“La giustizia è tale solo se arriva a tutti". Da circa dodici anni nello stato di Amapá, Amazzonia, questo non è solo un bel messaggio di solidarietà. È una realtà che, col nome di Tribuna - a Justiça vem a bordo scritto su un fianco a caratteri tondeggianti, fende le turbolente acque del Rio delle Amazzoni verso l'arcipelago di Bailique ed i suoi circa ottomila abitanti. "Questa gente non ha la possibilità di intraprendere un viaggio verso la capitale per recarsi in un tribunale tradizionale - afferma il giudice Sueli Pereira Pini, a capo del progetto di Giustizia itinerante - neppure può raggiungere la capitale per registrare ad esempio una nascita o richiedere altri documenti. Per questo ho pensato che se così tante persone erano estranee ai diritti di cittadinanza e di giustizia questi stessi diritti sarebbero dovuti andare incontro a loro".
Dal 1996 il giudice Sueli è a capo del Progetto di Giustizia itinerante come coordinatrice del Tribunale Speciale Civile e Criminale di Amapá, sviluppato sia per via terrestre, su di un autobus, sia per via fluviale, allestito su un barcone a due piani. Questa possibilità è nata grazie alla legge 9095 del 1995, studiata per rendere la giustizia più accessibile ai cittadini. Inizialmente applicata solo alla piccola criminalità, la 9095 è stata in seguito estesa a tutte le tipologie di illeciti. Avviare il progetto è stato molto difficile ma i primi risultati, raggiunti con grande tenacia da parte di tutto lo staff, hanno convinto anche gli scettici, legati alle forme classiche dell'esercizio della legge. La serietà del progetto è stata sottolineata anche dall'impegno preso dalla Banca Centrale del Brasile che ha finanziato la barca e tutte le sue attrezzature, compresi computer e fax. Attualmente i giudici coordinati da Sueli sono responsabili per circa il 70% di tutta la domanda della capitale. Si aprono più di duemila nuovi processi al mese, mantenendo fin da principio una regola: non superare i trenta giorni per l'udienza. La rapidità nell'attuazione della giustizia è ciò che la rende veramente efficace.
La barca salpa ogni due mesi e si ferma per un giorno in ogni località, si ha una sola possibilità di ricorso. In viaggio con i membri del tribunale si imbarcano anche professionisti di altri settori: medici, assistenti sociali, educatori. Sopportano viaggi impervi, notti sulle amache e fastidiose punture di insetti ma la soddisfazione di servire i cittadini è enorme. Perché sulle rive delle isole Bailique la popolazione viene anche informata sui propri diritti, sulla necessità di possedere determinati documenti, come la carta d'identità o la tessera elettorale, per esercitare questi diritti ed anche per accedere a delle agevolazioni assistenziali e previdenziali.
"Gli spostamenti sul delta del Rio sono difficili - continua Sonia Regina dos Santos Ribeiro, assistente giudiziario del tribunale galleggiante - la marea è forte e molte persone le andiamo a prendere noi con delle piccole imbarcazioni in nostra dotazione, perché altrimenti non avrebbero possibilità di fare anche questo piccolo spostamento". È un lavoro molto impegnativo ma il segreto della coesione dell'equipe del progetto Giustizia itinerante è la certezza di essere effettivamente utili ad un numero significativo di persone che non avrebbero altra alternativa.
Nata nello stato di Paraná da famiglia di contadini e madre di sei figli, il giudice Sueli ha 47 anni, ventiquattro dei quali vissuti in Amazzonia. Su questo infaticabile sentimento di tutela dei cittadini attraverso l'educazione ai diritti, Sueli nel 2002 ha sviluppato anche il programma di Giustizia preventiva nelle scuole con l'obiettivo di dare un contributo alla formazione delle nuove generazioni, diffondendo fra gli alunni le forme del funzionamento della legalità e operando nei conflitti in forma preventiva, evitando così l'approdo giudiziario.
(Articolo tratto dalla rivista Latinoamerica n° 2/2 del 2008.)
Marilena Giulianetti è una studiosa di Scienze Sociali.
|