BUIA TORCIA MATTINIERA
Martina Peca
1
Buia torcia mattiniera,
meandro sfiancato,
sinuosa.
Posso?mi insinuo mi ingegno
Mi friggo.
2
Che dirti?
sfumo sempre piu' di violetto e le
viole sono viole e il mio
telefono una primula e il mio
sogno una trota e il mio
posato cervello di posata e il mio
grigio ciuffo pubico e la
tua cresta argento e il mio
amore grande il mio amore
grande.
3
Fuggi le luci di Gibilterra.
La lisca è porporina.
Ti trafugo ogni notte.Ti uso per dormire.
Mentre sventri scorpioni,
io spolvero la lampada.
Sventri scorpioni
Il vento corrente.
Orrenda Africa, mi faccio sgozzare.
4
Alle sette e diciannove, in quest'anello non trovo una ragione
Vorrei alzare il mio piede all'unisono
col tuo braccio che apre la porta
con tua nonna che scola i fagioli
con le fiaccole accese di un lento
con le chiuse vivande di un pranzo
da tre o tremila portate.
E per questo viale
Forzato famelico vento
Che a me scompone la testa a te arroca il tormento.
5
verranno questi campi di lattuga?
O Afrodisia,
siediti,
non voglio petulare
Se sono monaca e monchina
in questa vigilia di festa
Se uomini non ho ne' conosco,
ne'
conosco budella
o cammelli innaffiati o uova al tegame
ne' conosco arrembaggi gentili,
remi tirati in secco per
dormire un pomeriggio di feste
ne' conosco cinghiali che mangiano
ghiande o le tonde
lingue dei molluschi
e quegli affari
sparuti,
che si chiamano
perle
e aborti e piante e
affogare.
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