LA MUSICA BRASILIANA OGGI
Ernesto Assante e
Gino Castaldo
Samba, bossa nova,
tropicalismo, jovem guarda, musica nordestina e di Bahia, afro-brasile, forrò,
lambada... di quante musiche è fatta la musica del Brasile. Molte di più di quelle
che abbiamo elencato, musiche che vanno a comporre un ideale catalogo infinito,
un catalogo di suoni ed emozioni che è difficile, se non impossibile, mettere
tutto insieme. Se provate a dire ad un musicista brasiliano che la musica del
suo paese è world music vedrete che s'infurierà velocemente. E con
ragione, perché la musica del Brasile è ricca e ampia come e più di quella
degli Stati Uniti d'America, come quella dell'Europa, e non vive e nasce in
rapporto, in confronto con la musica occidentale, ma con uno sviluppo
completamente indipendente. Non c'è nulla di "esotico" nella musica
brasiliana, nulla che debba essere "scoperto", niente che sia poco
evoluto, che abbia radici ma non si sia sviluppato o che non usi l'intero patrimonio
della tecnologia oggi disponibile. Il che vuol dire che c'è della dance
brasiliana, del reggae brasiliano, del rap e dell'hip hop brasiliano, e,
soprattutto, del rock brasiliano. E ogni genere si definisce solo in parte
rispetto all'etichetta internazionale, facilmente riconoscibile, quanto per
l'aggettivo che si porta dietro, "brasiliano". Vale la pena ricordare
il rock rock durissimo dei Sepultura, una delle formazioni più famose ed amate
nel mondo dei metallari. O, ancora, la straordinaria generazione dei jazzisti,
cresciuta in particolare negli anni Settanta, personaggi che hanno raggiunto
uno status internazionale importante, come Egberto Gismonti, o come il
bravissimo Airto Moreira o suo moglie Flora Purim, o come la pianista Eliane
Elias. "Tra musica brasiliana e jazz", ha scritto Paolo Biamonte,
"esiste una lunga storia di reciproche influenze, alimentata da un
susseguirsi di scambi così intenso da aver creato una propria tradizione
comune, grazie alla quale ormai da decenni il samba e la bossa nova sono entrati
nel repertorio stabile del jazz... Con l'approssimarsi della contemporaneità,
in termini musicali, il Brasile diventa sempre più sinonimo d'universalità; è
in questa chiave che va letta l'opera di personaggi come Egberto Gismonti o
Hermeto Pascoal, musicisti-compositori-polistrumentisti che hanno contribuito
ad allargare la moderna concezione del jazz. Se oggi l'effervescente Tania
Maria può avere, seppure con minore successo commerciale, una funzione simile a
quella avuta da Sergio Mendes. Eliane Elias, che ha suonato con gli Steps Ahead
o un trombettista come Claudio Roditi, un pupillo di Dizzy Gillespie, sono
presenze fisse nel circuito jazzistico di livello internazionale. Sarà anche un
luogo comune, ma è pur vero che il Brasile è il luogo più musicale del mondo.
La musica è dovunque, letteralmente, nelle strade, nella lingua parlata di
tutti giorni, nelle movenze, nel modo di camminare, di amoreggiare, di giocare
al calcio, di festeggiare o di esprimere dolore. O meglio è visibile dovunque
un'attitudine verso la musica che è indubbiamente speciale, unica e che è
all'origine della sorprendente ricchezza musicale del paese. Difficilmente si
può immaginare un luogo dove la musica sia più presente. Musica o forse
dovremmo dire musicalità nel linguaggio, nell'uso del corpo, della gestualità,
della comunicazione tra persone, nella disponibilità alla danza. Il fatto è che
in nessuna parte del mondo, e questa forse è la ragione della particolarità del
Brasile, c'è un rapporto così stretto tra la modernità e la tradizione, tra
folklore e sperimentazione, tra vita e musica. È un rapporto fertile, continuo,
la cui vitalità è dovuta alla potenza dell'influsso del retaggio
afro-americano. E non bisogna dimenticare che in Africa, come in molte altre
realtà culturali del Terzo Mondo, la musica non è una produzione estetica
separabile dalla realtà, da contemplare staticamente, è piuttosto qualcosa che
entra nelle vicende giornaliere, che si mescola alle diverse fasi della vita
dell'individuo, che ne accompagna la vita sociale e religiosa. Moltissimi sono
i singoli artisti, cantautori, musicisti, autori e cantanti che, in un modo o
nell'altro, seguendo uno stile piuttosto che un altro, hanno raccolto le
sensazioni, i sentimenti, le novità della musica internazionale e li hanno trasformati
in suoni e canzoni nuove. Soprattutto nel campo del rock, accanto a grandi star
internazionali come quella dei Sepultura, vivono anche realtà indipendenti dove
crescono reggae e pop, hip hop e regamuffin, persino una interessante scuola di
rock progressivo, animata da band come i Dogma e i Terreno Baldio. Gli Skank,
una eccellente formazione nata e cresciuta nel Minas Gerais, sono un classico
esempio della nuova musica del Brasile, una musica che pur mantenendo forti i
connotati nazionali, si è fusa nel corso del tempo con il reggae, lo ska e il
dub, passando poi negli ultimi anni, sempre più spesso nel campo del rock e del
pop. Diverso, ma non meno interessante è il percorso artistico di Daniela
Mercury. Lei è la regina dell'axé music, una miscela di samba, reggae, ijexá e
frevo. Lei stessa prova a spiegare come mai nella sua musica ci sono così tante
influenze musicali internazionali: "Proverò a spiegarlo con una frase di
Caetano Veloso: "Il mio cuore vagabondo vuole conservare il mondo in
sé". Ci sono molti paesi che mi hanno ospitato in questi anni e in cui ho
lanciato i miei dischi. E Sou de qualquer lugar è nato soprattutto per
dire al Brasile che mi interessa anche la cultura di questi paesi, che ho
imparato ad amare queste diverse culture. E che ho intenzione di passare
proprio al Brasile tutte le esperienze che ho vissuto all'estero attraverso la
mia musica. Ho già percorso nella mia carriera molte tappe che mi legano alla
tradizione brasiliana, ora è giunto il momento di dedicarmi ad altre cose".
E molte di queste altre cose parlano addirittura italiano, vista la
collaborazione che lega Daniela Mercury e Jovanotti. Trip hop, drum'n'bass,
elettronica, sono le sue nuove passioni musicali, che si fondono ad un
importante impegno sociale. Molti dei musicisti delle giovani generazioni
brasiliane hanno ben presenti i problemi del loro paese: "La situazione è
complessa. Io metterei per prima la fame, poi la violenza urbana e lo
sfruttamento infantile, senza dimenticare il problema delle carceri. La risoluzione
dei problemi sociali porterebbe sicuramente al superamento di tutti gli altri.
Il presidente Lula in questo senso sta elaborando un programma, ancora non è
riuscito a sciogliere le grandi questioni anche perché i mesi di governo sono
stati pochi. Di sicuro intende affrontare le cose in maniera congiunta con
ministri e parti sociali differenti. Tutti sono disposti ad aiutarlo, è
arrivata una voglia di cambiamento positiva, frutto anche della spontaneità di
Lula, che raccoglie i consensi di tutti: poveri e ricchi. La sua è una
dittatura al contrario".
Altro personaggio interessante è Vinícius Cantuária: "Ha l'espressione
perennemente pensosa", scrive Roberto Gatti su Mybestlife, "i capelli
dritti come gli aculei di un porcospino, il volto solcato dai segni della
proverbiale saudade e quanto a vocalità è molto più vicino a João Gilberto che
allo scatenatissimo Carlinhos Brown". Basterebbe questo particolare e
divertente ritratto a far comprendere di che pasta è fatto Vinícius Cantuária e
perché, negli anni, ha collaborato con musicisti tra loro molto diversi, da
Arto Lindsay a Brian Eno, da David Byrne a Yuka Honda, fino a molti giovani e
vecchi eroi della musica del Brasile, soprattutto il suo grande amico Caetano
Veloso. Cantuária suona la chitarra ed è cantante particolarissimo, in grado di
passare dal massimo dell'avanguardia al meglio della tradizione.
C'è un altro Veloso nella musica del Brasile, ed è Moreno Veloso, figlio
ventottenne di Caetano e bravissimo musicista, capace di vivere di vita propria
e non all'ombra del successo del suo grande genitore, al quale comunque deve la
passione per la musica: "Caetano è una persona meravigliosa, mi ha
insegnato a cantare e a suonare la chitarra fin da quando avevo nove anni
appena", dice Moreno. Da Recife arriva invece Lenine. Di lui, quando è
arrivato ad Arezzo Wave per suonare in Italia, hanno scritto parole d'encomio:
"Il piccolo Lenine d'oltreoceano è già, dalle sue parti, una star
acclamata e viene considerato una delle tre entità più importanti della scena
brasiliana odierna, insieme a Chico César e Carlinhos Brown. La sua è una
storia professionale ricchissima nella quale si è disimpegnato sia nelle vesti
di autore [ha composto più di 500 brani per gente del calibro di Gilberto Gil,
Sergio Mendes, Diane Warwick, Caetano Veloso...], sia in quelle di
arrangiatore, produttore, chitarrista, cantante e, infine, più semplicemente performer.
Chico César è, insieme a Zeca Baleiro e a Jorge Portugal, un delle migliori
voci della nuova musica nordestina, mentre Bebel Gilberto è un'altra figlia
d'arte, dato che suo padre è niente di meno che João Gilberto. "Non è
certo facile trovare il proprio spazio in una famiglia di artisti, soprattutto
in Brasile. La pressione a cui si è sottoposti è enorme. La gente ti osserva e
si aspetta molto da te. E per rispondere alle attese Bebel ha prodotto negli
anni dei dischi belli e affascinanti, nei quali tradizione e modernità trovano
un magico punto d'incontro.
Tra le personalità più in vista della nuova musica del Brasile va ricordata,
senza dubbio, quella di Adriana Calcanhoto, considerata da molti come l'erede
naturale di Elis Regina, per la sua forza vocale ed espressiva, mentre Zizi
Possi è una delle voci della Mpb più legata alla musica ed al repertorio
italiano, che ha spesso proposto dal vivo e su disco.
La nuova musica brasiliana, quella delle giovani generazioni, non dimentica il
passato, insomma, resta legata alle grandi tradizioni del paese, ma sa guardare
in avanti, si rinnova costantemente, spinge l'acceleratore verso il futuro,
immaginando sempre nuovi suoni, nuovi scenari, nuove passioni.
(Tratto dal libretto che accompagna il cd L'onda
nuova, in La grande musica brasiliana, inserto del giornale La
Repubblica, dicembre 2003)