Nell'inverno fra il 1992 e il 1993 io e la
mia ragazza, Kate, andammo a stare a La Casella, un casale isolato a una
sessantina di chilometri a sud-est di Siena. Era il luogo ideale per
scrivere, e avevo quella strana sensazione vaga e impellente che ho sempre
quando mi appresto a iniziare un nuovo romanzo. Mi sentivo sollevato di
trovarmi lontano da Londra, vuoi perché speravo di sfuggire a un altro
orribile inverno inglese, vuoi perché desideravo togliermi dalla testa
"I migliori giovani romanzieri britannici del 1993 ", che sarebbero
stati annunciati all'inizio del nuovo anno. Per una strana coincidenza, avevo
soggiornato nella stessa casa esattamente dieci anni prima, quando erano
stati annunciati "I migliori giovani romanzieri britannici del 1983
", e avevo divorato quel numero di " Granta ", impaziente di
fare conoscenza con una nuova generazione di scrittori, autori che speravo di
emulare un giorno. Questa volta, però, possedevo i requisiti necessari. Avevo
pubblicato due romanzi, Dreams of Leaving e Le cinque porte
dell'inferno, e dovevo ancora compiere quarant'anni. Persone addentro
agli ambienti letterari mi avevano detto che probabilmente sarei stato
incluso nella lista - qualcuno aveva addirittura dichiarato che dovevo essere
nella lista - e a quelle parole di solito reagivo con un sorriso o un'alzata
di spalle. Può darsi che ostentassi una certa indifferenza, ma in fondo al
cuore, naturalmente, desideravo essere in quella lista con tutto me stesso.
Allo stesso tempo avevo un atteggiamento fatalista: ero sicuro che sarei
stato completamente ignorato, e non avevo alcuna intenzione di trovarmi a
Londra quando sarebbe successo.
Fu un inverno magnifico. Kate leggeva romanzi, preparava gulasch e faceva
lunghe passeggiate nella campagna toscana. Io scrivevo. Alcune delle persone
a noi più affezionate ci venivano a trovare, e tiravamo tardi, bevendo una
bottiglia dopo l'altra del rosso del colonnello (si faceva pagare tremila
lire per due litri). Una delle regole della casa era che non dovevo essere
disturbato durante l'orario di lavoro, a meno che, ovviamente, non ci fosse
qualche emergenza. Però quell'inverno, se non sbaglio, non capitò nessuna
emergenza, perciò non fui mai disturbato, almeno fino a un pomeriggio di
inizio marzo. Quel giorno in casa faceva freddo e Kate aveva deciso di
accendere il camino. Mentre strappava strisce di giornale - spesso i vicini
ci passavano i giornali, anche se li leggevamo di rado - le cadde lo sguardo
su una mia piccola foto in bianco e nero. Scorse l'articolo: "I migliori
giovani romanzieri britannici 1993" erano stati annunciati la settimana
prima. Corse di sopra e irruppe nella mia stanza.
"Ti hanno scelto" disse. "Sei nella lista."
Mi voltai verso di lei.
"Sei uno dei migliori giovani romanzieri britannici" disse.
"Davvero? Fa' vedere. " Il cuore mi martellava nel petto. Scorremmo
la lista di scrittori, ma il mio nome non c'era. La
scorremmo di nuovo. Non ero menzionato da nessuna parte. "Ma c'è la tua
foto" disse Kate, puntando il dito su una delle fototessera in bianco e
nero. "Guarda."
Guardammo entrambi. Non ero io. Era Jeanette Winterson. Tacemmo entrambi per
un po'.
"Mi dispiace" disse infine Kate. Si era girata dall'altra parte.
Guardava verso un angolo della stanza.
Ripensandoci, è probabile che quella foto mi somigliasse vagamente, o
comunque sembrasse una qualche versione di me (deve esserci stato un periodo
in cui Jeanette e io abbiamo avuto una pettinatura simile, oppure strizzavamo
gli occhi allo stesso modo guardando verso il sole). Fissai la foto
all'infinito, quasi che una marcata somiglianza potesse in qualche modo
attenuare l'offesa.
"Mi dispiace" disse di nuovo Kate, poi scese di sotto.
Ovviamente quella fu un'umiliazione per entrambi - per Kate perché mi aveva
scambiato per Jeanette e aveva alimentato le mie speranze per poi mandarle in
frantumi pochi secondi dopo, ma anche per me - soprattutto per me - perché
avevo reagito con tanta impazienza, tanta disperazione, tanto smodato
desiderio da mettere a nudo tutta la mia ambizione e smania; mi sentivo come
qualcuno che fosse stato prima sbudellato e poi lasciato a fissare in
silenzio il macello sgargiante dei suoi intestini.
I giorni che seguirono furono difficili. Mi veniva in mente un'unica
consolazione: la prossima volta che avrebbero scelto "I migliori giovani
romanzieri britannici", nel 2003, sarei stato troppo vecchio. Non avrei
mai più dovuto passarci.
(Tratto da Le
umiliazioni non finiscono mai, a cura di Robin Robertson, Guanda
editrice, Parma, 2005)
Rupert Thompson ha pubblicato diversi romanzi,
tra cui: Dreams of Leaving, Le cinque porte dell'inferno (Bompiani,
1992), Aria e fuoco (Bompiani, 1995), The Insult, Soft, A nudo
(Passigli, 2001) e Divided Kingdom.
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