BADANTE


Marcelino Freire




Sporcare lui si sporca. Ma non ti preoccupare. Ha una fasciatura di pannoloni. Un grosso nodo che li tiene fermi. Per non sporcare sulla poltrona. Smerdare la parete della sala. Un giorno ne ha lasciato persino sul soffitto un pezzettino ciondolante. Come un bambino che volasse. Fai attenzione che non mangi la sua popò. Poveretto! Cosa fa l’età! Mio dio! Dovresti aver visto com’era prima. Ecco la fotografia. Chi l’avrebbe detto? È davvero lui? Sì? No? È lui? Un altro? Un’altra persona? Mia? Cara?

Gli piace la zuppa con i piselli. Bisogna saper cucinare. Tutto quello che deve ingoiare ti consiglio di tritarlo. Morbido. Morbido. Cose solide nemmeno per sogno. Niente dentiera. Voglio dire. All’ora di pranzo. Della pappa. C’è pericolo che si possa strozzare. Una volta la dentiera è stata risucchiata. E l’altra ragazza dovette estrarla. Da dentro. Stava quasi morendo. Paonazzo. Ecco qui. Il bicchiere è questo. Da tempo ormai. Beve solo da questo bicchierino. Che carino! Vero! Il Colore! Che a lui! Piace! Mia! Cara! Grigino!

Il bagno è questo. La vasca è questa. Lo devi accompagnare. Gli puoi lavare la faccia e la schiena. Sfregare. Sfregare. Sfregare. Non cercare di economizzare. Vai a fondo. Non lasciare che lo scheletro sbatta tanto di qua e di là. La saponetta naufragare. Cadere. Lo shampo gli entri negli occhi. Perchè lui comincia a gridare. A dimenarsi. A farsi la pipì addosso come se affogasse. Chi sente penserà. Che lo stiamo uccidendo o che è già morto. Salvate il poveretto! Che agitazione. Come se avessimo il coraggio di strangolarlo. Che peccato! Mia. Cara. Ma? Che succede? Nel cuore? Di questa? Gente?

Ah! Per dormire non da pensiero. Devi solo raccontargli una storia. Aiutarlo a contare le pecore. Se vuoi puoi anche cantargli una ninnananna. Antica. Che a lui piace. Voglio essere sincera. Il problema è quando si risveglia. Per un incubo. Per un vecchio ricordo. Per qualche desiderio che è rimasto. Che ne so. Assopito. E qui. Mezzo addormentato. Perde la ragione. Sbava. Schiuma. Ti vuole molto vicina. Vicinissima. Ti tira il vestito. Lo fa come un ritardato. Il poverino. Ma vedi. Non è niente di serio. Lui si sente solo. Stenditi accanto a lui. Mia. Cara. Non c’è pericolo. Il vecchietto. Ha solo bisogno di. Un. Po’. Di. Tenerezza.


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In lingua originale:

ACOMPANHANTE


Sujar ele se suja. Mas não se preocupe. Há um cinturão de fraldas. Um nó
gordo que segura. Para não escorrer na poltrona. Melecar a parede da sala.
Um dia até no teto ele deixou uma manchinha pendurada. Feito uma criança que
voa. Cuidado para ele não comer bosta à toa. Coitado! O que é a idade? Ave!
Você precisava ver como ele era. Eis a fotografia. Quem diria? Era? Ou? Não?
Era? Outra? Pessoa? Minha? Filha?

Sopa de ervilhas ele adora. É preciso saber cozinhar. Tudo o que ele for
engolir aconselho triturar. Mole. Mole. Coisa dura nem pensar. Nada de
dentadura. Digo assim. Na hora de almoçar. Papar. Periga ele se engasgar
como numa certa vez. Os dentes foram sugados. E a outra menina teve de
puxar. Lá de dentro. Ele já quase morrendo. Roxo. Eis aqui. O copo é este.
Desde muito tempo. Ele só bebe neste copinho. Que bonitinho! Da! Cor! Que!
Ele! Gosta! Minha. Filha. Cinzento!

O banheiro é este. A banheira é esta. Você vai ter de acompanhar. Pode lavar
a cara e as costas. Esfregar. Esfregar. Esfregar. Nem pense em economizar.
Vá fundo. Só não deixe o esqueleto pular muito. O sabonete naufragar. Cair.
O xampu entrar nos olhos. Porque ele começa a gritar. A espernear. A mijar
feito um afogado. Quem ouve pensa. Estão matando o que já está morto. Salvem
o coitado! Aquele alvoroço. Como se a gente tivesse coragem de esganá-lo.
Que pecado! Minha. Filha. O? Que? Passa? Pelo? Coração? Deste? Povo?

Ah! Para dormir não dá trabalho. É só contar uma história. Ajudar o diabo a
rezar. Se quiser pode até cantar uma cantiga de ninar. Antiga. Que ele
aprova. Vou ser sincera. O problema é quando ele acorda. Por causa de um
pesadelo. Uma saudade. Algum desejo que ficou. Sei lá. Adormecido. Ele perde
o juízo. Baba. Espuma. Vai querer você bem perto. Pertinho. Ele tira a
roupa. Feito um debilóide. O pobrezinho. Mas veja. Não é nada muito sério.
Ele só se sente sozinho. Deite-se com ele. Minha. Filha. Não há perigo. O.
Velho. Só. Precisa. De. Um. Pouco. De. Carinho.



(Traduzione dal Portoghese di Samanta Catastini.)



Marcelino Freire è nato nel Pernambuco, in Brasile, nel 1967, e oggi vive a São Paulo. È l’autore, tra l’altro, delle raccolte di racconti Angú de Sangue (2000) e BaléRalé (2003). Nel 2006 ha ricevuto il prestigioso Premio Jabuti per la sua raccolta di racconti brevi Contos Negreiros.


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