ANAMNESI

Arnold de Vos



Un letterato è il prodotto delle sue letture, un uomo è il prodotto delle sue esperienze
che possano influire sulle di lui scelte. Mi sono mosso nello zoo letterario della Roma
degli anni Settanta con una forte attrazione per archetipi quali
Sandro Penna o Dario Bellezza, combattuta dalla forza persuasoria di alcune virago

che svettavano in quel marasma accattivante per un ragazzo puntellato da una morale
con la quale difficilmente riusciva a venire a patti con la sua fame di mondo.
Il percorso labirintico della migrazione in un paese altro

mi ha offerto l'occasione di inoculare nella mia voglia di esotismo
succhi rari dall'occaso botanico della letteratura
onde distillare una campionatura di fioriture mediante i testi.

Ho fatto mia la brevità dei poeti nel condensare il loro mondo,
compattando il mio essere raccogliticcio inframmezzato di iperuranio
in una scrittura che sedimentava sulla pagina quanto non sapevo di me o nascondevo
alla mia curiosità di vivere prima di diventare il Mausollo della propria vita.

 




Arnold de Vos: Nato in Olanda agli albori della Seconda Guerra mondiale, ho trovato nella poesia una forma di riparazione e riparo dai mali del mondo. Suggestionato dal flagello della bellezza di uomini e cose, la poesia mi estorce però, come sotto tortura, confessioni che si prestano a essere interpretate male, causando altre lacerazioni. Il rapporto virtualmente conflittuale con il lettore fa sì, che mi rifugio spesso in epoche e culture remote, nelle quali i poeti si facevano carico degli stessi problemi a me congeniali: il rapporto omoerotico, la trasposizione della tensione bipolare nel rapporto uomo-Dio.
Particolarmente affascinato dalla poesia sufi di stampo arabo-persiano, mi sono fatto una cultura del mondo mediorientale tramite lo studio delle disquisizioni di Annemarie Schimmel, raffinata islamologa scomparsa nel 2003. Anni passati in Tunisia hanno contribuito all'arricchimento del mio orizzonte culturale di poeta notoriamente encomiaste della povertà in tutte le sue forme, esperita come unica via di sublimazione del male personale e del mondo.




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