TRADITORI, AGENTI, VITTIME DELLO STALINISMO, RINNEGATI Michael
Peschke
Il lemma
di Kurt Sindermann cita abbondantemente un rapporto che Weber ricevette in forma
scritta nel marzo 1964 da Wilhelm Grothaus e di cui poi pubblicò alcuni
brani già nel 1969 nell'"Evoluzione del comunismo tedesco".
Se si confrontano i due rapporti del 1964 e del 2004, nell'ultima, ridotta versione
viene espunta la numerazione dei paragrafi e non vengono segnalate le omissioni.
In questo caso delicato non si tratta di minuzie; dopotutto ne va dell'accusa
che Sindemann sia stato una spia senza carattere della Gestapo e abbia contribuito
decisivamente a far saltare il gruppo della resistanza di Schumann a Lipsia. Come
se non bastasse, gli autori hanno anche editato arbitrariamente il rapporto per
rendere piú fluente la successione delle proposizioni. Purtroppo tali
libere variazioni non sono un caso isolato. Nella biografia di Eberlein viene
citato il brano di un messaggio che Eberlein avrebbe fatto arrivare clandestinamente
a Pieck alla fine degli anni Trenta da una prigione di Mosca. In questo sconvolgente
documento Eberlein descrive le brutali torture subite dal servizio segreto sovietico.
Riassumendo il testo, a Weber e Herbst deve essere sfuggito il fatto che si trattasse
invece di una lettera di Eberlein alla sua compagna Charlotte Scheckenreuther.
La lettera raggiunse piú tardi, attraverso una conoscente della Scheckenreuter,
effettivamente Wilhelm Pieck, ma si tratta di cosa ben diversa. Nel caso di
Gerhart Eisler, gli autori si spingono perfino oltre, definendolo, senza specificare
le fonti, "alla testa della residentura del servizio segreto militare sovietico
GRU a New York". Nell'introduzione al manuale, Weber sottolinea che "in
caso di affermazioni precarie, vengono citate espressamente le fonti". Alla
voce di Gerhart Eisler si è però rinunciato a questo principio.
Per quale motivo? Forse Weber e Herbst non considerano precaria questa affermazione?
Fino a quel momento, era nota solo l'accalorata denuncia della sorella di Eisler
Ruth Fischer, che davanti all'FBI e al comitato McCarthy aveva accusato i fratelli
Gerhart e Hanns di essere agenti della GPU e della Comintern. Chi ne abbia voglia
può leggersi gli atti di Hanns Eisler, che l'FBI ha pubblicato sul suo
sito (www.fbi.gov). Se si può capire il comportamento di Ruth Fischer a
partire dal suo ruolo storico, ciò non mi riesce nel caso di Weber/Herbst.
Loro sono storici e prima di esprimere un giudizio devono porsi delle domande,
anche nel caso di 1400 biografie. Una di queste semplici domande potrebbe essere:
Eisler era residente legale o illegale della GRU a New York? I residenti legali
avevano e hanno a tutt'oggi status diplomatico. Eisler non aveva status diplomatico,
altrimenti avrebbe potuto lasciare indisturbato gli USA dopo la fine della guerra.
Era forse il residente illegale della GRU a New York? Sarebbe possibile, ma solo
a patto di prendere per imbecilli i capi della centrale di Mosca della GRU. Come
sarebbe altrimenti spiegabile che consentissero al residente illegale della GRU
di pubblicare articoli sulla stampa comunista? Sua sorella Ruth Fischer era una
rinnegata dichiarata e la sua prima moglie Hede Massing aveva saltato la barricata.
E di ciò la centrale della GRU di Mosca se ne sarebbe fregata? È
improbabile. Gli unici a fregarsene sono Weber e Herbst. Forse il metodo degli
autori consiste nel non considerare la mancanza di documenti che provano l'attività
di residente di Eisler come un elemento a suo favore? Formulato in altre parole:
l'opinione degli autori, fondata su asserzioni invece che sulla ricerca, resta
fatto storico fino al momento in cui un documento non la confermi o la smentisca?
Purtroppo cosí pare. Da due storici che perdono di vista cosí
spesso il loro oggetto di ricerca, non è neppure lecito attendersi una
rettifica in caso di errore. Dai tempi dell'"Evoluzione del comunismo
tedesco", Weber è dell'idea che negli anni 1931-33 Merker sia
stato insieme ad Eisler in America. Nel manuale del 2004 è ancora cosí.
Se si guarda però alla voce Eisler, si può trovarlo in quegli anni
a Mosca e non con Merker negli USA. Completamente basiti si resta davanti alle
biografie di Heinrich Fomferra e Hans Schwarz. Quel che Weber e Herbst servono
al lettore è un esempio ancora piú straordinario di storiografia
speculativa. Su Fomferra si legge: "Dal 1940 al 1942 diresse un gruppo di
sabotatori in Slovacchia, nel febbraio venne arrestato con Hans Schwarz, consegnato
per qualche tempo alla Gestapo a Berlino, dove insieme a Schwarz forní
confessioni dettagliate che condussero tra gli altri all'arresto di Johann Wenzel
in Belgio e allo smantellamento della rete organizzativa dell'Orchestra Rossa.
(...) A partire dal 1952, presidente del PKK al MfS (il ministero della polizia
politica, ndt), nel 1953 'messo a riposo' per le sue rivelazioni del 1942
alla Gestapo. Dal 1954 nuovamente ufficiale della Polizia di Confine e dirigente
del PKK." A Fomferra viene qui addossata un'accusa enorme, che solo in
Germania fu causa di piú di cento condanne a morte. Perché gli autori
non ci rivelano a quale risultato giunsero gli inquirenti della Stasi, dopo aver
messo a riposo Fomfera e indagato il tradimento? Forse la Stasi ha taciuto e coperto
il tradimento? Fomferra venne forse reintegrato in servizio per questo motivo?
Weber/Herbst evitano di esprimersi. Forse ne sapremo di piú consultando
la biografia di Schwarz: "Le confessioni di Heinrich Fomferra e Schwarz dovettero
aver contribuito all'arresto del marconista clandestino Johann Wenzel in Belgio
e allo smantellamento dell'intera rete organizzativa dell'Orchestra Rossa."
Quel che per Fomferra ci viene servito come certezza è quindi alla
voce Schwarz solo una supposizione? Ma di chi? Della Stasi? Degli autori? Forse
può esserci d'aiuto il lemma di Johann Wenzel: "Nel giugno 1942 arrestato
e malamente torturato, si prestò, in mancanza di alternative, al noto "gioco
radio" dell'Abwehr (i marconisti arrestati dovevano continuare a trasmettere
per ingannare la controparte sovietica), nella speranza che i suoi compagni traessero
le giuste conclusioni". Fomferra e Schwarz non vengono piú menzionati
con una parola, né come effettivi né come presunti traditori di
Johann Wenzel. (...)
Traduzione
di Antonello Piana
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