Il caso dell’uomo di mondo assassinato
L’ispettore Ford irruppe nello studio. A terra si trovava il corpo
di Clifford Wheel, che apparentemente era stato colpito di spalle con una mazza
da croquet. La posizione del corpo mostrava che la vittima era stata colta
di sorpresa mentre cantava “Sorrento” al suo pesce colorato. Le
prove dimostravano che c’era stata una terribile lotta, interrotta da
due chiamate telefoniche, una risultata uno sbaglio mentre l’altra
offriva lezioni di ballo per la vittima.
Prima di morire, Wheel aveva inzuppato un dito nel calamaio per scarabocchiare
un messaggio: “Drastici sconti autunnali – Accorrete!”
–
Un uomo d’affari fino alla fine – mormorò Ives, il suo maggiordomo,
le cui scarpe dai tacchi esagerati, dettaglio curioso, lo facevano cinque centimetri
più basso.
La porta che dava sulla terrazza era aperta e alcune macchie partivano da
lì per
poi scendere fino all’ingresso e sparire in un cassetto.
Dove si trovava lei, Ives, quando è successo?
In cucina, che lavavo i piatti – rispose Ives, togliendosi dalle tasche
un po’ di schiuma per rendere più veritiera la sua dichiarazione.
Ha sentito qualcosa?
Il signore era nello studio con alcuni uomini. Discutevano su chi fosse il
più alto. Mi è sembrato di sentire che il Signor Wheel cantasse
una canzone tirolese, mentre il signor Mosley, il suo socio, gridava: “Dio
mio, sto diventando calvo!”. Dopo so solamente che ho sentito uno stridore
d’arpa e la testa del signor Wheel è rotolata sull’erba.
Ho sentito che il signor Mosley lo minacciava. Diceva che se il signor Wheel
gli toccava il suo pomo d’adamo un’altra volta, non gli avrebbe
garantito un credito bancario. Credo che sia stato lui ad ucciderlo.
–
La porta della terrazza si apre da dentro o da fuori? Domandò l’ispettore
Ford a Ives.
–
Da fuori. Perché?
–
Giustamente come sospettavo. Perché ora so che siete stato voi, e
non Mosley, ad aver ucciso Clifford Wheel.
Come lo ha scoperto l’ispettore Ford?
Secondo la disposizione della casa, Ives non aveva potuto scivolare dietro
il suo signore. Gli avrebbe dovuto scivolare davanti, nel momento in cui il
signore Wheel aveva smesso di cantare “Sorrento” per lanciare la
mazza su Ives, un rituale ripetuto da entrambi in svariate occasioni.
Un singolare enigma
Apparentemente Walker si era suicidato. Una dose eccessiva di sonnifero.
Tuttavia qualcosa non quadrava all’ispettore Ford. Forse era la posizione
del corpo. Si trovava dentro il televisore, affacciato allo schermo. A terra
c’era un enigmatico appunto suicida:” Cara Edna: mi prude il vestito
di lana, così ho deciso di togliermi la vita. Accertati che nostro figlio
porti a termine la sua corruzione. Ti lascio tutti i miei beni, eccetto lo
zuccotto che, con la presente, lascio al planetario. Per favore, non piangere,
perché sono felice di essere morto e lo preferisco al dover pagare l’affitto.
Addio, Henry. Forse non è il momento opportuno per toccare il tema,
ma ho tutte le ragioni per credere che tuo fratello esca con una gallina della
Cornovaglia.”
Edna Walker si morse nervosamente il labbro inferiore.
–
Che conclusione ne trae lei, ispettore?
L’ispettore Ford esaminò il flacone di sonnifero che era sul comodino.
–
Da quanto suo marito soffriva di insonnia?
–
Da alcuni anni. Era psicologo. Aveva paura che, se avesse chiuso gli occhi
il comune gli avrebbe dipinto il corpo con una striscia bianca.
–
Ora capisco. Aveva dei nemici?
–
In realtà no. Apparte degli zingari che gestivano un caffè nella
periferia della città. Una volta, durante il loro giorno sabbatico,
mio marito li ha insultati, si è messo degli orecchini e ha saltato
a piè zoppo davanti il loro stabilimento.
L’ispettore Ford scorse un bicchiere mezzo pieno di latte sul tavolo
dell’ufficio. Era ancora caldo.
–
Signora Walker, suo figlio ora è all’ Università?
–
Temo di no. Lo hanno espulso la settimana passata per condotta immorale. Per
noi è stata una sorpresa. Lo hanno scoperto mentre cercava di affogare
un nano nella salsa tartara. Queste cose non si tollerano secondo l’educazione
cristiana.
–
E una cosa che io non tollero è il crimine. Suo figlio è in arresto.
Come ha fatto l’ispettore Ford a scoprire che l’assassino
era il figlio di Walker?
Il cadavere del Signor Walzer aveva davvero del denaro in contante nelle
tasche dei pantaloni. Un uomo che decide di suicidarsi si sarebbe assicurato
di togliersi la carta di credito per firmare le fatture, e non si sarebbe preoccupato
di altro.
La gemma rubata
La vetrina di cristallo era rotta e lo zaffiro Bellini era sparito. Le uniche
piste trovate nel museo erano un capello biondo e una dozzina di impronte digitali,
tutte piccole. Il guardiano spiegò che era di vigilanza quando una figura
vestita di nero lo aveva attaccato alle spalle e lo aveva colpito in testa.
Un momento prima di perdere i sensi, gli era sembrato di sentire una voce maschile
che diceva: “ Jerry, chiama tua madre”, ma non ne era sicuro. Apparentemente,
il ladro era entrato dall’abbaino ed era sceso dalla parete con delle scarpe
a ventosa, come una mosca umana. Il personale del museo disponeva di un enorme
acchiappamosche per tali eventualità, ma in questa occasione gli aveva
dato fiasco.
–
Perché qualcuno vorrà lo zaffiro Bellini?, chiese il dirigente
del museo,– non si sarà accorto che è maledetto?
–
Parlavate di una maledizione? – accennò velocemente l’ispettore
Ford.
–
Lo zaffiro anticamente appartenne ad un sultano che morì in circostanze
misteriose, poiché uscì una mano da un piatto di minestra che stava
mangiando e lo strangolò. Il proprietario seguente fu un lord inglese
che un giorno fu trovato dalla moglie mentre metteva la testa sotto un macete.
Per del tempo non si è saputo più niente del gioiello; poi, anni
dopo, apparve in mano ad un milionario del Texas, che all’improvviso prese
fuoco mentre si lavava i denti. Abbiamo comprato lo zaffiro il mese scorso, ma
la maledizione sembra continuare ancora, perché, poco dopo averlo ottenuto,
il patrocinato in carica del museo si è messo in fila indiana e ballando
la conga è precipitato dal dirupo.
–
Bene – esclamò l’ispettore Ford –, la gioia forse porta
sfortuna, ma ha molto valore, e se volete recuperarla andate all’alimentari
Handleman e arrestate Leonard Handleman. Troverete lo zaffiro nel suo taschino.
Come ha scoperto l’ispettore Ford chi aveva rubato
la gioia?
Il giorno prima, Leonard Handleman aveva detto “ Ragazzo, se potessi
mettere le mani su uno zaffiro così grande, potrei chiudere l’alimentari”
Il macabro incidente
Ho appena ucciso mio marito – singhiozzava Cynthia Freem accanto al
corpo dell’uomo robusto che giaceva sulla neve.
–
Come è accaduto? – chiese l’ispettore Ford, senza divagare.
–
Stavamo cacciando. Quincy, come me, amava cacciare. Ci siamo separati momentaneamente.
Ho visto muoversi le frasche. Credo di aver immaginato che si trattasse di
una marmotta. Ho sparato. Era troppo tardi. Dopo averlo ucciso ho capito che
eravamo sposati.
–
Hmmm – mormorò l’ispettore Ford, mentre osservava le pedate
sulla neve. – Lei deve essere una brava tiratrice. Lo ha colpito proprio
al centro della fronte.
–
Oh no, ho avuto fortuna. In verità sono una dilettante in questo tipo
di cose.
–
Sì, lo vedo.
L’ispettore Ford esaminò quello che indossava il morto. Nella
tasca aveva uno slip, così come una mela del 1904 e le istruzioni su
ciò che si deve fare nel caso uno si risvegli accanto ad un armeno.
–
Signora Freem, questo è stato il primo incidente di caccia di suo marito?
–
Il primo e fatale, sì. Sebbene una volta, sulle montagne rocciose del
Canada, un’aquila gli rubò il certificato di nascita.
–
Portava sempre il parrucchino suo marito?
–
Non sempre. Se lo metteva ma se lo toglieva se lo contraddicevano durante una
discussione. Perché?
–
Sembra un tipo eccentrico.
–
Lo era.
–
È per questo che lo ha assassinato?
Come ha scoperto l’ispettore Ford che non era stato
un incidente?
Un cacciatore esperto come Quincy Freem non sarebbe mai andato a caccia di
cervi vestito di soli indumenti intimi. In realtà la signora Freem lo
aveva bastonato fino ad ucciderlo mentre si tenevano per mano, e dopo ha cercato
di simulare un incidente di caccia trascinando il suo corpo fino al bosco e
gli ha lasciato accanto un esemplare di Caccia e Fauna. Dalla fretta si è dimenticata
di rivestirlo. Perché si tenessero per mano vestiti di soli indumenti
intimi rimane un mistero.
Lo stravagante sequestro
Mezzo sfinito, Kermit Kroll entrò traballando nella sala dei genitori,
che lo stavano aspettando ansiosi in compagnia dell’ispettore Ford.
–
Grazie per aver pagato il riscatto, miei cari – esclamò Kermit. – Non
avrei mai creduto di uscire vivo da lì.
–
Raccontami quello che è successo – disse l’ispettore Ford.
–
Stavo andando in centro per farmi mettere a misura il cappello, quando mi si è fermato
davanti un coupè e due uomini mi hanno chiesto se volevo vedere un cavallo
che sapeva recitare il Discorso di Gettysburg. Ho risposto di sì e sono salito.
Dopo non mi ricordo altro se non che mi hanno somministrato del cloroformio
e che mi sono svegliato legato ad una sedia e con gli occhi bendati.
L’ispettore esaminò la nota del riscatto: “ Cari mamma e
papà: Lasciate 50.000 dollari in una borsa sotto il ponte di Decatur
Street. Se non c’è un ponte in Decatur Street, per favore costruitene
uno. Mi trattano bene, ho un alloggio e un buon vitto, sebbene ieri sera le
arselle in lattina fossero troppo cotte. Inviate il denaro velocemente, perché se
non ci sono vostre notizie entro alcuni giorni, l’uomo che ora mi sta
rifacendo il letto mi strangolerà. Vi voglio bene, Kermit. P.S Questo
non è uno scherzo. Ho aggiunto uno scherzo perché possiate vedere
la differenza.”
–
Ha qualche idea di dove lo tenessero rinchiuso?
–
No. Sentivo un rumore strano fuori dalla finestra.
–
Strano?
–
Sì, conosce il rumore che fa l’aringa quando le si racconta una
bugia?
–
Humm – mormorò l’ispettore Ford – E come ha escogitato
di scappare?
–
Ho detto che volevo andare a vedere il baseball, ma che avevo un solo biglietto.
Mi hanno risposto che potevo andare, a condizione che mi lasciassi la benda
e promettessi di tornare a casa prima di mezzanotte. Così ho fatto,
ma il terzo quarto d’ora i Geants avevano un enorme vantaggio, così che
me ne sono andato e sono venuto a casa.
–
Molto interessante – esclamò l’ispettore Ford. – Ora
so che questo sequestro è stato simulato. Credo che siete stato voi
a prepararlo per spartirvi il denaro.
Come lo ha scoperto L’ispettore Ford?
Sebbene Kermit Kroll vivesse ancora con i genitori, questi avevano ottanta
anni e lui sessanta. Dei sequestratori non rapinerebbero mai un bambino di
sessanta anni, poiché non ha alcun senso.