“Binarismo” non viene da Bin
Laden, anche se è altrettanto pericoloso, né da Mr. Bean, anche se è
altrettanto risibile. “Binarismo” viene da “binario”, e costituisce la
filosofia dell’interruttore, per il quale ci sono due possibili stati: acceso o
spento, sì o no, bianco o nero, testa o croce. “Socchiuso”, “forse”, “grigio”,
“quasi”, sono termini assenti dal dizionario binario.
Paradossalmente, il vecchio manicheismo non ha alcun prestigio, nonostante, come prima approssimazione, sia applicabile a molte situazioni (per esempio, dire che i ricchi sono cattivi è una semplificazione manichea, ma in un grado di verità paragonabile a “i corvi sono neri”, un’altra semplificazione abbastanza accettabile, per quanto qualche anno fa qualcuno abbia visto in Spagna un corvo bianco). Nonostante ciò, la radicalizzazione estrema del manicheismo, la sua fase superiore, il binarismo, trova sempre più seguaci. (È successo lo stesso con il liberalismo: le sue forme tradizionali, relativamente moderate, sono considerate semplicistiche, mentre da tutte le parti si impone il neoliberalismo più grossolano e più rozzo).
Si è sentito più di una volta
delle persone un tempo appartenenti alla sinistra comattente “condannare” le
azioni anti-imperialiste dell’undici Settembre perché, secondo la logica
binaria imposta con la forza delle armi mediatiche, chi non “condanna” è
favorevole. (questa frase non l’ho capita) E se qualcuno afferma che, pur non
appoggiando gli avionazos, non può
condannarli, ti guardano con orrore o ti chiamano “talibano” (soprattutto se
porti la barba).
Il binarismo ha grandi
vantaggi, perché per farlo funzionare basta che il cervello indottrinato abbia
una sola sinapsi cerebrale, con i suoi due stati possibili: se hai il flusso di
neurotrasmissori, è aperto, sì, bianco, testa; se non hai il flusso, è chiuso,
no, nero, culo (scusatemi, ma in questo caso dire “croce” in contrapposizione a
“testa” risulterebbe equivoco, e il binarismo non ammette nessun tipo di
equivoco).
L’unico problema per
l’assunzione totale e definitiva del pensiero binario è che, nonostante gli
sforzi dei poteri stabiliti e dei media
ci sono ancora più persone con più di una sinapsi funzionante. Così ci sono più
persone mosse dall’indignazione e dalla vergogna che persone mosse dal
conformismo e dalla paura.
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Lo zar dell’antiterrorismo
negli USA, Francis Taylor, ha affermato, nel Congresso americano, che il
cosiddetto confine tripartito (Brasile, Argentina e Paraguay) è il centro
internazionale del finanziamento dei gruppi terroristici. Questo senza parlare
della falsificazione dei documenti e del traffico di armi e di droghe.
L’attività commerciale della regione è piena di arabi e l’associazione tra
“terroristi” e “arabi” riguarda anche noi, nonostante l’America Latina abbia
una varietà tutta particolare di terrorismi senza turbanti.
Nel Latin American Newsletter,
pubblicato a Londra, viene affermato ciò: il Paraguy ha cercato di ottenere, in
America Latina, la parte del leone nelle attenzioni rivolte dagli americani
arrabbiati ai paesi che fossero considerati coinvolti in “legami
terroristici”.Una delle operazioni più spettacolari, con poliziotti
incappucciati, è stata quella in cui sono stati arrestati sedici sospettati di
“connessione con gli arabi”. Il compito a casa fatto dai servizi di sicurezza
del Paraguay , la cui fama nel continente è più che conosciuta, è stato
suffuciente, secondo la pubblicazione londinese, perché Taylor si accanisse
contro la triplice frontiera.
Al centro del circo allestito
dal Paraguay, si trovano due giovani libanesi arrestati in Ciudad del Leste, in
cui si concentra la maggioranza della
comunità arabo-paraguaiana. La polizia si è sbizzarrita, in modo trionfante,
con le ricevute trovate che testimoniavano l’invio di denaro in Libano, dove
risiede il gruppo fondamentalista Hasbolah. I servizi di intelligenza in
Assunción han no messo insieme le cose e hanno concluso che c’era qualcosa di
veramente di sospetto. O “ legami terroristici”, poichè quei due avrebbero
nascosto anche dei video e della letteratura appartenente a “gruppi estremisti
islamici”.
Le accuse iniziali si limitavano al possesso di documenti falsi, un “passaporto sospetto”, per quanto emesso dal Consolato del Paraguay in Panama. In seguito sono comparse prove dell’invio di $ 50.000 da parte di ciascuno, al Libano. Per sfortuna dei mittenti, quello è il paese dell’ Hasbolah . Gli avvocati di entrambi hanno insistito sul fatto che non c’è niente di losco nel pagare per scambi commerciali, mentre Raul Vera, presidente della Banca Centrale, in un colpo di “suspense”, annunciava l’inizio delle inchieste “in profondità”, da parte delle varie agenzie di governo, dei trasferimenti di soldi fatti a Ciudad del Leste.
Il lavaggio di denaro è ciò
che non manca in Paraguay. Inchieste confidenziali hanno gettato
l’argomento nella valle delle ombre, ma
il capo stesso del gruppo, nella versione paraguaiana, ha deciso di difendersi
pubblicamente. Lui abita a Foz do Iguaçu e il suo nome è Assad Ahamed Barakat.
In un ‘intervista al giornale ABC Colors di
Assunción, ha confermato che la coppia in questione lavora per lui, in attività
commerciali, e ha negato che sia implicata con il terrorismo, nonostante non
nasconda le sue simpatie per lo Hasbolah e
ammetta di avergli dato “aiuti umanitari” senza per questo considerarsi
un criminale.
Almeno fino a questo momento, gli organi di polizia brasiliani non lo hanno disturbato. Dei sedici arrestati, tutti di origine araba, tre sono stati liberati, e gli altri tredici sono stati processati per “irregolarità immigratoria”. Uno dei pesci più grossi sospettati dai cacciatori paraguaiani di “legami terroristici” è il commerciante Armando Khalil Chams, una sorta di leader della comunità araba di Ciudad del Leste. Chams ha lasciato il Paraguay perché si credeva minacciato. I suoi avvocati avrebbero chiesto per lui un Habeas Corpus preventivo.
Lui ha subito un’irruzione nel
proprio ufficio ad opera degli agenti di un certo “segretariato antiterrorista”
. La versione di Chams è un’altra. Sono gli stessi poliziotti che gestiscono
una “rete di racket” e prendono soldi dai residenti arabi, secondo gli appunti
presenti nel Latin American Newslwtter. Se
non arresta terroristi, almeno fa una retata vasta di immigranti illegali. Un
giordano è stato arrestato all’aereoporto di Lima con un passaporto falso.
Niente meno che il presidente
della Repubblica, Alejandro Toledo, lo ha bollato come “sospettato di
coinvolgimento negli attentati terroristici degli USA e partecipazione in una
rete terroristica Latino Americana”. E’ successo il 12 Settembre. Non si è mai
più parlato sull’argomento. Il presidente del Panama nega insistentemente che
gli Americani vogliano ricollocare truppe nella zona del Canal. Però dove c’è
fumo c’è fuoco, come ha scritto un giornale panamense.
Il Pentagono vuole creare un
“Comando America”, ancora più esteso del vecchio Comando Sud, la cui “scuola”
(che da Panama è stata trasferita nella Georgia americana) ha istruito
ufficiali latino americani nella lotta contro il terrorismo. Uno degli allievi
era Pinochet. Ci saranno i pinochet anche nella guerra contro il terrorismo?
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Newton Carlos è tra i più esperti giornalisti brasiliani
di politica internazionale.
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(Traduzioni di Julio Monteiro Martins)