Sotto controllo

Liziane Guaina

 


Cerca di calmarti, per favore. Rompere un bicchiere non è niente di cui preoccuparsi. Un semplice bicchiere Nadir, di vetro comune.
Basta spazzare i cocci e alla fine passare un panno umido, fatto.
Già che ci sei, lava bene il panno nella pila, strizzalo e appendilo al filo, la giornata è bellissima, si asciugherà in meno di due ore.

Ma cosa c'è? Le mani tremano? Per un bicchiere rotto? Respira, senti la timida brezza che ancora soffia dalla porta. Le persiane aperte portano la luce del tardo pomeriggio. La cucina risplende, i vetri della finestra profumano di detersivo Pinhobril, le piastrelle del bagno sembrano quasi specchi. Nemmeno una briciola su parquet, le formichine che girottolavano allegre tra gli avanzi della scorsa estate sono scomparse una volta per tutte.

La paperella gialla di gomma rimane nell'armadio dello stanzino, la doccia è asciutta. La TV si è zittita, il computer attende, concentrato, che qualcuno appaia e gli restituisca la sua byte-vita. Aspetta! Hai fatto caso al silenzio delle porte, le maniglie non si curvano più sotto quelle manine morbide, neanche sotto le mie.

La torta di carote è nel forno, che gonfia: la puzza di gas potrebbe allarmare qualcuno, ma oggi è in sintonia con la quiete della casa. Ascolta! Neppure le mosche si sono fatte vedere, il postino non ha lasciato corrispondenza, la vicina non ha messo la radio su quella stazione evangelica svegliando tutto l'isolato. Solo il fruscio, quasi impercettibile.

Guarda un po', una minuscola scheggia di vetro attaccata al grembiule. Incredibile, dopo tanto sforzo! Calma. Bagna l'indice con la punta della lingua, tocca il coccino con una leggera pressione, semplicemente e meticolosamente, così, vedi che si è appiccicato al dito? Apri il rubinetto della pila e lascia che l'acqua lo porti via, cadrà nello scarico in un attimo, immergendosi poi nel labirinto profondo della città.
È andato. Come le manine morbide che infilavano la paperella gialla di gomma nello scarico della vasca, accendevano la TV, il computer e piegavano le maniglie.

Respira un'altra volta, piano. Non permettere che le lacrime rovinino l'amido del vestito di lino. Poggia la testa sulla tovaglia fiorita del tavolo - enormi gerbere rosse - metti la sedia in una posizione comoda, stendi le braccia, poggia i due piedi saldamente. Riempi il petto d'aria, lentamente.
Subito i battiti non vorranno più prendere possesso della tua gola. Anzi. Sarà tutto sotto controllo.


 

(Tradotto dal Portoghese da Julio Monteiro Martins e dai suoi allievi dell'Università di Pisa)

 

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