LUTTO
PER LA LINGUA SPAGNOLA:
Dopo
la morte di Uslar Pietri qualche mese fa, è morto il 7 Gennaio scorso il premio
Nobel spagnolo Cela:
Tra
i più importanti intellettuali (scrittore, storico e uomo politico) del mondo
di cultura spagnola, Arturo Uslar Pietri è morto per un arresto cardiaco
all’età di 94 anni il 26 febbraio nella sua casa di Caracas.
Negli
ultimi anni si era molto isolato, dopo il grande dolore che l’aveva colpito per
la perdita della moglie e del primogenito. La solitudine, dovuta anche al
progressivo mancare degli amici più cari, era ciò che più gli pesava con
l’avanzare degli anni: “Uno de los
problemas de la vejez es que uno se va quedando solo. Se van muriendo los amigos y los compañeros”.
Un’altra rinuncia, imposta dall’età, addolorava il grande scrittore: non poter
più né leggere né scrivere autonomamente: “Ya
no escribo.Todo cuanto se lea de mí de
ahora en adelante, que se sepa, es dictado a la secretaría, nada producido por
mís manos”.
Di
lavoro, nella sua vita, ne aveva fatto molto. Per oltre sessant’anni si era
dedicato a cercare di conoscere e capire il mondo nel quale viveva e a
raccontarlo perché anche altri lo capissero. La sua scrittura, secondo la
sociologa venezuelana Thamara Hannot, “dedicada
a la creación y desarrollo de esa nación llamada Venezuela, es una escritura gozosa y lúdica; de tono
coloquial, casi desparpajado y llena, en ocasiones, de humor y poesía”.
L’America
meticcia fu il centro della sua ricerca intellettuale e della sua opera.
“Para él la clave de América
yacía en el encuentro de tres mundos, tres tiempos, tres mentalidades. El
europeo conquistador ...El aborigen ...y finalmente el forzado inmigrante
africano. Los tres, a partir de entonces, deberán compartir un mismo mundo y
elaborar una misma historia” (Antonio Cova Maduro). Nel suo In Tiempos de Indias cercherà di analizzare la diversità e di
comprendere la difficoltà, per questo mondo meticcio, di incontrare la
modernità.
Riferendosi
più specificamente alla sua patria, dirà che non ha senso parlare dei problemi
venezuelani, perché “lo que hay es el
problema venezolano Uno e indivisible.
Con mil manifestaciones, pero con una sola raíz. Y el problema venezolano es el
petróleo”. Risale al 1936 il suo famoso motto “Occorre seminare il
petrolio”, spesso male interpretato come un ingenuo richiamo a un improbabile
ritorno al passato pre-industriale. Il monito era piuttosto rivolto a far
fruttare la ricchezza del paese per il suo giusto sviluppo, per evitare che
diventasse una maledizione, un ulteriore motivo di disuguaglianza e di
violenza.
In Letras y hombres de Venezuela inaugurò
una definizione della letteratura latinoamericana che conobbe una grande
fortuna anche se, forse, in quanto adottata da altri scrittori: ”realismo
magico”, pur se nei suoi racconti la realtà si impone sulla magia. Un’adesione
alla realtà che gli fa seguire con partecipazione l’evoluzione della vita
sociale e politica del suo paese. In Estación
de máscaras rappresenta la percezione, mista a disprezzo, che le élites del
suo paese hanno della democrazia venezuelana.
Molti
i suoi lavori famosi, dall’opera giovanile Las
lanzas coloradas, che lo fece conoscere, a la Isla de Robinson, al Camino
de El Dorado, a El labirinto de
fortuna ai racconti brevi Simeón
Calaris e La visita en el tiempo.
Ricevette moltissimi premi prestigiosi, come lo spagnolo Príncipe de Asturias e riconoscimenti quali la pubblicazione delle
sue opere, primo fra gli scrittori latinoamericani, da parte della prestigiosa
casa editrice francese Gallimard. La sua collezione di testi di letteratura
ispana, fra le più complete, è stata donata dallo scrittore poco prima della
sua morte all’Università Metropolitana di Caracas.
La
letteratura fu la sua grande passione, ma non si negò all’impegno diretto in
politica, perché “la política no se puede
evitar porqué si uno no se mete con ella, ella se mete con uno”. Analista
politico e direttore del quotidiano El
Nacional, conduttore del programma televisivo Valores Humanos, si cimentò direttamente in politica. Per tre volte
ministro nel governo civile abbattuto dal colpo di Stato militare del 1945, si
candidò alla presidenza nel 1968. L’attuale ministro della Difesa venezuelano,
José Vincente Rangel, giornalista e scrittore, già collaboratore di Uslar
Pietri negli anni in cui diresse El
Nacional, ha commentato la sua figura mettendo in rilievo come “supo conjugar la acción intelectual con la acción política y, aun
cuando en la política no coronó su actividad con la presidencia de la
República, fue una voz que siempre alertó al país y que si se le hubiera tomado
en cuenta nos hubiéramos evitado muchos fracasos”.
In
un’intervista rilasciata all’Associated
Press nel 1992, aveva detto che continuava a sperare che “avremmo avuto una
democrazia degna di questo nome e non la caricatura che abbiamo”. La sua vena
critica e il suo senso dell’umorismo non risparmiavano neppure Hugo Chávez, il
militare populista divenuto presidente.
Al
feretro di Arturo Uslar Pietri hanno reso omaggio tutti gli ex presidenti del
Venezuela. Per Hugo Chávez la morte del più illustre venezuelano del XX secolo
non è stata motivo sufficiente per interrompere i festeggiamenti del carnevale
e la vacanza all’isola La Orchila.
Camilo
José Cela Trulock nasce nel 1916 in Spagna, nei dintorni di La Coruña. Il padre
è spagnolo, la madre inglese, la nonna italiana.
Compie studi classici. Ha un precoce apprendistato alla poesia (i primi versi
vengono pubblicati in rivista, su El Argentino). Nel 1931 viene colpito da
tubercolosi. Il recupero è lento e difficoltoso.
Gli studi letterari sono una scelta successiva a quelli medici. E' Pedro
Salinas, uno dei padri della poesia contemporanea spagnola, a fargli da
mentore. Tra gli universitari, è intimo amico di María Zambrano, una delle
personalità di spicco nella filosofia del dopoguerra, e non soltanto in Spagna.
Il primo libro a essere accolto da un editore è La familia de Pascual Duarte, che vede la luce nel 1942 e che
ottiene prestigiosi riscontri critici, ma viene stroncata dalla gerarchia
ecclesiastica, il che ottiene un effetto contrario a quello ricercato dai
cattolici. Il libro è, tra quelli presenti in libreria nel 1943, il più
richiesto.
E' del 1948 Viaje a la Alcarria. I
libri di José Cela, sottoposti a censura in Spagna, vengono quasi sempre
ripubblicati in edizioni argentine. Intanto, richiamato dalla popolarità del
censuratissimo scrittore spagnolo, Ernest Hemingway decide di
andare a conoscerlo. I due diventano grandi amici.
L'amicizia con Hemingway non è isolata. Nonostante la dura opposizione del
regime franchista, Cela è a Parigi da Pablo Picasso (che illustra l'edizione
del '62 di Gavilla de fábulas sin amor),a Palma di Mallorca da Jorge Guillén, e
visita via via Pablo Neruda, Robert
Graves, Joan Miró.
Alla morte di Franco, José Cela è chiamato tra i senatori che si occupano della
transizione verso la democrazia. E' una sorta di poeta nazionale, amatissimo dal
suo popolo, che recepisce il suo romanzo Mazurca
para dos muertos come segnale di rinascita culturale dopo un fosco periodo
di tirannide.
Da questo momento, per Cela, inizia un periodo glorioso di celebrazioni e
onorificienze, nazionali e internazionali. Un palmarés ricchissimo, che culmina
nell'assegnazione del Nobel per la Letteratura, conferitogli nel 1989, un anno
decisivo per l'Europa, che vede premiato con l'alloro uno degli intellettuali
continentali più impegnati nella lotta per i diritti politici e per la
democrazia.