I
LIBRI E LE GRANDI CORPORAZIONI
Un'intervista
con André Schiffrin André
Schiffrin è nato in mezzo ai libri. Suo padre, Jacques, fu un importante
editore che fuggì dalla Francia, per scappare dall'occupazione nazista
ed emigrò a New York. Amico di André Gide, Jacques fu il creatore
della celebre collezione Le Pleiadi. A New York, lavorò alla Pantheon Books,
un'editrice fondata da immigrati ebrei (come lui).Tuttavia il primo impiego di
André Schiffrin, non fu alla Pantheon, ma alla New American Library. Lì,
secondo l'esempio del padre, creò una serie che sarebbe diventata famosa:
la Signet Classici, collezione di libri classici in edizione economica.Nel
1962, quando il gigante Random House acquistò la Pantheon Books, a Schiffrin
fu proposto l'incarico di direttore, che era già appartenuto a suo padre
(morto anni prima). In quasi tre decenni nell'editrice, Schiffrin ne fece un riferimento
di qualità, presentando al pubblico americano autori come Michel Foucault,
Julio Cortázar e Carlos Ginzburg. Nel
1980, la Random House (e, poi, la Pantheon), fu acquistata dal magnate S.I Newhouse,
proprietario dell'impero delle riviste Condé Nast (che inoltre pubblica,
il "The New Yorker" e la rivista "Vogue"). Le crescenti pressioni
per l'aumento di guadagno non solo deterioravano l'ambiente di lavoro nella casa
editrice, ma diminuivano anche lo spazio per la pubblicazione di opere che non
avrebbero avuto un sicuro successo commerciale. Nel 1990, dopo molti attriti,
con un gesto di grande ripercussione nell'ambiente letterario americano, Schiffrin
e tutta l'equipe della Pantheon si dimisero. Anni dopo, Schiffrin fondò
la propria casa editrice, la New Press, senza fini di lucro e sostenuta da diverse
fondazioni. Collaboratore
del "The Nation" e del "Chronicle of higher education", Schiffrin
è da anni una delle figure più influenti del mercato editoriale
americano. Nel " L'affare dei libri" (Casa da Palava), lanciato negli
Stati Uniti d'America nel 2000 e pubblicato ora qui, ricorda il suo percorso di
editore per discutere sul fatto che l'acquisizione di grandi case editrici da
parte di grandi conglomerati mediatici sta portando ad una diminuzione della qualità
dei libri pubblicati in tutto il mondo. Oggi, afferma, l'80% del mercato dei libri
negli Stati Uniti d'America è dominato da solo cinque compagnie: Disney,
Aol-Time Warner, Bertelsmann, Viacom e New Corporation. Da casa sua, a New
York, ha parlato per telefono del suo libro con "O Globo" . Potete leggere
la rassegna in "Prosa & Verso" di domani. Lei
afferma che solo cinque ditte, detengono l' 80% delle vendite nel mercato editoriale
americano. Lei pensa che il governo dovrebbe intervenire per impedire una tale
concentrazione del mercato?
Esiste un modello ci concentrazione in
tutti i media, che sta diventando sempre più severo negli Stati Uniti d'America
e in Europa. Nella maggior parte delle volte, il governo non si oppone, in parte
perché è molto vicino a questi conglomerati, che possiedono non
solo l'editoria, ma anche televisioni e giornali. Dovevano esserci azioni antitrust
per impedire che ciò accadesse, ma così non è stato. In Francia,
addirittura, il governo ha spinto i due maggiori gruppi ad unirsi, ma una commissione
dell'Unione Europea lo ha impedito. Queste due aziende controllano i due terzi
di tutto ciò che viene pubblicato nella nazione. Quello che accade è
che le editrici medie sono incorporate a grandi gruppi e restano solo o i grandi
editori, o quelli molto piccoli. Lei
dice anche che i vecchi editori credevano che alcuni libri dovessero essere pubblicati,
per la loro importanza, anche se non si sperava di ricavarci del denaro, e invece
oggi non accade più così. E' cambiato il profilo dell'editore? Nelle
case editrici ci sono ancora molte persone interessate ai buon libri, ma non sono
più al comando. Quelli che finanziano stanno al potere, e sono loro che
decidono quello che sarà pubblicato. C'è stato un cambiamento per
quanto riguarda gli scopi delle editorie, che di solito avevano un guadagno annuale
tra il 4% e il 5%, ed ora vogliono raggiungere il 15%. Questi gruppi possiedono
giornali con testate con un ritorno fino ad un 26%, e vogliono che i libri siano
ugualmente redditizi. La differenza è che i libri non hanno pubblicità!
Quali sono le conseguenze di questi nuovi scopi? Ovviamente,
ci sono libri importanti che non ottengono spazio nelle grandi case editrici.
Oltre a ciò, poiché nessuno vuole assumersi il rischio di pubblicare
libri fuori dal comune, innovatori, tutta l'editoria tende a correre dietro gli
stessi titoli. Il risultato è che alcune opere sono pagate inverosimilmente
in anticipo, e ad un prezzo molto alto. Un altro fatto è che le grandi
case editrici pubblicano sempre meno testi tradotti. E' più caro e richiede
più lavoro. Inoltre, il paese è diventato molto nazionalista. Quando
si ha un governo che cerca di non importare quello che pensa il resto del mondo,
ciò ha un effetto. Anche le editorie universitarie sono state sottomesse
alle pressioni del guadagno. Ora, sono strutturate come delle entità private.
Allora , hanno cominciato a pubblicare libri commerciali che le grandi case editrici
avevano creduto non essere abbastanza remunerativi. Alcune hanno creato delle
serie sul baseball o su Hollywood. Lei
ci potrebbe menzionare esempi di libri importanti che sono ancora fuori mercato? Posso
parlare per ciò che riguarda la Pantheon. Esiste una regola, oggi, che
consiste nel fatto che un libro se non venderà perlomeno duemila esemplari
all'anno, viene ritirato dal catalogo. A causa di ciò, il catalogo della
Pantheon viene smontato. Per esempio, sono disponibili appena uno o due libri
di Cortázar. La stessa cosa accade con Margherite Duras. Abbiamo pubblicato
tutta la sua opera, e oggi, solo un libro è in catalogo.
André
Schiffrin
(Tratto dal giornale
brasiliano O Globo, 3 dicembre 2006. Traduzione di Samanta Catastini.)
..
Precedente
Copertina.
|