VADO PERDENDO PELLICOLE DEL MIO CORPO

Casimiro de Brito


  incertam funeris horam
  PROPERZIO, Elegie, II, 27


Vado perdendo pellicole del mio corpo
ogni giorno che passa, un capello, un riflesso,
un dente che forse non mi servirà
domani. Ma i denti non se ne vanno mai
da soli, portano con sé un certo modo
di guardare le cose e allora non sono più
chi ero quando una volta
mi tuffavo nelle onde e mi divertivo
come fossi un anfibio pazzo
sulle spiagge deserte. Deserto
lo sono adesso - deserto e forse un pò
più saggio, un uomo che sa
che il suo corpo è stato divorato
dall'anima. Vado perdendo
nei denti e nei capelli
il nervo del legno ubriaco che sembrava
una navata di cattedrale - ciò che sto guadagnando
non lo so ancora pur sapendo
che bevo e amo e divoro
i minuti volatili che preparano
l'ora della mia morte.


(Traduzione di Manuel Simões)



Casimiro de Brito è nato a Loulé (Portogallo) nel 1938. Per alcuni anni è stato dirigente bancario a Lisbona, dove vive. Condirettore dei "Cadernos do Meio-Dia" (1958-1960), ha partecipato attivamente al movimento Poesia 61. E' stato presidente della "Association Européenne pour la Promotion de la Poésie" e attualmente è presidente del PEN Club portoghese.
Poeta, romanziere e saggista, in Italia ha vinto il Premio Internazionale Viareggio (1985) ed è stato tradotto e antologizzato nella raccolta poetica Libro delle Cadute (Casta Diva, Roma 2004), da cui è tratta la poesia pubblicata.



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