BIONDINA


Michael Moutoy



"Il faut s'amuser dans la vie" sentii mormorare da una dolce voce feminile, vicino al mio orecchio. Mi voltai e vidi una ragazza sui vent'anni, bionda, non molto alta né molto bassa.
Il concerto di Urban trad era appena cominciato e ci si divertiva molto. Il gruppo cantava in una lingua sconosciuta, che si erano inventata loro; piaceva lo stesso al pubblico che, pur non conoscendo il significato delle parole, riprendeva con le cantanti

"Sanomi helé
Manilla keranu
Aliya irema nia lago
Ture madilé ".

Il sorriso della ragazza era dolce e lasciava trasparire denti bianchi come solo le modelle delle pubblicità per colgate ne hanno. Risposi a quel sorriso ed alle sue parole:
"Già, se non mi avessi voluto divertire non sarei venuto stasera".
"E neppure io! Ti stavo guardando al precedente concerto: Marka sembrava darti molto di più la voglia di ballare".
"Il faut s'amuser dans la vie" ripresi con un mezzo sorriso ironico impresso sulle labbra. "Eppoi ballare sulle canzoni di Marka non è mica difficile: basta che fai quello che ti dice lui! introducendo una canzone, dichiara 'ogni volta che canto questa, la gente comincia a fare delle rondes' o qualcosa del genere".

Il sole tramontava e 15.000 persone ascoltavano Damien introdurre la canzone successiva mentre le due cantanti approfittavano della sosta per bere un po' d'acqua frizzante.
La Biondina parlò un momento con la coppia a cui faceva compagnia. Quando tornò la musica mi disse che era venuta insieme alla sorella e al ragazzo di lei, ma che questo le dava fastidio perché si sentiva di troppo, come accade a tutti di tanto in tanto.
La canzone si faceva sensuale e qualche coppia si mise a ballare. Invitai Biondina, sperando segretamente che Urban trad si mettesse a suonare Reality, la canzone del Tempo delle mele che avevo visto pochi giorni prima.
Ma il brano finì ed i nostri corpi si allontanarono un pochino.

Ora Damien tornava a parlare, in francese poi in fiammingo. Non seguivo quello che diceva, tutto preso dalla contemplazione di Biondina. Si mise a parlare della disco, e disse di voler creare l'ambiente di questo tipo di musica.
Tutti dovettero mettere il dito in alto e muoverlo secondo le sue indicazioni. Iniziò la canzone.
"divertente, eh - mi disse Biondina - sono contenta di esserci. Il faut s'amuser dans la vie, n'est-ce-pas?"
"Sì, rende carino un tipo di musica schifosa".
Ci siamo messi a parlare: lei veniva da Uccle, aveva 19 anni e studiava all'università presso la facoltà di Biologia.

Quando la canzone finí, Urban trad (sempre attraverso la voce del suo musicistà Damien) ci chiese di sedere tutti a terra. 15.000 persone sedute in quella piazza, era un miracolo. Nessuno rimase in piedi, nemmeno il sindaco, presente soltanto perché a tre settimane dalle elezioni, non poteva dire che non gliene fregasse niente della cultura. Siccome è molto grasso, gli venne un pochino difficile sedersi e fu peggio farlo tornare in piedi. Ma forse accettò l'umiliazione pubblica perché, come mi disse Biondina, sa che "il faut s'amuser dans la vie". Ci rialzammo tutti gridando "AAAAAAHH, C'est bon ça!".
La piazza sembrava sempre di più accogliere una serrata festosa, una grande festa in cui 15.000 persone si stavano divertendo. Bastava guardare le facce per vedere che tutti avevano smesso di pensare ai loro guai e gridavano con sfrenata gioia "Ah c'est bon ça!!!"; lo gridarono più volte con un piacere crescendo, tutti tranne il sindaco che ancora si stava chiedendo perché mai lo facessero soffrire così tanto poco prima della fottuta scadenza.
Durante la canzone seguente Biondina ebbe una sfrenata voglia di parlare: "Molta gente è troppo seria. Hanno sempre qualcosa a cui pensare! 'Eh, si, ti dicono, ma il divertimento verrà dopo'. Verrà sempre dopo, perché alla fine sono convinti che il piacere non è passato né presente ma sempre futuro. Io invece sostengo che ora e dopo sarebbe la soluzione. Alla fine, via, non abbiamo che pochi anni da trascorrere sulla terra. E quest'ottanttina di anni, me la voglio godere: cibo, ballo, amori fugaci ed alcuni più lunghi, musica e vacanza. Allegria! AL LE GRIA, come suole dire un ubriacone amico mio. Ecco la parola guida di una vita riuscita."
Me la sarei baciata. Tutto quello che anch'io penso in poche frasi, anche se purtroppo, è altrettanto vero che pure io trovo sempre scuse per rimandare il piacere ad un futuro ipotetico. Lei è probabilemente l'unica persona al mondo che sia riuscita a trovare il piacere altrove che nel sonno, nell'oppio o nel dolore.

Però quella sera avevo appuntamento con la felicità che per la prima volta non mi aveva dato buca. La presenza di Biondina e la musica divertente mi davano la promessa di un ricordo che sarebbe rimasto a lungo.
Un'altra canzone finí ed il sempre in gamba Damien annunciò l'ultimo brano. Non ne ero contento perché sentivo che da qua a pochi minuti il legame fra Biondina e me si sarebbe spezzato.
L'ultimo brano richiedeva, anch'esso, un po' di ginnastica da parte del pubblico: alcuni si misero a ballare come se fossero in discoteca ad altri illuminarono la piazza con l'accendino. Non c' avevamo l'accendino. Durante il ballo sentii la sua mano sottile che prendeva la mia, la guardò e la vidi sorridere.
Ma il brano finì e il concerto si fermò. Volendo evitare i rimpianti eterni o che il nostro incontro di sfuggita finisse alla Cenerentola, ancor prima che il pubblico smettesse con gli applausi, gli voltai le spalle e senza salutare, me ne andai cantando:

"Sanomi helé
Manilla keranu
Aliya irema nia lago
Ture madilé "





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