PER FAR PASSARE... Marco
Carbone
Quale tarlo
corrode la mente ai tempi del colera, come racconta Márquez nella pausa
tra un caffè e il fumo di un pensiero funesto? Nulla, se a poco a
poco sparisce anche la forza D'animo d'un tempo oggi lontano. Quale vanto
il petto villoso, e la spada tratta Dalla roccia, e la damigella sottratta Alle
grinfie dell'orco? Nulla, che non si dimentichi in una sera triste Come
poche altre, dove fare progetti Futuri è prendersi in giro, è
burlare la propria Dignità d'essere umano. Ti accontenteresti di
una zolletta di zucchero Dosata in un calice di veleno? Questo è
stato. Null'altro che la fredda voce Che ammansisce i sordi. Null'altro che
immagini Sovrapposte ad altre immagini. Tutte sbiadite, tutte segnate dall'ipocrisia E
dalla menzogna. È buio in fondo alla stanza. Nessuna luce Vive seppur
fioca. Nessuna voce amica, che possa rincuorare. La parola è pesante e
taglia l'animo come un coltello. Dov'è Amleto da inchiodare sulla croce? Dove
sono i suoi occhi giovanili? Pensavo che saresti arrivato. Invece sono Rimasto
da solo a scrivere. A scrivere. A scrivere. Per far passare Il temporale.
Marco
Carbone: Sono nato a Napoli nel 1975. Vivo a Gubbio(Pg). Ho pubblicato tre
libri di poesie L'Unicorno(Prospettiva editrice 2003), The best of B sides
(Libroitaliano, 2005), Hush Segovia...! (Midgard, 2006). È prossima
l'uscita di un libro di racconti (Prospettiva editrice).
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