NOAM CHOMSKY A PORTO ALEGRE
Non potrebbe essere
diverso
Un'intervista
assembleare inedita, concessa a Alberto Chicayban
Il
linguista nord-americano Noam Chomsky ha abbandonato da molti
anni le sue riflessioni riguardo alla teoria dell'esistenza di
una grammatica interna, propria del parlante, accanto ad
una serie di norme scelte culturalmente per determinare l'esistenza
del codice che riassume la struttura di una lingua. Sbagliata
o no, tale ricerca lo ha deluso. Fatto è che Chomsky ha
deviato il suo pensiero verso una considerazione di grande interesse:
come i mezzi di comunicazione vengano usati per manipolare l'opinione
della gente che, ingenuamente, crede nella loro neutralità.
Ieri
Chomsky ha attratto una folla impensabile a Porto Alegre. Buona
parte dei presenti all'evento
ha voluto ascoltarlo e duemila persone si sono messe strette strette,
in assoluto silenzio. Chomsky ha parlato per un'ora e dieci, ha
criticato impietosamente quelli che lui chiama signori dell'
universo e diverse volte ha parlato del "terrorismo di
Stato degli USA".
-
"Noi, i pazzi, siamo gli anti Davos - facendo riferimento
ad una definizione che i neoliberali avrebbero creato per il Forum
di Porto Alegre - Loro, da Davos o da Manhattan, come questo anno,
sono sempre gli stessi, si definiscono come la comunitá
internazionale, ma io preferirei la definizione del Times, che
li ha chiamati signori dell'universo. Il vero conflitto
mondiale si genera fra il Forum di Davos e questo Forum di Porto
Alegre".
Chomsky
ha cominciato il discorso nella conferenza stampa con l'analisi
della guerra al terrorismo, dal punto di vista del governo
degli Stati Uniti. La reazione americana, secondo lui, è
la scusa che mancava per far sì che l'industria nord-americana
ricevesse nuovamente gli incentivi del governo, visto che la spesa
nell'area militare era cresciuta prima dell'episodio dell'11 Settembre.
Chomsky ha espresso la paura che gli Stati Uniti agiscano come
negli anni '80, quando hanno creato stati mercenari nell'America
Centrale con il pretesto di combattere il terrorismo, che
in verità era praticato dagli stessi Stati Uniti contro
le popolazioni civili e l'opposizione politica di quei paesi.
Secondo
Noam Chomsky, la definizione di terrorismo che si può
trovare nei manuali militari degli USA è perfettamente
uguale a quella che il governo nord-americano chiama politica
anti-terrorismo. Il prossimo passo, nella serie dei pretesti
per rafforzare la sicurezza interna, sarà la priorità
attribuita alla spesa nel campo della guerra biologica, un settore
che i militari USA considerano importante. Il popolo degli Stati
Uniti non sa che sta pagando il conto per l'industria di armamenti,
che rende privati i profitti e socializza le perdite. Per
Chomsky, gli Stati Nazionali sono stati rimpiazzati dalla tirannia
privata e questa comanda la liberazione del commercio che
sta creando povertà ovunque. Questo modello neoliberale
e'stato imposto, secondo Chomsky, con piú rigore nell'America
Latina, citando una frase di Joseph Stiglitz, ex vicepresidente
della Banca Mondiale. C'è, cosí, una delusione riguardo
la democrazia formale. La mancanza di fiducia nelle istituzioni
democratiche è conseguenza diretta del neo-liberalismo
Chomsky
ha parlato anche dell'elezione "rubata" di Bush alla
presidenza degli USA e ha detto inoltre che tre quarti degli americani
considerano tutto questo una farsa dei partiti e dei grandi
gruppi economici. Questi gruppi hanno imposto al popolo la
filosofia della futilità, che ha demoralizzato la democrazia,
e l'ha resa una messa in scena.
Mi sono avvicinato a lui, durante la conferenza stampa, e gli
ho posto le seguenti domande:
Cosa ne pensa dell'ultimo discorso del presidente Bush? Le
minacce fatte alla Corea del Nord e all' Irak rappresentano una
vittoria del gruppo della destra più dura dell'attuale
amministrazione nord-americana? Quali sarebbero le conseguenze?
Penso
che la gente che scrive i discorsi del Presidente Bush creda che,
per mantenere una popolarità permanente, ci sia bisogno
di vendere un'immagine eroica del governo. Loro di certo non vorrebbero
che il pubblico in generale si accorgesse dello scandalo Iran-Contras,
oppure vorrebbero nascondere l'intenzione del governo Bush di
trasferire ancora più ricchezza ai ricchi con la proposta
di tagli all'imposta sui redditi. Uno che si mette in posa come
un leader in grado di ridurre in polvere i nemici come in un attacco
all'Iran o all' Irak riesce a farsi vedere molto positivamente
secondo la mentalità yankee. Ma la retorica dei ghost writers
del Presidente Bush non ci dice niente di concreto sulle vere
intenzioni del governo. Secondo me, lui non intraprenderà
nessuna delle azioni ipotizzate, per gli stessi motivi per cui
non ha intrapreso le stesse azioni prima, motivi che ancora non
sono cambiati.
Lei
ha da sempre difeso un sistema economico democratico e i comandi
del sistema sono stati sempre nelle mani dei grandi gruppi internazionali.
Come potrebbe essere costruito questo sistema democratico? Esiste
da qualche parte un'esperienza positiva o un esempio pratico della
creazione di un tale sistema?
La
questione, posta così, ci potrebbe portare ad una cattiva
interpretazione.
Sarebbe come se andassimo indietro nel tempo e domandassimo, in
mezzo al periodo schiavista, se fosse possibile finirla con la
propria schiavitù. Sarebbe possibile parlare di un esempio
pratico e concreto di effettiva democrazia parlamentare oggi?
Potrebbe fornirmi un esempio di una qualsiasi società,
oltre alla solita retorica, dove le donne abbiano tutte i normali
diritti? La risposta sarebbe un secco no. Dunque, il prossimo
pensiero potrebbe portarci alla convinzione di poter creare una
società dove questo sia assolutamente e chiaramente possibile.
Però, guardando in faccia la realtà, direi che molto
è stato ottenuto in quella direzione. La struttura di una
democrazia economica è stata discussa ed esaminata da molti
già da diverso tempo.
Centocinquanta anni fa lavoratori degli Stati Uniti già
dicevano che il lavoro schiavo, senza alcuna paga, non avrebbe
dovuto essere ammesso e che loro, lavoratori, avrebbero dovuto
assumere la gestione delle fabbriche. Un altro esempio è
che oggi si parla di una richiesta di pieni diritti per le donne
che è stata formulata duecento anni fa. Pensi che ci sono
ancora trenta milioni di persone che vivono in stato di schiavitù
e, quando dico schiavitù, intendo una schiavitù
tecnicamente e concretamente riconosciuta. Bene, tutto ciò
è da eliminare, da combattere, ma dobbiamo riconoscere
di essere in numero superiore a quella povera gente. Lei sa che
abbiamo bisogno di percorrere un lungo cammino in tanti posti
nel mondo per ottenere pieni diritti per intere società
e questo cammino ci metterà lentamente in possesso di strumenti
di controllo democratico dei mezzi economici. Le formule magiche
non esistono.
Alberto
Chicayban è nato nel 1950 a Niterói, città
della provincia di Rio de Janeiro situata dell'altra parte della
Baia di Guanabara. Fa di mestiere il musicoterapeuta e il musicista.
Abita in Italia da nove anni, prima a Trieste, dove era addetto
ad un programma di collaborazione fra l'Istituto di Psichiatria
dell'Università di Rio de Janeiro e il Centro Studi Salute
Mentale dell'antica Unità Sanitaria Locale Triestina per
verificare le possibilità dell'utilizzo di musica come
attività espressiva nell'ambito della Salute Mentale. Nel
1997, si è trasferito a Udine dove lavora nella Cooperativa
Itaca di Pordenone come consigliere di amministrazione.
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