notte a piedi nudi attorno al reparto celle ecc. P. M.: Quali erano le conseguenze
di questi maltrattamenti? Eccarius: Naturalmente le conseguenze erano che i
detenuti riportavano delle infermità. P. M.: È vero che le condizioni
nel reparto celle erano tanto inumane che i detenuti si suicidavano, non potendo
sopportare le punizioni? Eccarius: Sì, 20-25 si sono suicidati nel reparto
celle. Presidente del Tribunale: Nell'inchiesta preliminare lei ha detto che
a partire dalla fine del 1944 mandava i detenuti al crematorio perché vi
venissero fucilati. E vero? Eccarius: Sì. Alla fine del 1944 mi venne
comunicato dall'allora aiutante del campo che per ordine di Himmler i detenuti
delle celle potevano essere fucilati. Dopo di che, dall'ottobre 1944 all'aprile
1945 mandai regolarmente i detenuti al crematorio, perché vi venissero
fucilati. Pres. Trib.: Fino all'aprile. Dunque fino all'evacuazione del campo? Eccarius:
Sì. Al momento dell'evacuazione rimanevano nel reparto celle soltanto 13
detenuti. Deposizione
di Heinz Baumkötter [SCHNABEL, Il disonore dell'uomo cit., pp. 89-92] Pubblico
Ministero: Quali funzioni esercitava a Sachsenhausen? Baumkötter: Dovevo
essere presente di persona alle esecuzioni, alle punizioni al cavalletto, alle
fucilazioni, alle impiccagioni e alle gasazioni oppure dovevo procurare un sostituto.
Inoltre dovevo compilare gli elenchi di detenuti malati e inabili al lavoro che
dovevano essere trasferiti in altri campi, e infine dovevo fare esperimenti che
mi venivano ordinati. P. M.: Quali erano, al suo arrivo, le condizioni di vita
dei detenuti? Baumkötter: Le condizioni del campo erano catastrofiche.
Non solo il vestiario ma anche il vitto era di gran lunga insufficiente a garantire
il minimo vitale. Era vietato riscaldare le baracche e portare scarpe di cuoio.
La giornata lavorativa durava dalle 10 alle 14 ore. Tutto ciò doveva portare
necessariamente al completo indebolimento, alla morte lenta dei detenuti. P.
M.: Quanti perirono nel campo a causa di queste cattive condizioni di vita, durante
il suo periodo di servizio? Baumkötter: Durante il mio periodo di servizio
perirono circa 8000 detenuti. P. M.: Com'era il vitto nel campo? Baumkötter:
Il vitto era cattivo, molto cattivo. Mancavano soprattutto le proteine, il materiale
nutritivo più importante. In questo modo il corpo deperiva lentamente,
ma sicuramente. P.M.: A quale scopo lei, insieme ai medici suoi dipendenti,
ordinava ai detenuti, dopo la pena del bastone al cavalletto, di fare flessioni
e fare dello "sport"? Baumkötter: Da tempo esisteva a Sachsenhausen
questa consuetudine e serviva a una migliore circolazione del sangue. P. M.:
In realtà non è così. Baumkötter: Ma i detenuti dichiaravano
che l'effetto finale dì questo trattamento era buono. P. M.: Perché
allora i detenuti non facevano le flessioni spontaneamente e dovevano esservi
costretti? Baumkötter: Ho constatato che dei detenuti facevano flessioni
spontaneamente. P. M.: Del tutto spontaneamente? Baumkötter (turbato,
imbarazzato): Sì. Penso di sì. Forse le facevano anche perché
in base a punizioni precedenti sapevano che dovevano farle comunque. P. M.:
Accusato Baumkötter, non era in realtà un maltrattamento supplementare? Baumköttter:
Oggi devo considerarlo tale. Ammetto (...) P. M.: Baumkötter, sa in che
cosa consistevano gli esperimenti con i flemmoni? Baumkötter: (...) venivano
operati dei tagli nei femori dei detenuti designati e questi tagli venivano riempiti
di vecchi stracci e paglia sporca. Ne conseguiva la sepsi voluta, di cui molti
morivano. P. M.: Venivano fatti esperimenti con cianuro di potassio? Baumkötter:
Sì. Alla fine del 1944 o all'inizio del 1945 venne al campo l'SS-Standartenführer
Lolling, ispettore sanitario dei campi di concentramento. In precedenza un detenuto
era stato scelto per un esperimento speciale. Dovetti andare al crematorio insieme
al capo della sanità. Per strada Lolling trasse dal suo accendisigari una
piccola fiala di i cc, questa fu messa in bocca al detenuto, che fu costretto
a romperla con i denti. Dopo pochi minuti l'uomo morì. P M.: In quanto
tempo mori? Baumkötter: Constatai che la morte era subentrata già
dopo 15 secondi. P. M.: A quale scopo fu fatto questo esperimento? L'effetto
del cianuro di potassio sul corpo umano non è forse noto da moltissimo
tempo? Baumkötter: Questo esperimento doveva semplicemente rivelare in
quanto tempo la dose suindicata agiva in modo mortale sull'uomo. A quanto so questo
esperimento venne eseguito per ordine di Pohl, per trovare un mezzo che permettesse
agli altri capì SS, dopo il fallimento di questa guerra, di sottrarsi alle
loro responsabilità in modo indolore e in brevissimo tempo (...). P.
M.: Ha visitato anche detenuti che venivano portati per ä fucilazione in
massa nel locale d'esecuzione mimetizzato da studio medico? Baumkötter:
Si. Ho visitato detenuti di questo genere per vedere se nella loro cavità
orale esistevano denti dì metallo, di oro, di platino, o di materiale sintetico.
P. M.: Era questo l'unico scopo? Baumkötter: Oggi mi rendo conto di
ciò che allora non sapevo e cioè che queste finte visite servivano
a ingannare i detenuti sulle vere intenzioni nei loro confronti. Ecco perché
la visita era limitata alla cavità orale. Ma in quel tempo non vi feci
caso. P. M.: In quel tempo lei era veramente tanto ingenuo da ignorare che
il detenuto che stava visitando era cadavere tre minuti dopo? Baumkötter
(esitante): Sì, certo, dovevo pur constatare che poco dopo i detenuti venivano fucilati. P.
M.: Che bisogno c'era quindi di visitare una persona che pochi minuti dopo doveva
essere fucilata? Baumkötter: Come ho già detto si trattava di visitare
la cavità orale. Se esistevano denti artificiali, il loro proprietario
doveva essere contrassegnato con pennello e colore a olio già pronti sul
tavolo. R M.: E lei non capiva che la visita veniva appunto fatta per sapere,
a fucilazione avvenuta, dove ci fossero denti d'oro? Baumkötter: Oggi
lo so. E M.: E perché c'era della musica nella stanza attigua? Baumkötter:
Veniva diffusa una musica a tempo di marcia, perché il detenuto successivo
non udisse il colpo che aveva ucciso il suo predecessore. P. M.: Come lo sa? Baumkötter:
Sono venuto a saperlo allora. P. M.: È venuto a saperlo! Perché
allora dice di non aver saputo che i detenuti venivano fucilati? P. M.: Quantì
detenuti ìnabili al lavoro e malati sono stati tradotti in altri lager
per esservi annientati? Baumkötter: In tutti quegli anni, i trasporti
sono stati numerosissimi. In base ai documenti, ho constatato che circa 50.000
detenuti sono stati mandati in altri lager. P. M.: E quanti sono stati mandati
in altri lager per esservi annientati in base alla sua selezione, alla sua iniziativa
personale? Baumkötter: Per questa domanda bisogna rivolgersi a Rehm. P.
M.: Gli elenchi erano compilati da lei o da Rehm? Baumkötter: Gli elenchi,
è vero, erano compilati per ordine mio, dopo averne avuto a mia volta disposizione
dai miei superiori. P. M.: Quindi è lei che deve sapere il numero delle
persone, poiché Rehm portava via questa gente soltanto in base ai suoi
elenchi. Baumkötter: È esatto. P. M.: Per questa domanda bisogna
dunque rivolgersi a Baumkötter e non a Rehm! Dunque, Baumkötter, dica
quanti detenuti sono stati mandati in altri campi per esservi annientati in base
ai suoi ordini, alle sue disposizioni? Baumkötter (dopo una pausa piuttosto
lunga): In base alle mie disposizioni sono stati mandati altrove circa 8000 detenuti. P.
M.: Conosce il numero dei detenuti annientati nel campo, immediatamente prima
dell'evacuazione? Baumkötter: Conosco esattamente il numero del mese dì
febbraio, un numero che mi fu comunicato dal Lagerführer Weìgerer.
In quel mese si trattava di 4018 detenuti. P. M.: E gli elenchi per questi
annientamenti furono sempre compilati da lei? Baumkötter: Dopo averne
avuto l'ordine dai miei superiori. P. M.: E questi elenchi venivano compilati
sotto la sua direzione? Baumkötter: Venivano compilati in base a un ordine
da me avuto, che trasmettevo a mia volta. Presidente del Tribunale: Nelle sue
deposizioni durante l'inchiesta preliminare lei ha detto di aver steso, per ogni
caso, una dichiarazione di morte naturale. Conferma questa deposizione? Baumkötter:
Avevo l'ordine di rilasciare, per i detenuti annientati, un certificato di morte
naturale. Giudice: Quali cause di morte indicava? Baumkötter: Morte
naturale...
Gustav
Sorge
(Testimonianze presenti in Il processo di Norimberga tra storia e giustizia,
di Marina Cttaruzza e István Deák, Utet editori, Torino, 2006.)
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