Speciale: IMMAGINI E VERSI

DUE POESIE

In questo numero di “Immagini e versi” proponiamo due poesie ispirate allo stesso quadro, il celeberrimo I coniugi Arnolfini (1434) del pittore fiammingo Jan Van Eyck. È un dipinto che viene tradizionalmente descritto come un inno all’amore e alla famiglia. I due poeti contemporanei che si ispirano a questo quadro, l’irlandese Paul Durcan e il brasiliano Murilo Mendes, accolgono questa interpretazione, ma riescono allo stesso tempo a trascenderla, creando suggestioni e associazioni inusitate e sorprendenti come le opposizioni “fuori/dentro” e “arte/vita” presenti nella poesia di Murilo (con il conforonto implicito tra la caotica Londra contemporanea e la Bruges ‘intuita’ nel quadro); e come la riflessione sul latente erotismo del dipinto suggerita nella poesia dell’irlandese: «Stiamo sull’attenti davanti al (…) più erotico ritratto mai dipinto».

Andrea Sirotti


Murilo Mendes

Il quadro

È vero che Giovanni Arnolfini
non guarda la moglie – forse incinta –
guarda piuttosto lo spettatore
anche lui protagonista / oltre che testimonio.

C’è un rumore di macchine a Trafalgar Square
che altera la regola indispensabile
all’esatto svolgimento delle nozze
come lo ha voluto Van Eyck.

Il grande copricapo del negoziante
conclude un ordine un sistema
dove apparentemente
« tout n’est qu’ordre et beauté,
luxe, calme et volupté».

Il gesto della mano destra benedice il cosmo.
La donna china il viso orientalizzante,
la testa è coperta da un velo in merletto di Malines;
il vestito verde s’atteggia in larghe pieghe.

Nello sfondo lo specchio, solita spia fiamminga,
riflette i coniugi e altre due figure;
reca dieci tondini con episodi della Passione.
Il candeliere a sei bracci è nobile:
potrebbe stare in cucina.

Le pantofole / il cane / sono pronti ad ubbidire.
La frutta sulla tavola rappresenta
un minimo di natura.

Per la finestra aperta entra l’aria di Bruges.
Il gran letto nuziale è vermiglio: l’amore.

Le Fiandre raggiungono il vertice del potere economico
scambiano cultura e merci con i mari distanti.

La coppia umana esiste ancora,
comanda ancora il sistema:
tutto si regge perché appunto essa si regge.


(Nota: la poesia fa parte della produzione in italiano di Mendes ed è stata recentemente ripubblicata da Mia Lecomte nella collana “Cittadini della Poesia”: Murilo Mendes,Ipotesi, Zone, Roma 2004
)


Paul Durcan

I coniugi Arnolfini

Siamo gli Arnolfini.
Non crediate di poter violare
la nostra privacy perché non potete.

Stiamo sull’attenti davanti al ritratto,
il più erotico ritratto mai dipinto,
perché convinti che l’artista

renda giustizia alla pluralità,
fertilità, domesticità, alla nudità dei piedi
di un uomo e una donna che dicono “noi”:

renda giustizia al nostro letto
come l’elemento più necessario del nostro mobilio;
renda giustizia alla nostra vita come riflesso.

Il nostro cervello trabocca sul pavimento
e il terrier ai nostri piedi annusa
le minuzie della nostra grandezza.

La parola più rilassante del nostro lessico è “noi”.
Immagina poter dire “noi”.
La maggioranza non è in grado di dire “noi”.

E tu? Che mangi da solo? Dormi da solo?
E all’alba pedali per andare al lavoro
con un pastore tedesco legato al manubrio?

Ora faremo una pausa per l’Angelus.
Ecco a te dunque:
le due metà della noce di cocco.

(Traduzione di Giorgia Sensi)




The Arnolfini Marriage

We are the Arnolfinis.
Do not think you may invade
Our privacy because you may not.

We are standing to our portrait,
The most erotic portrait ever made,
Because we have faith in the artist

To do justice to the plurality,
Fertility, domesticity, barefootedness
Of a man and a woman saying “we”:

To do justice to our bed
As being our most necessary furniture;
To do justice to our life as a reflection.

Our brains spill out upon the floor
And the terrier at our feet sniffs
The minutiae of our magnitude.

The most relaxing word in our vocabulary is “we”.
Imagine being able to say “we”.
Most people are in no position to say “we”.

Are you? Who eat alone? Sleep alone?
And at dawn cycle to work
With an Alsatian shepherd dog tied to your handlebars?

We will pause now for the Angelus.
Here you have it:
The two halves of the coconut.

(Paul Durcan, Give Me Your Hand, poems inspired by paintings in the National Gallery, London,
Macmillan, London, in association with National Gallery Publications, London, 1994)
.


Murilo Mendes è nato a Juiz de Fora, nello stato di Minas Gerais (Brasile), nel 1901, ed è morto a Lisbona nel 1975. Dopo un esordio modernista, nel 1935 ha pubblicato con Jorge de Lima il volume di versi Tempo e Etemidade, a cui sono seguite numerose raccolte poetiche fra cui si ricordano: A Poesia em Panico (1938), Poesia Liberdade (1947), Tempo espanhol (1959), Convergendo (1970), Poliedro (1972). Nel 1968 Mendes, nel corso di un soggiorno romano di diciotto anni in qualità di Professore di Letteratura brasiliana presso la Facoltà di Lettere, ha scritto direttamente in italiano la quasi totalità delle poesie pubblicate poi in Ipotesi (Guanda ed., Milano 1977) a cura di Luciana Stegagno Picchio, ora ristampate da Zone Editrice (2004).


Jan Van Eyck nacque nel 1390 circa e morì a Bruges nel 1444; fu all’Aia dal 1422 al 1424, al servizio di Giovanni di Baviera conte di Olanda. A questo periodo risalgono le sette pagine miniate delle Ore di Torino , di cui quattro andarono distrutte nell’incendio della biblioteca nazionale (1904), mentre le tre rimanenti si trovano tuttora nel museo civico del capoluogo piemontese. Nel 1425 Jan passò a Lille al servizio del duca di Borgogna, Filippo il buono, del quale fu non solo pittore ufficiale ma anche amico, consigliere e agente segreto. Si sa di due missioni all’estero, nel 1426 e nel 1428, quest’ultima in Portogallo per trattare il matrimonio della figlia del re con il duca, e che determinò l’inizio della profonda influenza dell’arte fiamminga su quella portoghese. Nel 1430, si stabilì a Bruges, dove rimase fino alla morte. Attribuibile a prima del 1432 è il nucleo di dipinti che mostra già la piena maturità del pittore. Le opere firmate che ci rimangono, circa una decina, includono “I coniugi Arnolfini” (1434, Londra, National Gallery), “La madonna del cancelliere Rolin” (1433, Parigi, Louvre), “ La Madonna di Lucca” (1436, Francoforte, Stadelsches Kunstinstitut), la scultorea “Madonna del canonico van der Paele” (1436). Nella ritrattistica Van Eyck rivoluzionò l’impianto tradizionale, portando gran parte dell’attenzione sul volto del modello: tra i ritratti più rilevanti: “Il Timoteo”, “L’uomo col turbante rosso” e “Jan de Leeuw”. L’influenza dell’opera di Jan van Eyck fu vastissima non solo in patria, ma anche in Italia soprattutto attraverso Antonello da Messina, e nelle aree iberica e tedesca.


Paul Durcan è nato a Dublino nel 1944. Ha studiato all’università di Cork, dove si è laureato in archeologia e storia medievale. Nel 1975 è uscita la sua prima raccolta O Westport in the Light of Asia Minor. Raccolte seguenti includono The Selected Paul Durcan (1982) e Jesus and Angela (1988). Il suo volume del 1985, The Berlin Wall Café, una serie di poesie sul fallimento del suo matrimonio, è stato selezionato dalla Poetry Book Society ed è considerato da molti critici come la sua opera più importante. Si è sempre occupato di rapporti tra poesia e arti figurative pubblicando due volumi ispirati ai dipinti alle Gallerie Nazionali di Dublino e Londra
.


        
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