LA LETTERATURA BRASILIANA E' FUORI DAL
CIRCUITO INTERNAZIONALE
– Il
principale traduttore di scrittori brasiliani in Spagnolo dice che
l'accettazione è difficile –
Cristiane Costa
Traduttore di circa 150 libri, in otto lingue differenti, lo spagnolo Basilio Losada appena arrivato a Rio è stato quasi rapinato, quando l'hotel dove stava, a Ipanema, fu assaltato dai banditi.Ma non per questo il traduttore che ha introdotto la letteratura brasiliana e portoghese contemporanea in Spagna, negli anni 50, ha perso un solo goccio d'amore che sente per il paese. Cattedratico in pensione della letteratura Gallego-portoghese alla Università di Barcellona, Losada ha tradotto più di 60 opere di brasiliani in spagnolo. Da Jorge Amado (quasi tutta l'opera) a Rubem Fonseca, passando per Machado de Assis, Clarice Lispector, Rachel de Queiroz e Lygia Fagundes Telles, la lista di autori e amici che il traduttore ha nella sua cartella è impressionante.Alla conferenza che ha tenuto giovedi, nella Accademia Brasiliana di Lettere, Losada ha detto che la letteratura brasiliana è tra le quattro grandi narrative del secolo 20. "Ma, purtroppo, rimane esclusa dai circuiti editoriali, che, spesso, preferiscono pubblicare narrativa di seconda linea, come la francese, legata a vecchi temi e nuove tecniche", ha paragonato. Il giorno seguente, Basilio Losada è stata l'attrazione principale del primo Incontro di Traduttori di Spagnolo e Portoghese, all'Istituto Cervantes di Rio. Il curioso è che, fino ai 6 anni il rinomato traduttore non sapeva parlare neanche Spagnolo. Soltanto Galego, una variante che è all'origine del Portoghese.
- Come e' riuscito a introdurre la letteratura brasiliana in Spagna?
- Sono stato direttore di due case editrici, nelle quali ho pubblicato molta letteratura brasiliana. Ma, prima di questo, andavo di editore in editore, con un libro brasiliano o portoghese sotto il braccio, offrendomi di tradurli. Spesso dicevano: non ci interessa. Anche oggi, quando parlo di Machado de Assis, mi accorgo che ciò che vogliono gli studenti è sapere qualcosa di Paulo Coelho. E' molto difficile superare queste barriere per la politica culturale di un paese.
- Ma avere uno scrittore internazionalmente conosciuto come Paulo Coelho non dovrebbe essere d'aiuto per richiamare l'attenzione sulla letteratura brasiliana?
- In Europa, c'è una fissazione nello stabilire un solo autore per ogni letteratura. Quella portoghese, ad esempio, si concentra su Pessoa e Saramago. Finisce per succedere che un unico nome può occultare un'intera letteratura.
- Perche' questo disinteresse per gli altri autori?
- La letteratura brasiliana è tra le quattro maggiori del mondo. Ma, purtroppo, è fuori dei circuiti editoriali, che, molte volte, preferiscono pubblicare narrativa di seconda categoria, come la francese, legata a vecchi temi e ossessionata da problemi tecnici. Dimenticando che, se questa sperimentazione non ha una giustificazione o uno scopo, crea una letteratura noiosissima, che diventa una vera e propria aggressione al lettore, semplice esercizio d'esibizione. Oggi, qualche romanziere inglese di secondo grado - e se esistesse, pure di terza categoria - ha grandi chances di essere pubblicato in Spagna. Nel frattempo, scrittori brasiliani di primo livello sono emarginati. I grandi circuiti sono determinati dalla egemonia economica, politica e culturale dei paesi, non dalla qualità dei suoi autori.
- Come sarebbe possibile integrare la letteratura brasiliana nel circuito editoriale internazionale?
- Si dovrebbe cominciare dalla Università. In tutta Europa, con poche eccezioni, non ci sono lettori universitari di origine brasiliana. Solo portoghesi, che difendono la loro lingua e letteratura canonica. Nell'anno 2000, avevamo a Barcellona 1.300 alunni che seguivano corsi di narrativa brasiliana.
- La lingua e' un ostacolo?
- Voi brasiliani avete una lingua in ebollizione.Lo Spagnolo di oggi mi sembra rigido, incapace di manifestare emozioni profonde con uno sguardo nuovo. La grande letteratura spagnola non si fa oggi in Spagna, bensì nei paesi latino-americani, dove si tratta la lingua con uno spirito libertario.
- Che cosa rende la letteratura brasiliana così speciale?
- Sono convinto che il suo principale valore sta nella sua oralità. Ho capito questo leggendo Guimarães Rosa. Tutta la grande letteratura è una letteratura regionale. E ogni grande srittore è qualcuno che ha un mondo suo proprio e un linguaggio proprio capace di esprimerlo. Leggere la letteratura brasiliana è una continua scoperta. Ho l'orgoglio di avere trasmesso il mio amore per questo paese e per questa variante linguistica a mia figlia, che è direttrice del dipartimento di lingua portoghese all'Università di Barcellona e sta preparando la pubblicazione di tutta l'opera di Clarice Lispector in Spagna.
- Ma l'oralita' puo' rendere difficile la traduzione, no?
- Certamente, tanto più una letteratura coltiva l'oralità, tanto più diventa difficile tradurla. Guimarães Rosa è intraducibile. La traduzione que c'è di lui in Spagna è valida, direi che è la migliore possibile, ma mai sarà perfetta.
(Tratto dal Jornal do Brasil, Suplemento “Idéias”, Rio de Janeiro, Braisle, Aprile 2003)
(Traduzione di Julio Monteiro Martins insieme ai suoi studenti dell’Università di Pisa: Alessandra Pescaglini, Barbara Aiosa, Barbara Tonino, Chiara Zucconi, Lorenzo Tamburini e Patrizia Scorziello.)