Oggi è l'ottantesimo
compleanno di mia suocera. Le voglio molto bene e quando stiamo insieme mi diverto
sempre. Abbiamo festeggiato riunendo tutta la famiglia e due coppie di vecchi
amici. L'età non li ha cambiati molto: una coppia si è ridotta a
una sola persona, tutti sono un po' più bassi e uno degli uomini a volte
si ripete. Ma quando ero un ragazzo io, gli ottantenni in genere erano defunti
e per chi sopravviveva usavamo termini come "vegliardi" o "arzilli".
Detto ciò, non saprei dire se stiamo invecchiando meglio dei nostri nonni.
Comunque, stamattina sono andato a correre con il mio iPod. Vedendomi per strada
vi assicuro che non avreste pensato "C'è un uomo che corre",
ma piuttosto "Oh mio dio, forse dovremmo aiutare quel poverino che arranca!".
Ecco una cosa da tenere a mente: mai correre ascoltando John Lennon. Tenere il
fiato regolare mentre piangi è davvero troppo dura. Fino all'8 dicembre
1980 niente era andato storto nella mia vita. Facevo l'assistente al dipartimento
di filosofia ed ero felicemente sposato. Un giorno (mi trovavo nel nostro piccolo
appartamento a Portland, nell'Oregon), alla radio annunciarono che John Lennon
era stato ucciso. La storia dei Beatles era la mia storia, la nostra storia. È
difficile spiegare questo senso di identificazione con i Beatles. Non li ammiravo
per i concerti e i fan in delirio, ma perché ci mostravano nuove opportunità.
Tutto poteva essere reinventato, almeno così credevamo. Non potevamo immaginare
che la nostra generazione avrebbe governato sotto forma di Bill Clinton e George
Bush. I Beatles ci dicevano che eravamo liberi di prendere tutto ciò che
era vecchio, distruggerlo, riderci su e inventare qualcosa di totalmente nuovo.
L'amore e la giovinezza potevano rimodellare il mondo. Finché qualcuno
non ti spara addosso. Stamattina, quindi, correvo e ascoltavo Instant karma,
una raccolta di pezzi di Lennon cantati da altri artisti. Alcune versioni mi piacciono
molto: Working-class hero dei Green Day o Imagine rifatta da Jack
Johnson. Ascoltandole si capisce che Lennon era un uomo pieno di contraddizioni.
Descrive la religione come un ostacolo, poi ringrazia Dio per avergli fatto trovare
Yoko. Insomma, apprezza Dio ma non la religione. Che grande blogger sarebbe stato,
con quella voglia di mostrare al pubblico le sue imperfezioni. L'imperfezione
della voce, il desiderio di rimanere un essere umano mentre per noi era John Lennon:
è questo che mi ha conquistato. Bang. E John Lennon non ha più la
possibilità di invecchiare e veder crescere i suoi figli. La
velocità del tapis roulant Eccomi qui, a cinquantasei anni. Come
tutti quelli che entrano nella vecchiaia non mi sento affatto vecchio. Mi vesto
ancora come se stessi partendo per il campeggio, anche se continuo a ripetermi
che presto avrò sessant'anni. Puoi illuderti che i cinquanta siano i nuovi
quaranta, ma a sessanta sei vecchio. Parlando con i giovani (ecco un altro sintomo
del mio rifiuto dell'età: mi sembra strano chiamarli "i giovani"),
provo a visualizzare la scena: un vecchietto che parla con dei ragazzini. Non
mi sto piangendo addosso. Rispetto a trent'anni fa conosco più cose e grazie
a internet faccio parte di network molto più interessanti di me. Nella
mia vita c'è più amore adesso di quando facevo le scale di corsa
fischiettando. Eppure qualcosa è andato storto. Il percorso verso la terza
età dovrebbe essere: sei giovane, ti sposi, lavori, vai in pensione, diventi
più piccolo e saggio e alla fine muori. E invece eccomi, in compagnia di
ottantenni che non mi sembrano affatto vecchi. Ed eccomi ancora qui, su internet,
dove nessuno sa che sei un vecchio rudere e dove la velocità del tapis
roulant è passata da "camminata col bastone" a "maratona
intellettuale multiutente". Il viaggio semplice che siamo chiamati a intraprendere
(salita e poi discesa) è stato disturbato. Solo la fine rimane certa. La
verità è che non mi sento su nessun percorso. La verità è
che non so quanti anni ho.
(Articolo
tratto dalla rivista Internazionale, n° 703 del 27 Luglio 2007.)
David Weinberger è un filosofo e tecnologo
di New York, coautore del best seller Cluetrain manifesto. II suo ultimo
libro è Everything is miscellaneous (Times Books 2007). Questo articolo
è uscito sul suo blog con il titolo Older than Lennon. |