TRADUCENDO BRECHT
Franco Fortini
Un grande temporale per tutto il pomeriggio si è attorcigliato
sui tetti prima di rompere in lampi, acqua. Fissavo versi di cemento e
di vetro dov'erano grida e piaghe murate e membra anche di me, cui sopravvivo.
Con cautela, guardando ora i tegoli battagliati ora la pagina secca, ascoltavo
morire la parola d'un poeta o mutarsi in altra, non per noi più,
voce. Gli oppressi sono oppressi e tranquilli, gli oppressori tranquilli parlano
nei telefoni, l'odio è cortese, io stesso credo di non sapere più
di chi è la colpa. Scrivi mi dico, odia chi con dolcezza guida
al niente gli uomini e le donne che con te si accompagnano e credono di
non sapere. Fra quelli dei nemici scrivi anche il tuo nome. Il temporale è
sparito con enfasi. La natura per imitare le battaglie è troppo debole.
La poesia non muta nulla. Nulla è sicuro, ma scrivi.
(Tratto
dalla raccolta poetica Foglio di via, Einaudi, Torino, 1967)
Franco Fortini
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