NESSUNA TRAGEDIA IN TURCHIA
Adeodato
Piazza Nicolai
per
Antonia Arslan
Per
certi dissidenti c'è il lavaggio del cervello,
testicoli elettrizzati, carne messa allo spiedo
dalle cicche incandescenti, mesi eterni di silenzio
sepolti nelle celle senza sole, senza luna, senza stelle.
Soli. Parlano coi topi, coi ragni, con le mosche
con i muri sgretolati dove annotano le notti
Come graffia per gli armeni l'omertà.
Nessun massacrato, nessun decapitato,
nessuno stuprato.
La Turchia non accetta l'olocausto.
Non esistono etnie, non esistono tombe di massa
sugli altipiani, nelle pianure, sotto le mura.
È un mito l'olocausto degli armeni,
lo stesso non-mito scritto col sangue
di oltre un milione di uomini, donne, bambini.
E parlano i teschi che affiorano ancora
dalle fosse comuni che non ci sono in Turchia.
In Turchia nessun genocidio, solo i pochi dissidenti
politicizzati /neutralizzati / riconvertiti dai giovani
turchi
e poi sepolti. Nessuna tragedia in Turchia. Perché
vengono a galla nei campi, nei prati, tra i sassi, dai pozzi
dai fiumi, dal mare migliaia e migliaia di voci armene
strozzate dal non-genocidio mai visto, sentito, parlato?
E piangono, urlano, pregano, implorano: "Siamo esistiti!
Abbiamo lottato! Abbiamo creduto! Ci siamo amati!"
Non si può dimenticare, non si può dimenticare
Adeodato Piazza Nicolai, nato a Vigo di Cadore (BL) nel 1944
ed emigrato negli Stati Uniti nel 1959, è poeta, saggista
e traduttore. Laureatosi nel 1969 dal Wabash College, ha ottenuto
il Master of Arts dall'Università di Chicago nel 1986.
Ha lavorato per 30 anni presso la Inland Steel Company di Chicago.
Autore di quattro volumi di poesia, il prossimo sarà L'apocalisse
e altre stagioni. Sta traducendo vari poeti dall'italiano
all'inglese e viceversa. Di prossima pubblicazione l'antologia
Nove poetesse afroamericane. Ha insegnato letteratura italiana
e "Creative Writing" all'Università di Purdue
Calumet, Indiana. Tuttora vive in Italia, dove si occupa di poesia,
traduzioni e di "workshops" sul ladino del Centro Cadore.
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