Cerca di calmarti, per favore. Rompere un bicchiere non è niente di cui
preoccuparsi. Un semplice bicchiere Nadir, di vetro comune.
Basta spazzare i cocci e alla fine passare un panno umido, fatto.
Già che ci sei, lava bene il panno nella pila, strizzalo e appendilo al filo,
la giornata è bellissima, si asciugherà in meno di due ore.
Ma cosa c'è? Le mani tremano? Per un bicchiere rotto? Respira, senti la
timida brezza che ancora soffia dalla porta. Le persiane aperte portano la
luce del tardo pomeriggio. La cucina risplende, i vetri della finestra
profumano di detersivo Pinhobril, le piastrelle del bagno sembrano quasi
specchi. Nemmeno una briciola su parquet, le formichine che girottolavano
allegre tra gli avanzi della scorsa estate sono scomparse una volta per
tutte.
La paperella gialla di gomma rimane nell'armadio dello stanzino, la doccia è
asciutta. La TV si è zittita, il computer attende, concentrato, che qualcuno
appaia e gli restituisca la sua byte-vita. Aspetta! Hai fatto caso al
silenzio delle porte, le maniglie non si curvano più sotto quelle manine
morbide, neanche sotto le mie.
La torta di carote è nel forno, che gonfia: la puzza di gas potrebbe
allarmare qualcuno, ma oggi è in sintonia con la quiete della casa. Ascolta!
Neppure le mosche si sono fatte vedere, il postino non ha lasciato
corrispondenza, la vicina non ha messo la radio su quella stazione evangelica
svegliando tutto l'isolato. Solo il fruscio, quasi impercettibile.
Guarda un po', una minuscola scheggia di vetro attaccata al grembiule.
Incredibile, dopo tanto sforzo! Calma. Bagna l'indice con la punta della
lingua, tocca il coccino con una leggera pressione, semplicemente e
meticolosamente, così, vedi che si è appiccicato al dito? Apri il rubinetto
della pila e lascia che l'acqua lo porti via, cadrà nello scarico in un
attimo, immergendosi poi nel labirinto profondo della città.
È andato. Come le manine morbide che infilavano la paperella gialla di gomma
nello scarico della vasca, accendevano la TV, il computer e piegavano le
maniglie.
Respira un'altra volta, piano. Non permettere che le lacrime rovinino l'amido
del vestito di lino. Poggia la testa sulla tovaglia fiorita del tavolo -
enormi gerbere rosse - metti la sedia in una posizione comoda, stendi le
braccia, poggia i due piedi saldamente. Riempi il petto d'aria, lentamente.
Subito i battiti non vorranno più prendere possesso della tua gola. Anzi.
Sarà tutto sotto controllo.
(Tradotto dal Portoghese da Julio
Monteiro Martins e dai suoi allievi dell'Università di Pisa)
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